Messaggi in Bottiglia n.9 - Ais Puglia

2010, l’anno della
Messaggio da Francesco DE CARLO e Valentina NOVEMBRE - itrezero
w.w.wine-economy?
Indicazioni per i siti internet
delle cantine pugliesi
La presenza del “vino” sul web italiano, è piuttosto
variegata: facendo una semplice ricerca saltano fuori
perlopiù siti che “parlano” di vino e pochissimi siti di
“produttori” di vino. Non che parlare soltanto di vino non
serva a nulla (anzi, è una delle azioni più efficaci previste dalle
cosiddette Internet PR, le pubbliche relazioni online) ma bisogna
anche riuscire a venderlo, sgomitando su Internet per
ritagliarsi nuovi mercati (domestici e perchè no internazionali)
da affiancare a quelli tradizionali.
Un mito che va decisamente sfatato è che “basta andare
sul web” per fare affari. Non è affatto vero. E non perchè
sia difficile o peggio impossibile. É solo che l’atterraggio di
un’azienda vinicola su internet deve essere accompagnata da
un progetto di medio termine e sostenuta da quella che forse
costituisce oggi (e tanto più oggi con una crisi economica
globale nient’affatto conclusa) una brutta parola: budget. Solo
decidendo obiettivi, desideri e cifre, all’interno di un piano di
sviluppo integrato che veda insieme azioni online e offline,
si può davvero trasformare il web in una seria possibilità di
business.
Un’azienda che voglia ampliare
mercati e margini non può far
finta che internet non esista.
Essere presenti sul web però
non vuol dire anche essere
visibili. É qui che passa la
differenza tra avere un sito web
e fare business attraverso il web.
Lo scenario ed alcune proposte
per il business enologico
pugliese.
Un piano che deve altrettanto seriamente prendere in
considerazione la realtà specifica italiana e pugliese in
particolare.
I dati sulla diffusione/penetrazione delle tecnologie e di
internet parlano chiaro: solo il 40% delle persone si collega
ad internet da casa o dall’ufficio, contro una media europea
del 60%, e soltanto il 12% ha effettuato almeno un acquisto
direttamente dal pc domestico, dato nettamente al di sotto
del 37% di media europea, con punte del 45% per i francesi e
66% per gli inglesi (dati Eurostat 2009). Non disponiamo di
dati certi sulla nostra regione, ma è verosimile che la tendenza
pugliese in fatto di nuove tecnologie non sia dissimile da
quella in altri settori, ovvero decisamente più indietro rispetto
alle regioni del nord.
Ma questo non deve spaventare: quello pugliese è uno dei
prodotti vinicoli emergenti (basti pensare alle numerose
etichette DOC e IGP presenti sul mercato nazionale) e non
farebbe grande fatica ad essere “spinto” verso posizioni di
maggior riguardo, tenuto conto anche dell’ottimo rapporto
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