Messaggi in Bottiglia n.9 - Ais Puglia

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92 qualità-prezzo che lo rende decisamente “appetibile” rispetto ad altri forse più blasonati, ma non per tutti! Al momento in cui scriviamo queste note, quasi la totalità dei produttori di vino pugliesi (oltre a qualche enoteca e sito di e-commerce agroalimentare) ha un proprio sito web. Una situazione in linea perfetta con i dati nazionali che ci riferiscono di circa 6 aziende su 10 dotate di un proprio sito web. Ma si tratta di una presenza online puramente “istituzionale” (spesso negativamente autoreferenziale), poco adatta alle nuove forme di marketing e comunicazione. Non per niente da alcuni anni ormai si parla in modo sempre più deciso di “internet marketing” come una branca specialistica del marketing tradizionale, di cui naturalmente è parte integrante. Pensare di adottare tecniche e azioni “tradizionali” sul web porterà senz’altro al fallimento di qualsiasi iniziativa. Il motivo? É semplice: ci si rivolge ad un target fatto di nuovi clienti potenziali ma differente rispetto a quello che tradizionalmente acquista vino direttamente in cantina, in enoteca o al supermercato: un pubblico tendenzialmente più giovane, smaliziato nell’uso delle nuove tecnologie, abituato ai confronti e sensibile ai prezzi migliori, privati ma anche grossisti e distributori a caccia di novità. Un target che in buona parte non coincide affatto con quello tradizionale: una banale verità che nasconde però la vera nuova opportunità per il vino pugliese. Affiancare, cioè, alle attività “locali”, azioni commerciali “globali”. Azioni che presuppongono un concetto di “visibilità online” che non va confuso con la semplice “presenza online”: tra migliaia di pagine che parlano di vino, il “nostro” sito web è come un “ago nel pagliaio”. In queste condizioni non è semplice farsi trovare. E sempre che… i motori di ricerca siano in grado di “leggere” le pagine del nostro sito! Attenzione: provare a digitare in Google il nome della propria azienda ed ottenere alcuni risultati non vuol dire nulla: un potenziale cliente di Torino, Bruxelles o Miami non vi conosce mica! Sui motori di ricerca lui scriverà “frasi” più generiche come ad. es. “produttore vino puglia”, oppure “ecommerce vini puglia”!!! Una buona presenza sul web dipende quindi dalla qualità del sito: tecnologia e contenuti utilizzati per realizzarlo sono di fondamentale importanza. Un motore di ricerca simula il comportamento di un “essere umano”: solo se è in grado di trovare contenuti e testi comprensibili, sarà in grado di “indicizzare” le varie pagine e far si che le stesse siano rintracciabili dagli utenti (e potenziali clienti) utilizzando “parole chiave” specifiche. Per andare sul pratico, se un sito è fatto di immagini e impiega in modo massiccio tecnologie come flash o javascript, si rischia di non essere quasi del tutto visibili ai motori di ricerca, e quindi agli utenti. Una frase inserita all’interno di un’immagine, infatti, non è comprensibile da un motore di ricerca, che tenderà a scartarla. E con essa le eventuali “parole chiave” con le quali un sito è normalmente raggiungibile attraverso una semplice ricerca. Ma puntare solo sulla “qualità” del sito non basta. Bisogna che la presenza sul web sia supportata da un buon piano di internet marketing basato sulla capacità del sito stesso di essere un contenitore bidirezionale di informazioni: dal produttore verso l’utente/cliente e viceversa. Il sito deve cioè essere in grado di “dialogare” con l’utente e non soltanto informarlo dei vari tipi di vino o della storia dell’azienda. Trasformando il proprio sito in un “front-office” innovativo ed avanzato dell’azienda, si possono attirare nuovi utenti. Il settore “food & wine” è uno di quelli che maggiormente, negli ultimi mesi, ha visto in Italia una vivacità innovativa in operazioni di social marketing. Perché? Molto probabilmente perché il mangiare e il bere bene fanno parte della cultura italiana e sono per il 65% degli italiani un piacere da condividere con gli altri. Ecco allora la parola d’ordine: condividere con gli altri. É qui la chiave del successo delle operazioni di internet marketing legate al cibo e al vino. Tutto sta cambiando, la comunicazione ed il marketing stanno cambiando. Sono entrati in gioco nuovi strumenti, i social media prima di tutto. Sono entrati in gioco i consumatori, che
adesso diventano utenti, fanno informazione e si informano prima di ogni acquisto, creano contenuti, diffondono opinioni e condividono foto e video. Sono entrati in gioco, quindi, consumatori attivi. Questo presuppone che un’azienda, vinicola nel nostro caso, cambi radicalmente quelle che erano le vecchie e care abitudini di marketing e comunicazione. Quelle regole, ce lo siamo già detti, non valgono più! I social media hanno introdotto nuovi elementi come la partecipazione, la conversazione, le relazioni, la rete, intorno ad interessi comuni. Ma perché un’azienda vinicola dovrebbe lanciarsi in questo nuovo mondo? Ecco alcuni dei motivi principali: i social si può, basta ascoltare. attraverso operazioni di viral e buzz marketing che in internet trovano il medium naturale. ed immediata. facciata, presentandosi in maniera diretta alla rete che abita la Rete. interesse, una filosofia. Esperienze di successo ce ne sono diverse in Italia, ma le più efficaci sono sicuramente all’estero. Ne citiamo solo due, per mancanza di spazio. Una delle più fortunate è quella di Stormhoek, azienda vinicola del Sud Africa. Nel “lontano” 2005, prima di tutti, ha dato vita ad un blog (http://www.stormhoek.com/blog/) e ad una campagna di blog marketing inviando alcune bottiglie ai wine blogger più interessanti per il loro mercato. Dopo circa un anno aveva raddoppiato le vendite sul mercato inglese e vantava una forte presenza online su blog, siti di photo sharing e social in generale. Un altro valido esempio di wine marketing di successo, questa volta tutto italiano, viene dalla Casa Vinicola Zonin. Hanno un blog (www.wineislove.it), un profilo Twitter (http:// twitter.com/francescozonin), un profilo Flickr molto attivo (http://www.flickr.com/photos/zonin) e una pagina fan su Facebook. Zonin ha scelto come parola chiave “condividere”. E, infatti, ha condiviso informazioni, storie, progetti, decisioni, interessi. La casa vinicola Zonin ora ha un volto ed un nome, Francesco Zonin, che parla, scrive, risponde, ascolta. Ma Zonin è andato oltre e qualche settimana fa ha lanciato il progetto MyFeudo (www.myfeudo.it), il primo vino opensource. Ma la Rete è anche piena di wine blog, di podcast dedicati al mondo del vino, di portali. Non essere presenti significa non entrare in contatto con tutto un mondo in fermento che coinvolge migliaia di potenziali consumatori. Internet è fatta per essere vissuta. Da protagonisti. 93
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