28° Congresso Internazionale ICOH - Giornale Italiano di Medicina ...
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170 G Ital Med Lav Erg 2006; 28:2<br />
www.gimle.fsm.it<br />
inclu<strong>di</strong>ng information and organization supports hare been<br />
established by a work group composed by health physicians,<br />
workers and industrial hygienists. The major goals of the program<br />
were: to listen and support each worker who perceives worries<br />
about his health status; to prevent, if possible, <strong>di</strong>seases, especially<br />
cancer, resulting from exposure; to document the existing injuries<br />
for legal compensation. The resulting actions consist of<br />
counselling; in<strong>di</strong>cation to follow an adequate life and work style;<br />
in<strong>di</strong>cation, based on specific request of worker, of sanitary checks<br />
of first or eventually second level.<br />
Il D.L. 626/94 prevede l’effettuazione della sorveglianza<br />
sanitaria dei lavoratori esposti ad agenti cancerogeni<br />
anche dopo la cessazione del lavoro. Tale sorveglianza<br />
può essere intesa come controllo sanitario, non<br />
necessariamente clinico, cui il lavoratore si sottopone,<br />
non obbligatoriamente, sulla scorta dell’informazione resa<br />
dal me<strong>di</strong>co competente. Perde quin<strong>di</strong> la valenza <strong>di</strong><br />
prevenzione primaria, ma rimane quella <strong>di</strong> prevenzione<br />
secondaria.<br />
Poiché non esistono ad oggi vali<strong>di</strong> meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> screening<br />
per i tumori professionali da amianto (carcinoma<br />
del polmone e mesotelioma), la sorveglianza degli exesposti<br />
non può che essere finalizzata a ricostruire la storia<br />
<strong>di</strong> esposizione e ad informare la singola persona sui<br />
rischi ad essa legati, nonché sugli stili <strong>di</strong> vita più opportuni<br />
da adottare e sulle possibilità <strong>di</strong>agnostiche, terapeutiche<br />
e me<strong>di</strong>co-legali per le eventuali patologie correlate.<br />
Sul piano operativo si può ipotizzare che i Servizi territoriali<br />
<strong>di</strong> prevenzione nei luoghi <strong>di</strong> lavoro promuovano<br />
interventi basati su due percorsi: iniziale e <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento.<br />
Il primo può consistere in una campagna informativa<br />
per i lavoratori esposti sui rischi per la salute legati a tale<br />
esposizione e sulle misure preventive <strong>di</strong>sponibili (sospensione<br />
dell’abitu<strong>di</strong>ne al fumo e della esposizione a<br />
polveri ed irritanti respiratori), a cui può seguire la raccolta<br />
della storia lavorativa, l’esame della storia clinica,<br />
la visita me<strong>di</strong>ca e l’eventuale decisione <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>menti<br />
<strong>di</strong>agnostici.<br />
Il percorso <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento per la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong><br />
malattie da amianto consiste nel ricorso a strutture<br />
specialistiche in<strong>di</strong>viduate dalle ASL per l’effettuazione<br />
<strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ografia del torace da refertare secondo la<br />
classificazione ILO, <strong>di</strong> PFR con DLCo, <strong>di</strong> eventuale<br />
TAC spirale e Fibrobroncoscopia con lavaggio broncoalveolare.<br />
È opportuno aver presenti i vantaggi e gli svantaggi<br />
<strong>di</strong> tale pratica, anche in considerazione dell’impatto economico<br />
e psicosociale.<br />
I vantaggi possono essere:<br />
– clinici: controllo dello stato <strong>di</strong> salute<br />
– etico-sociali: informazione capillare e contatto in<strong>di</strong>viduale<br />
– <strong>di</strong> sanità pubblica: riduzione <strong>di</strong> rischi aggiuntivi<br />
– epidemiologici: miglior conoscenza del rapporto causa/effetto<br />
– me<strong>di</strong>co-legali: riconoscimento <strong>di</strong> eventuali malattie<br />
professionali<br />
Di contro gli svantaggi sono rappresentati da:<br />
– impegno economico rilevante senza certezze sui benefici<br />
indotti<br />
– rischio <strong>di</strong> eccessiva me<strong>di</strong>calizzazione<br />
– possibilità <strong>di</strong> indurre inappropriate aspettative <strong>di</strong> cura<br />
e risarcimento<br />
– possibilità <strong>di</strong> causare eccessive preoccupazioni sullo<br />
stato <strong>di</strong> salute <strong>di</strong> singoli o <strong>di</strong> comunità<br />
– mancato abbandono <strong>di</strong> comportamenti a rischio (fumo)<br />
per il solo fatto <strong>di</strong> essere inseriti in un programma<br />
<strong>di</strong> sorveglianza sanitaria.<br />
L’ESPOSIZIONE AD AMIANTO IN UNA GRANDE AZIENDA DEL<br />
SETTORE METALLURGICO-METALMECCANICO.<br />
L’azienda opera dagli inizi del ‘900 nell’hinterland<br />
milanese ed occupa attualmente circa 800 lavoratori, ma<br />
nel corso della sua attività ha raggiunto anche i 5.000 addetti<br />
contemporaneamente.<br />
L’attività produttiva tipica non ha mai implicato l’utilizzo<br />
<strong>di</strong> amianto come materia prima.<br />
Era invece previsto l’uso <strong>di</strong> manufatti in amianto o<br />
contenenti amianto per: isolamento termico <strong>di</strong> pezzi da<br />
lavorare a caldo; coibentazione <strong>di</strong> parti <strong>di</strong> impianti e<br />
macchinari; stampaggio <strong>di</strong> guarnizioni e loro installazione<br />
sui macchinari prodotti; protezione dei lavoratori<br />
nel corso <strong>di</strong> particolari lavorazioni a caldo. Questi manufatti<br />
sono stati introdotti, contestualmente alle lavorazioni<br />
su pezzi <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, dalla metà degli anni<br />
‘50 ed hanno avuto grande <strong>di</strong>ffusione negli anni dal<br />
1960 al 1980; sono stati eliminati e sostituiti a partire<br />
dal 1981.<br />
Per la definizione dell’esposizione correlata alle <strong>di</strong>fferenti<br />
mansioni si è fatto riferimento al documento<br />
“Organizzazione della produzione e fattori <strong>di</strong> rischio<br />
per la salute dei lavoratori <strong>di</strong> un’industria metallurgico-meccanica<br />
<strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni” redatto nel 1981<br />
dal Servizio <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Ambiente <strong>di</strong> Lavoro dell’ASL<br />
competente.<br />
L’azienda produceva turbine, generatori <strong>di</strong> vapore,<br />
pompe idrauliche, compressori centrifughi, scambiatori<br />
<strong>di</strong> calore. I reparti produttivi comprendevano: fonderia<br />
acciaio, fonderia ghisa, carpenteria-tubisteria, saldatura e<br />
riparazione, montaggi, servizi, officine.<br />
Sono state identificate tre modalità generali secondo<br />
cui si è potuta realizzare l’esposizione ad amianto dei<br />
singoli addetti:<br />
• esposizione <strong>di</strong>retta nel caso in cui il lavoratore utilizzava<br />
o manipolava personalmente manufatti o materiali<br />
contenenti amianto<br />
• esposizione in<strong>di</strong>retta (o per contiguità ambientale)<br />
nel caso in cui il lavoratore non doveva utilizzare<br />
personalmente manufatti o materiali contenenti<br />
amianto ma operava in ambienti in cui l’amianto era<br />
utilizzato da altri colleghi per le loro specifiche<br />
mansioni<br />
• esposizione generica nel caso in cui il lavoratore<br />
operava in ambienti in cui non era prevista in nessun