28° Congresso Internazionale ICOH - Giornale Italiano di Medicina ...

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188 G Ital Med Lav Erg 2006; 28:2 www.gimle.fsm.it Tabella I. Esposti espressi in numero assoluto e percentuale A B EMG Destrimani 252 36.3% 31 4.5% 25 3,6% Mancini 1 1 1 11% Tabella II. Controllo espressi in numero assoluto e percentuale A B EMG Destrimani 100 15 8 14.3% 2.1% 1,2% Mancini 0 0 0 L’analisi ha posto in luce che tra i gruppi, solamente A comporta una differenza statisticamente significativa (p=0.000), contrariamente a B (p=0.373) ed EMG (p=0.141). Lo studio effettuato all’interno dei non esposti evidenzia che non esistono differenze statisticamente significative tra B ed EMG (p=0.477), mentre tra A e B otteniamo un p-value altamente significativo (p=0.000). DISCUSSIONE E CONCLUSIONI Dalla disamina dei risultati si nota che – il campione da noi studiato presenta una maggiore incidenza sia di disturbi che di sindrome del Tunnel Carpale. – Non esistono differenze statisticamente significative tra i soggetti positivi ai tests obiettivi e quelli in cui EMG ha confermato l’esistenza della sindrome. I nostri dati ben si correlano con quanto affermato da Bonfiglioli (2005) che in un’indagine similare concludeva che il lavoro di cassa dei supermercati espone i lavoratori a fattori di rischio di tipo biomeccanico per l’arto superiore. Interessante riteniamo, inoltre, l’aver dimostrato come un attento studio della sintomatologia e dell’obiettivita clinica da risultati diagnostici sovrapponibili a quelli ottenuti con L’EMG. BIBLIOGRAFIA 1) ACGIH. American Conference of the Governmental Industrial Hygienists.Threshold Limit Value for Chemical Substances and PhysicalAgents and Biological Exposure Indices. Cincinnati, Oh, 2002. 2) Margolis W, Kraus JF. The prevalence of carpal tunnel syndrome symptoms in female supermarketcheckers. J Occup Med 1987 Dec; 29(12): 953-6. 3) NIOSH. Musculoskeletal disorders (MSDS) and workplace factors. Cincinnati (OH): DHHSPublication,Chapter 5a,NIOSH 1995. 4) Colombini D, Occhipinti E, Cairoli S, Baracco A. Proposta e validazione preliminare di una check-list per la stima dell’esposizione lavorativa a movimenti e sforzi ripetuti degli arti superiori” Med lav 2000; 91, 5: 470-485. 5) Pesarin F. Multivariate permutation tests with application in biostatistics. John Wiley and sons. 2001. Richiesta estratti: Prof. Abbate Carmelo - Dip. di Medicina Sociale e del Territorio Università di Messina, Sez. Medicina del Lavoro - Policlinico Universitario “G. Martino” Via C. Valeria 1 Pad. H II piano - 98100 Messina, Italy @mail: abbatec@unime.it CS-13 LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO OCCUPAZIONALE: CONFRONTO TRA METODI DI CORRENTE UTILIZZO S. Martinelli1,2 , R. Ghersi 2,3 , P. Grazioli1,4 , E. Minisci1 , F. Gobba1,2 1 Cattedra di Medicina del Lavoro, Dipartimento di Scienze di Sanità Pubblica, Università di Modena e Reggio Emilia 2 Dottorato di Ricerca in Sanità Pubblica, Università di Modena e Reggio Emilia 3 Dipartimento di Prevenzione, Azienda USL di Modena 4 Unità di Prevenzione e Diagnosi, Suzzara, Mantova RIASSUNTO. Il rischio ergonomico da Work-related Musculo Skeletal Disorders (WMSDs) è stato analizzato in 28 postazioni di lavoro di due aziende del legno mediante alcuni comuni metodi per la valutazione dei fattori di rischio biomeccanico. I risultati dimostrano che solo analizzando le singole componenti degli indici sintetici forniti dai metodi è possibile evidenziare gli specifici fattori di criticità delle postazioni. ABSTRACT. Some of the most common methods for the evaluation of the ergonomic risk of Work-Related Musculo Skeletal Disorders were applied to different workplaces. The results show that an evaluation of the single components of the synthetic risk-indices given by the methods is needed to evidence the specific critical aspects. INTRODUZIONE Tra i numerosi fattori che intervengono sulla comparsa disturbi muscolo-scheletrici un ruolo importante è certamente svolto dall’esposizione, in ambito lavorativo, a fattori di rischio biomeccanico. Le malattie da sovraccarico biomeccanico (o “disordini muscolo-scheletrici lavoro correlati”, Work-related Musculo Skeletal Disorders, WMSDs) sono patologie occupazionali di grande rilevanza nei Paesi industrializzati, ed i dati sono indicativi di un importante incremento nel tempo. Si tratta di condizioni patologiche causate o esacerbate da fattori di rischio lavorativi che, in base alla sede possono essere suddivise in due grandi gruppi: disturbi o patologie da movimenti e/o sforzi ripetitivi che, usualmente, riguardano gli arti superiori, e disturbi o patologie del rachide. La prevenzione di queste malattie richiede interventi articolati ma, in primo luogo, si basa sull’identificazione ed analisi dei rischi connessi con il lavoro specifico. A questo proposito vari sono i metodi che sono stati proposti per una valutazione analitica dei fattori di rischio biomeccanico connessi con lo svolgimento delle attività lavorative; per motivi di spazio, non è possibile descriverli dettagliatamente in questa sede. Peraltro, almeno una conoscenza dei più diffusi, e del loro significato ai fini di una corretta valutazione del rischio, fa parte del bagaglio culturale indispensabile per il Medico competente. Per questa ragione qui di seguito descriviamo i risultati delle analisi ottenute in varie postazioni, applicando i più comuni metodi di valutazione del sovraccarico biomeccanico. MATERIALI E METODI Per l’analisi del rischio da movimenti e sforzi ripetuti degli arti superiori sono state comparate le valutazioni
G Ital Med Lav Erg 2006; 28:2 189 www.gimle.fsm.it fornite da 3 metodi: il Job Strain Index (JSI), l’OCRA Check List e l’ACGIH-Hand Activity Level (HAL), mentre per quanto riguarda il rischio di sovraccarico del rachide sono stati utilizzati 2 metodi: il Metodo Gruppo di Lavoro NIOSH - Linee Guida 626 italiane ed il Metodo UNI EN 1005-2. Sono state prese in esame 28 postazioni di lavoro di due diverse aziende del comparto legno. Per meglio comprendere i risultati del nostro studio è necessaria una breve descrizione dei metodi di valutazione utilizzati. ACGIH-HAL: è fondato sul calcolo di 2 valori, il livello di attività manuale media (HAL), che considera specificamente mano, polso ed avambraccio, ed il Picco di forza normalizzato (PF) che valuta la forza massima richiesta per l’attività: dalla loro combinazione si ricava un valore che viene confrontato con il TLV. Le attività lavorative nelle quali viene superato il TLV sono considerate ad elevato rischio per lo sviluppo di disturbi muscolo-scheletrici; l’ACGIH richiama la necessità di considerare anche fattori, quali le posture scorrette e le compressioni localizzate, in quanto non analizzati dal metodo stesso. Job Strain Index: è un metodo semiquantitativo che analizza 6 fattori di rischio (intensità e durata dello sforzo, numero di azioni, postura mano-polso, velocità di esecuzione del compito e sua durata) e ad essi assegna un valore, dalla cui moltiplicazione si ottiene lo Strain Index (S.I). Un valore di S.I. superiore a 7 (“zona rossa”) indica la necessità di interventi sulla postazione di lavoro. OCRA Check list (versione giugno 2004): in base ad elementi soggettivi (Scala di Borg per lo sforzo) e all’attenta osservazione dell’attività lavorativa, assegna un punteggio sintetico a 5 gruppi di fattori di rischio (ripetitività, forza, postura, periodi di recupero e fattori complementari, quali lavori di precisione, vibrazioni, compressioni localizzate ecc. Dalla somma di tali punteggi si ottiene l’Indice di Esposizione a lavori ripetitivi (I.E.), in base al quale la mansione è collocata in una specifica fascia di rischio: valori tra 7,6 e 11 prevedono una riverifica della postazione, mentre valori superiori indicano la presenza di un rischio e la necessità di interventi preventivi. Metodo Gr. Lavoro NIOSH: fornisce, attraverso l’Indice di Sollevamento (I.S.), una stima del rischio per un lavoratore che movimenta carichi per 8 ore e per l’intera settimana lavorativa. Si ottiene dal rapporto tra il “Peso effettivamente sollevato” (calcolato da vari fattori oltre al peso del carico), ed il “Peso limite raccomandato”: valori superiori a 0,75 sono indicativi di una situazione ai limiti (zona gialla), mentre valori superiori a 1,25 richiedono adeguati interventi di prevenzione. Il metodo proposto dalle linee Guida interregionali italiane è sostanzialmente analogo, ma con alcune differenze nei pesi massimi raccomandati in funzione di genere ed età. Metodo EN 1005-2: è un protocollo proposto dal CEN “European Committee for Standardization” già approvato da diversi paesi UE, e recentemente in Italia da UNI. L’approccio è simile ai criteri NIOSH, ma se ne differenzia principalmente in quanto, in presenza di compiti frammisti, considera solo la situazione più a rischio. È utile sottolineare che questo metodo è stato costruito allo scopo di fornire dati utili al progettista di nuove macchine per permettergli di rispettare norme ergonomiche. RISULTATI E DISCUSSIONE Il confronto dei risultati ottenuti nelle 28 postazioni esaminate dimostra che la valutazione dei movimenti e sforzi ripetuti degli arti superiori fornisce risultati sovrapponibili in alcune postazioni, ma nettamente divergenti in varie altre. Ad esempio, nelle postazioni in cui era presente stereotipia l’indice di rischio risulta più elevato con il metodo OCRA CL, l’unico a considerare questo fattore. Invece, in postazioni in cui era presente sforzo, ad esempio legato all’uso di un utensile manuale i risultati sono peggiori con il JSI che, infatti, limita la valutazione della postura al distretto mano-polso e considera lo sforzo come elemento fondamentale del rischio, attribuendo importanza inferiore agli altri fattori. Ne sono esempio le postazioni “incardinamento porte” e “ferramenta” che sono rappresentate in tabella I. Nella prima delle due postazioni OCRA CL è il metodo che fornisce la valutazione peggiorativa; ciò è giustificabile dal fatto che questa metodologia, a differenza delle altre, prende in considerazione la postura incongrua della spalla (gli altri 2 metodi valutano solo il distretto mano/polso) e la presenza di azioni stereotipate. Nella seconda, invece, è il metodo JSI a valutare a rischio più elevato la postazione: il dato è correlabile al peso che tale metodo attribuisce all’intensità dello sforzo (nello specifico dovuta all’uso di un avvitatore) a scapito di altri fattori di rischio quali la postura. Le valutazioni del sovraccarico del rachide sono risultate, nel complesso, confrontabili per quanto concerne l’individuazione qualitativa del rischio, infatti entrambi i metodi considerano gli stessi fattori di rischio. Tuttavia il metodo UNI EN 1005-2 fornisce una stima più cautelativa, in ragione principalmente del peso di riferimento che è minore e per i limiti più restrittivi. Ne sono esempio le postazioni “assemblaggio porte” e Tabella I. Confronto dei risultati delle valutazioni del sovraccarico degli arti superiori ottenute con tre differenti metodi di analisi
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