28° Congresso Internazionale ICOH - Giornale Italiano di Medicina ...
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206 G Ital Med Lav Erg 2006; 28:2<br />
www.gimle.fsm.it<br />
gene reporter che co<strong>di</strong>fica per la β-glucuronidasi. L’impiego<br />
<strong>di</strong> isolati <strong>di</strong> P. graminea che producono β-glucuronidasi<br />
in esperimenti <strong>di</strong> infezione artificiale, costituisce<br />
un metodo rapido e semplice per la selezione poiché basato<br />
sulla rivelazione colorimetrica del fungo all’interno<br />
degli embrioni infetti, contrapposto al metodo classico<br />
che comporta la semina dei semi infetti in serra e l’attesa<br />
della comparsa dei sintomi.<br />
MATERIALI E METODI<br />
Uno tra i più virulenti isolati <strong>di</strong> Pyrenophora graminea,<br />
Dg2 è stato trasformato geneticamente con un gene<br />
reporter che co<strong>di</strong>fica per la β-glucuronidasi (1) . È stato<br />
scelto l’isolato denominato GUS2 come più idoneo allo<br />
screening, poiché ha la stessa capacità <strong>di</strong> infettare l’ospite<br />
dell’isolato non mutato ed ha un’elevata produzione <strong>di</strong><br />
β-glucuronidasi, pari a 13 nmoli MU prodotta (da MUG)<br />
min -1 mg proteina -1 in con<strong>di</strong>zioni standard (2) . Le varietà<br />
<strong>di</strong> orzo da saggiare sono state infettate artificialmente<br />
con GUS2 con il metodo “sandwich”, che consiste nell’inclusione<br />
<strong>di</strong> cariossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> orzo tra due colonie del fungo<br />
cresciuto in piastra e nell’incubazione per due o tre<br />
settimane a 6°C. Dopo 14 o 21 giorni le cariossi<strong>di</strong> sono<br />
state prelevate ed analizzate. La selezione precoce <strong>di</strong> varietà<br />
<strong>di</strong> orzo resistenti alla Striatura bruna è stata effettuata<br />
me<strong>di</strong>ante inoculazione artificiale dell’isolato GUS2<br />
e rilevazione del fungo all’interno degli embrioni infetti<br />
con la colorazione X-gluc (acido 5-bromo-4-cloro-3-indolyl<br />
β-D-glucuronico). Successivamente, i campioni<br />
sono stati analizzati a “fresco” oppure in seguito a destaining<br />
nella serie <strong>di</strong> etanolo 25%, 50%, 70%, 95% e<br />
100%, me<strong>di</strong>ante stereomicroscopio,<br />
RISULTATI E DISCUSSIONE<br />
Per valutare il grado <strong>di</strong> infezione della varietà in esame<br />
è stata istituita una scala <strong>di</strong> infezione. La valutazione<br />
è stata effettuata attribuendo a ogni embrione osservato il<br />
tipo corrispondente alla scala e calcolando la percentuale<br />
<strong>di</strong> infezione secondo la formula:<br />
n(3) + 0.5 n(2) x 100<br />
––––––––––––––––––<br />
N<br />
dove N rappresenta il numero totale degli embrioni osservati.<br />
Per verificare la vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> questo metodo rispetto<br />
a quello classico <strong>di</strong> selezione sono stati saggiati <strong>di</strong>versi<br />
cultivar <strong>di</strong> orzo a reazione già nota verso il patogeno<br />
(sei varietà <strong>di</strong> orzo resistenti e cinque varietà suscettibili).<br />
L’analisi è stata ripetuta due volte incubando i semi<br />
con il fungo per due e tre settimane. I risultati, concor<strong>di</strong><br />
in entrambe le prove, hanno mostrato che il metodo <strong>di</strong><br />
selezione precoce basato sull’isolato GUS2 è in grado <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>scriminare varietà <strong>di</strong> orzo resistenti e suscettibili a P.<br />
graminea come risultano dal metodo classico, ma con un<br />
notevole risparmio <strong>di</strong> tempo, spazio e materiali (Tab. I).<br />
In seguito a questi risultati, sono state saggiate con questo<br />
metodo innovativo 12 cultivars <strong>di</strong> orzo dalle caratteristiche<br />
agronomiche utili per la produzione e per questo<br />
correntemente usate in campo. Poiché la reazione <strong>di</strong> queste<br />
cultivars verso attacchi <strong>di</strong> P. graminea non è nota le<br />
analisi con il metodo basato su GUS2 sono state affian-<br />
Tabella I. Valutazione della resistenza/suscettibilità a<br />
P. graminea <strong>di</strong> 11 varietà <strong>di</strong> orzo con il metodo classico<br />
<strong>di</strong> inoculo artificiale e con il metodo basato su GUS2<br />
Varietà<br />
Inoculo artificiale Metodo<br />
con Dg2 GUS2<br />
Onice 10-15% 0%<br />
Proctor 10-15% 25%<br />
Rebelle 5% 10%<br />
Fior3485 5% 0%<br />
Fior 3486 5% 0%<br />
Vada 5% 0%<br />
Mirco 80% 70%<br />
Nu<strong>di</strong>nka 80% 50%<br />
Jaidor 80% 80%<br />
Passport 90% 90%<br />
CI6944 90% 50%<br />
cate dal test <strong>di</strong> patogenicità classico in serra. Il saggio <strong>di</strong><br />
patogenicità classico prevede che dopo l’incubazione<br />
con il fungo, i semi siano seminati in terrine in serra fino<br />
a comparsa dei sintomi. Per minimizzare l’eventuale rischio<br />
connesso con l’utilizzo <strong>di</strong> microrganismi geneticamente<br />
mo<strong>di</strong>ficati, la prova in serra è stata condotta con<br />
l’isolato selvatico non mutato (Dg2) poiché era stata precedentemente<br />
verificata la sostanziale omologia <strong>di</strong> virulenza<br />
fra Dg2 e GUS2. In questo modo tutte le prove che<br />
coinvolgono GUS2 sono confinate negli ambienti controllati<br />
dei laboratori. I risultati mostrano che il metodo<br />
GUS2 è paragonabile al metodo classico; secondo il primo<br />
metodo, infatti, le <strong>di</strong>verse varietà <strong>di</strong> orzo in esame<br />
hanno circa lo stesso or<strong>di</strong>ne crescente <strong>di</strong> resistenza<br />
(ranking) ottenuto con il metodo classico. Per alcune varietà<br />
i risultati ottenuti con il metodo GUS2 sono stati anche<br />
confrontati con i risultati dei test <strong>di</strong> infezione eseguiti<br />
con la popolazione naturale <strong>di</strong> campo del fungo.<br />
Anche in questo caso il ranking ottenuto con i due meto<strong>di</strong><br />
è sostanzialmente paragonabile, confermando la vali<strong>di</strong>tà<br />
del metodo basato su GUS2.<br />
CONCLUSIONI<br />
L’Italia è tra i più forti consumatori <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> <strong>di</strong> Europa.<br />
I dati ufficiali parlano <strong>di</strong> 10 chilogrammi ad ettaro<br />
coltivato come dato me<strong>di</strong>o, che tende a salire enormemente<br />
nelle aree del Nord-Italia con un’agricoltura molto<br />
industrializzata (3) . L’esposizione professionale cronica,<br />
soprattutto in ambienti chiusi quali le serre, costituisce<br />
un problema sanitario rilevante. Inoltre, stu<strong>di</strong> recenti<br />
caso-controllo hanno in<strong>di</strong>cato che il rischio <strong>di</strong> sviluppare<br />
la malattia <strong>di</strong> Parkinson tra gli esposti per motivi professionali<br />
a pestici<strong>di</strong>, è quasi doppio rispetto al campione<br />
<strong>di</strong> controllo (4) . L’in<strong>di</strong>rizzo futuro è quin<strong>di</strong> quello <strong>di</strong> ridurre,<br />
o dove possibile, eliminare l’impiego <strong>di</strong> queste sostanze<br />
a favore <strong>di</strong> metodologie alternative a minore impatto.<br />
Alcune <strong>di</strong> queste meto<strong>di</strong>che, come nel caso analizzato,<br />
prevedono l’utilizzo <strong>di</strong> microrganismi geneticamente<br />
mo<strong>di</strong>ficati. Lo stu<strong>di</strong>o in esame ha permesso <strong>di</strong>