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Messaggi in Bottiglia n.9 - Ais Puglia

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Bari<br />

104 NERO DI CONTI ZECCA:<br />

INNOVAZIONE NELLA TRADIZIONE<br />

Quando si parla del Salento, e ci si riferisce al v<strong>in</strong>o, si parla<br />

quasi sempre di Negroamaro. Ma se il Negroamaro si fonde<br />

con il Cabernet Sauvignon, <strong>in</strong> un connubio tanto <strong>in</strong>solito<br />

quanto <strong>in</strong>novativo, allora non c’è alcun dubbio: si parla del<br />

“Nero”! E proprio al “Nero” dell’azienda Conti Zecca, la delegazione<br />

Bari ha voluto dedicare una serata speciale, proponendo<br />

quella che, tra le varie esperienze di degustazione, più<br />

<strong>in</strong>segna quanto il v<strong>in</strong>o è “vivo”, non è mai uguale a se stesso,<br />

pur se si chiama sempre “Nero”.<br />

Il 19 novembre, presso l’Hotel Palace di Bari, si è svolta una<br />

verticale di questo splendido v<strong>in</strong>o. Sui banchi di assaggio sette<br />

annate, ovvero: 1998,1999,2000,2001,2003, 2005 e 2006.<br />

A condurre la serata, impeccabile e preciso nei dati, brillante<br />

e simpatico nella presentazione, il relatore <strong>Ais</strong> dott. Michele<br />

Mastropierro. Con lui, oltre al Delegato Raffaele Massa,<br />

il dott. Antonio Fernando Romano, storico enologo delle<br />

Cant<strong>in</strong>e Conti Zecca. L’Azienda Conti Zecca ha la sua sede a<br />

Leveranno, graziosa cittad<strong>in</strong>a salent<strong>in</strong>a, nata come accampamento<br />

di profughi dopo che Totila, re degli ostrogoti, distrusse<br />

i casali della zona; nel IX secolo il piccolo <strong>in</strong>sediamento fu<br />

di nuovo distrutto dagli Arabi e qu<strong>in</strong>di solo nel 1400 protetto<br />

dalle dalle mure edificate da Tristano di Chiaromonte conte<br />

di Copert<strong>in</strong>o. In agro di Leverano, dunque, e f<strong>in</strong>o a raggiungere<br />

il limitrofo Comune di Salice Salent<strong>in</strong>o, si adagiano i<br />

vigneti dei “Conti Zecca”, casato presente nella zona da oltre<br />

c<strong>in</strong>quecento anni; l’azienda si estende per un totale di 800<br />

ha., di cui 320 vitati, e si compone di quattro Tenute: Cantalupi,<br />

Donna Marzia, Saraceno e Santo Stefano. É dalla tenuta<br />

Cantalupi, situata nel cuore nella zona DOC Salice Salent<strong>in</strong>o,<br />

che provengono parte delle uve che compongono il Nero. Ma<br />

il Nero non rientra <strong>in</strong> questa DOC! E <strong>in</strong>fatti, correvano gli<br />

anni ’80, allorquando i fratelli Zecca decisero di <strong>in</strong>trodurre e<br />

sperimentare nella tenuta Cantalupi cloni scelti di Cabernet<br />

Sauvignon per poi tentarne la v<strong>in</strong>ificazione con il Negroamaro:<br />

e fu amore a prima vista! L’autoctono Negroamaro e<br />

l’<strong>in</strong>ternazionale Cabernet Sauvignon si fusero <strong>in</strong> un’unione<br />

perfetta; l’eleganza e la morbidezza del cabernet sauvignon<br />

sposò la tannicità appena accentuata del negroamaro, dando<br />

vita ad uno dei v<strong>in</strong>i più premiati <strong>in</strong> Italia.<br />

Ancora oggi, <strong>in</strong>fatti, il Nero, da uve Negroamaro 70% e Ca-<br />

bernet Sauvignon 30%, tipologia IGT Salento Rosso, è uno<br />

splendido esempio di come la tipicità di un territorio e dei<br />

suoi vitigni possono essere mantenuti ed esaltati se abb<strong>in</strong>ati<br />

ad un pizzico di giusta novità. Il sistema di v<strong>in</strong>ificazione del<br />

Nero è tra i più accurati. Dopo una diraspatura e pigiatura<br />

soffice, la macerazione si prolunga per 15 e oltre a temperature<br />

comprese tra i 28-30 gradi; il v<strong>in</strong>o poi riposa 18 mesi <strong>in</strong><br />

barriques di legno francese, 12 mesi <strong>in</strong> botti di rovere da 30<br />

hl (ma questo solo a partire dal 2006) e conclude la sua maturazione<br />

con 6 mesi di aff<strong>in</strong>amento <strong>in</strong> bottiglia.<br />

Quanto alle caratteristiche organolettiche, il colore è rosso<br />

rub<strong>in</strong>o <strong>in</strong>tenso con qualche riflesso granata; al naso ci regala<br />

sentori di piccoli frutti rossi e di spezie, di vaniglia e di liquirizia<br />

(quest’ultima tipico sentore del Negroamaro), note di<br />

sottobosco e toni vegetali (questi ultimi tipici del Cabernet<br />

Sauvignon); all’esame gusto-olfattivo si presenta morbido ed<br />

armonico, con tann<strong>in</strong>i maturi <strong>in</strong> un corpo ricco e ben strutturato<br />

e con un f<strong>in</strong>ale persistente. La temperatura di servizio<br />

viene generalmente <strong>in</strong>dicata <strong>in</strong> 18-20°, ma il relatore della<br />

serata ci ha consigliato di servirlo a 17° come i grandi bordeaux.<br />

Ottimo l’accostamento con antipasti a base di crost<strong>in</strong>i<br />

con fegat<strong>in</strong>i di selvagg<strong>in</strong>a o terr<strong>in</strong>e di cacciagione, primi piatti<br />

con condimenti particolarmente gustosi, carni rosse arrostite<br />

e formaggi stagionati.<br />

Tutte queste caratteristiche le abbiamo ritrovate, <strong>in</strong> un maniera<br />

più o meno accentuata, e con alcune differenze, nelle<br />

annate che sono state oggetto della degustazione.<br />

A com<strong>in</strong>ciare dal Nero 2006, ancora giovane e promettente,<br />

frutto di una vendemmia nel complesso ottima; qu<strong>in</strong>di<br />

nel Nero 2005, un’annata tra le più scarse degli ultimi 50<br />

anni; e ancora nel Nero 2003, prodotto di una vendemmia<br />

molto anticipata; qu<strong>in</strong>di nel Nero 2001, annata caratterizzata<br />

da scarse precipitazioni e alte temperature estive; ancora<br />

nel Nero 2000, annata capricciosa, caratterizzata dal caldo<br />

estivo <strong>in</strong> primavera e temperature post <strong>in</strong>vernali <strong>in</strong> estate;<br />

qu<strong>in</strong>di nel Nero 1999, annata fatta di colpi di scena e con<br />

andamento stagionale piuttosto <strong>in</strong>costante; per f<strong>in</strong>ire al Nero<br />

1998, annate di grandi speranze, poi andate deluse. Ma la<br />

mano dell’uomo, la dedizione e la professionalità <strong>in</strong> cant<strong>in</strong>a,<br />

possono <strong>in</strong>tervenire a smorzare l’<strong>in</strong>clemenza delle stagioni. E<br />

così il nostro v<strong>in</strong>o, pur nelle annate meno fortunate, è sempre<br />

salito agli onori delle guide specialistiche del settore, ricevendo<br />

i c<strong>in</strong>que grappoli della Guida Duemilv<strong>in</strong>i per le annate<br />

1999, 2001,2002, 2003,2005, i tre bicchieri della Guida del<br />

Gambero Rosso per le annate 1998,1999,2000,2001,2002,<br />

2003,2005, e, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, il massimo riconoscimento della Guida

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