28° Congresso Internazionale ICOH - Giornale Italiano di Medicina ...
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224 G Ital Med Lav Erg 2006; 28:2<br />
www.gimle.fsm.it<br />
l’Europa, in accordo con i Quartieri Generali OMS, ha<br />
promosso, in collaborazione con l’ISPESL, questa<br />
consultazione per relazionare sulle azioni nazionali e<br />
internazionali in corso e per sviluppare delle raccomandazioni<br />
con lo scopo <strong>di</strong> ridurre i rischi lavorativi<br />
per i minori.<br />
DISCUSSIONE<br />
L’ISPESL, capofila in Italia per questa tematica, ha<br />
collaborato attivamente alla stesura del documento programmatico<br />
conclusivo del meeting <strong>di</strong> Fiuggi, che in<strong>di</strong>vidua<br />
due piani <strong>di</strong> azione (3): il primo coinvolge <strong>di</strong>rettamente<br />
i governi nazionali, mentre il secondo prevede<br />
l’attivazione <strong>di</strong> collaborazioni internazionali.<br />
A livello nazionale le proposte emerse sollecitano i<br />
governi ad intraprendere azioni secondo le seguenti linee<br />
<strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo:<br />
• Svolgere un’analisi della situazione nazionale (attraverso<br />
lo sviluppo <strong>di</strong> country profile), includendo la<br />
valutazione della rilevanza del problema e delle conseguenze<br />
sulla salute e sulla sicurezza.<br />
• Definire le forme peggiori <strong>di</strong> lavoro minorile e sviluppare<br />
adeguati strumenti per l’identificazione, la<br />
valutazione e la riduzione.<br />
• Implementare le normative nazionali soprattutto riguardo<br />
alla reale applicazione delle leggi già esistenti<br />
contro il lavoro minorile ed a tutela del lavoro degli<br />
adolescenti.<br />
• Sviluppare e implementare programmi <strong>di</strong> informazione<br />
e strategie specifiche per i datori <strong>di</strong> lavoro, gli<br />
impren<strong>di</strong>tori, le imprese familiari, i genitori, i bambini<br />
e gli adolescenti oltre che per gli esperti della salute<br />
e sicurezza occupazionale e i professionisti della<br />
salute primaria.<br />
• Rafforzare le competenze in merito alla salute occupazionale<br />
degli esperti della salute primaria al fine<br />
<strong>di</strong> identificare precocemente i segni e i sintomi<br />
delle peggiori forme <strong>di</strong> lavoro minorile e le sue<br />
conseguenze.<br />
• Fornire addestramento e formazione, in particolare:<br />
– educando alla salute e promuovendo la cultura<br />
della sicurezza nelle scuole;<br />
– includendo tematiche sulla sicurezza e salute occupazionale<br />
nei programmi per la formazione<br />
professionale;<br />
– inserendo nei programmi formativi degli esperti<br />
in salute e sicurezza sul lavoro, le tematiche sui<br />
rischi occupazionali per i bambini e programmando<br />
una formazione continua per gli operatori<br />
sanitari.<br />
Per tali azioni è fondamentale il lavoro congiunto del<br />
Ministero della Salute con il Ministero del Lavoro, il Ministero<br />
dell’Istruzione e gli organismi nazionali responsabili<br />
per la protezione dei bambini, in consultazione con<br />
gli stakeholder (datori <strong>di</strong> lavori, parti sociali, università e<br />
professionalità me<strong>di</strong>che ed esperti della sicurezza).<br />
A livello internazionale le proposte <strong>di</strong> azione mirano<br />
a rafforzare la collaborazione tra OMS e OIL, che<br />
sotto <strong>di</strong>versi aspetti stu<strong>di</strong>ano e operano da anni per ridurre<br />
i rischi per la salute dei bambini che lavorano, ed<br />
a coinvolgere in questa sinergia anche la Commissione<br />
Europea e i principali organismi dell’UE come l’Agenzia<br />
Europea per la Salute e Sicurezza sul Lavoro<br />
(European Agency for Occupational Safety and Health<br />
at Work) ela Fondazione Europea per il Miglioramento<br />
delle Con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> Vita e <strong>di</strong> Lavoro (European<br />
Foundation for Living and Working Con<strong>di</strong>tions). La<br />
carenza <strong>di</strong> informazioni sistematiche e <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori<br />
comuni, circa i rischi per i minori sul lavoro, riscontrata<br />
anche in ambito internazionale, rappresenta<br />
un’opportunità per la Commissione Europea per potenziare<br />
le attività in tema <strong>di</strong> lavoro minorile, con particolare<br />
riguardo alla raccolta dei dati ed al loro utilizzo<br />
nei piani d’azione.<br />
CONCLUSIONI<br />
Appare evidente che il rischio occupazionale costituisce<br />
un problema reale per la salute dei bambini in molti<br />
Paesi della regione Europea. Inoltre il lavoro pericoloso<br />
nel settore dell’economia informale e il lavoro non retribuito<br />
nelle aziende a conduzione familiare sono molto<br />
<strong>di</strong>fficili da identificare, valutare e quin<strong>di</strong> prevenire. In<br />
questo contesto, il punto <strong>di</strong> criticità appare indubbiamente<br />
lo sviluppo delle conoscenze sul lavoro minorile pericoloso<br />
e sulle conseguenze che esso comporta sulla salute<br />
dei bambini.<br />
Perciò, è <strong>di</strong> grande importanza stimolare lo sviluppo<br />
<strong>di</strong> una consapevolezza da parte dell’intera società circa<br />
gli effetti e le conseguenze dei rischi del lavoro sulla salute<br />
dei minori.<br />
Gli interventi nel singolo ambito nazionale per valutare,<br />
prevenire e comunicare tali rischi possono essere<br />
<strong>di</strong>fferenti a seconda del livello generale <strong>di</strong> salute e sicurezza<br />
sui luoghi <strong>di</strong> lavoro, della legislazione in materia e<br />
del livello <strong>di</strong> azione dei Servizi territoriali per la salute<br />
sul lavoro e possono avere successo solo se integrati nell’ambito<br />
delle regole generali <strong>di</strong> prevenzione per il settore<br />
OSH. L’utilizzo <strong>di</strong> modelli <strong>di</strong> azione e <strong>di</strong> pratiche culturalmente<br />
sensibili e sperimentate può stimolare lo sviluppo<br />
e la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> regole utili per la riduzione dei<br />
rischi legati al lavoro dei minori.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
1) International Programme on the Elimination of Child Labour<br />
(2002). Statistical Information and Monitoring Programme on<br />
Child Labour. Every Child Counts. New Global Estimates on<br />
Child Labour. ILO. Ginevra. Aprile 2002.<br />
2) Istituto nazionale <strong>di</strong> statistica. Convenzione ISTAT - Ministero del<br />
lavoro e delle politiche sociali (2002). Sistema informativo sul lavoro<br />
minorile. Progetto Silm. Relazione finale. Roma. Dicembre<br />
2002.<br />
3) Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro<br />
(2003). Proteggere il nostro futuro. Contributi sul lavoro minorile.<br />
Monografia ISPESL - Centro <strong>di</strong> Collaborazione dell’Organizzazione<br />
Mon<strong>di</strong>ale della Sanità. Roma. Novembre 2003.<br />
Richiesta estratti: Dott.ssa Marta Petyx - ISPESL,<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina del Lavoro - Via Fontana Can<strong>di</strong>da, 1<br />
- 00040 Monteporzio Catone (Roma), Italy - Tel: 06 94181520,<br />
Fax: 06 94181556, E-mail: marta.petyx@ispesl.it