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La strada del formaggio - Gustolocale

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6<br />

Natale tra i fornelli<br />

Tra le luci <strong>del</strong>la Festa più bella <strong>del</strong>l’anno<br />

e le ombre di chi la passa a lavorare<br />

Addobbi appesi al soffitto,<br />

can<strong>del</strong>e dei centritavola accese,<br />

personale vestito per le grandi<br />

occasioni.<br />

Manca qualcosa?<br />

Ah, si: che si prepara in<br />

cucina?<br />

Con tutta l’attenzione che si ripone sui dettagli per il Pranzo di Natale, non ci si dimenticherà per<br />

caso di cucinare? Se infatti le aspettative degli avventori per un’occasione così speciale si<br />

moltiplicano, crescono al pari le difficoltà di chi deve rispondere a queste esigenze. Abbiamo<br />

cercato di capirne di più sentendo l’opinione di alcuni ristoratori vicentini.<br />

Anzitutto c’è chi il giorno di Natale preferisce abbassare la saracinesca. “A noi piace passarlo in<br />

casa – spiega Elena Balbi <strong>del</strong>l’ “Antico Guelfo” di Vicenza – crediamo che sia così anche per i nostri<br />

clienti, così teniamo chiuso e ci godiamo la festa”.<br />

Per tutti gli altri che si cimentano nella non facile competizione la scelta d’obbligo è quella di non<br />

discostarsi dalla tradizione. Concordano tutti che Natale è per definizione la festa <strong>del</strong>la famiglia e<br />

nel preparare i menù non si deve mai dimenticare che si siederanno attorno al tavolo nonni,<br />

genitori, zii e nipotini.<br />

Le feste rappresentano anche un’occasione di uscita per chi durante l’anno non si muove da casa.<br />

Si deve pertanto tenere in considerazione di avere di fronte persone molto diverse per fascia<br />

sociale, gusti e abitudini. Vittorio Dal Sasso <strong>del</strong> ristorante Casa Rossa di Asiago gioca la carta <strong>del</strong>la<br />

flessibilità: meglio dare da subito al cliente la possibilità di personalizzare il menu, soprattutto per<br />

venire incontro alle esigenze di bambini e anziani.<br />

Condivisa da tutti i ristoratori interpellati è poi l’attenzione al prezzo: sono passati i tempi in cui a<br />

Natale non si badava a spese. “L’austerity si fa sentire - confessa Guerrino Maculan <strong>del</strong><br />

ristorante “Il Tinello” di Solagna – e una certa reticenza nelle prenotazioni ci mette in<br />

difficoltà”. Secondo Guerrino, infatti la gente aspetta sempre più l’ultimo momento per<br />

prenotare “poi arriva, ma intanto ci lascia incerti fino all’ultimo”.<br />

“Il Natale come la Pasqua – spiega Sergio Dussin <strong>del</strong> ristorante “Il Pioppeto” di<br />

Romano d’Ezzelino – rappresentano un test molto importante per un ristoratore:<br />

se non si riesce a riempire il locale in queste occasioni, con un menu scelto dalla<br />

casa, è opportuno fare qualche riflessione”.<br />

Per chi invece a Natale il locale non lo riempie è bene ricordare che il<br />

pranzo natalizio è sempre più una ricorrenza in cui gustare, provare,<br />

conoscere. Un’occasione in cui regalarsi un piccolo sfizio e<br />

concedersi una giornata da gourmet. Magari valutando,<br />

apprezzando, criticando.<br />

Una sorta di trampolino di lancio che può<br />

trasformare il cliente occasionale di<br />

Natale in un cliente abituale<br />

<strong>del</strong>l’intero anno.<br />

Michele Bertuzzo

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