La strada del formaggio - Gustolocale
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abc<br />
di Amedeo Sandri<br />
San Gaetano aiutaci<br />
L’Istituto San Gaetano a Vicenza, è conosciuto come Centro di Formazione<br />
Professionale che prepara e immette sul mercato <strong>del</strong> lavoro ogni anno, da oltre<br />
mezzo secolo, elettricisti, meccanici, saldatori, grafici, tutti ragazzi “indirizzati”<br />
dalle scuole <strong>del</strong>l’obbligo verso il mondo <strong>del</strong> lavoro piuttosto che verso la<br />
prosecuzione degli studi. Dai primi giorni di ottobre la scuola ha aperto un<br />
nuovo settore, quello “turistico-alberghiero”, a disposizione dei giovani di<br />
Vicenza città e zone periferiche che intendono trovare impiego prevalentemente<br />
nei locali pubblici vicentini. In tre anni questi esponenti <strong>del</strong>la nuova<br />
generazione riceveranno esclusivamente lezioni di cucina vicentina, veneta ed<br />
italiana, studieranno anche italiano, tedesco, inglese, storia, matematica,<br />
scienza <strong>del</strong>l’alimentazione, informatica e quant’altro, ma soprattutto<br />
“educazione civica morale”. Una bella sfida! Le applicazioni dei giovani sono<br />
infinite, ma bisogna “catturarle”, incanalarle, renderle operative, trasformando<br />
degli spensierati adolescenti in giovani di buon senso: insegnare loro l’ABC <strong>del</strong><br />
vivere civile. <strong>La</strong> loro “voglia” è quella di andare subito in cucina (14 ore di<br />
pratica settimanali) a “mettere le mani in pasta”, ma prima bisogna imparare a fare le pulizie ed a salvaguardare dal degrado le attrezzature. Il<br />
secondo loro desiderio consiste nello stare in gruppo in modo da poter chiacchierare, scherzare e divertirsi; occorre invece che rimangano divisi<br />
in piccoli gruppi ben assortiti, dove i più bravi aiutino i più deboli e i più esuberanti siano affiancati ai più riflessivi. <strong>La</strong>vare pentole, placche, pa<strong>del</strong>le,<br />
magari incrostate, non piace a nessuno e tanto meno ai giovani maschi che<br />
arrivano a scuola fumandosi la “cicca” e parlando di calcio e ragazze, con<br />
tanto di occhiali da sole, anche quando piove. Proprio a questi individui<br />
bisogna insegnare che tutti i lavori, soprattutto i più umili e faticosi, hanno<br />
una loro dignità e, spesso, anche un’importanza fondamentale nel contesto<br />
generale <strong>del</strong>l’attività. Un grande cuoco dev’essere prima un’abile lavapiatti e<br />
un buon padre di famiglia. Non si può insegnare e tanto meno pretendere<br />
nulla da un subalterno se non lo si sa fare, e bene, in prima persona. C’è poi<br />
la questione morale! Nono sia mai che un’insegnante commetta lo sbaglio