La strada del formaggio - Gustolocale
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42<br />
Dalla libreria:<br />
Polenta e “Bacalà”<br />
E’ una bellissima coppia quella che ha firmato questo libro, una specie di Bibbia<br />
profana per il piatto principe <strong>del</strong>la cucina vicentina. Avevano già scritto, assieme,<br />
<strong>La</strong> cucina Vicentina, Risi e risotti, Veneti e “bacalà” ed ora hanno presentato questo<br />
volume che ha il titolo alla veneta, con una sola c nella parola bacalà ed è, ma<br />
molto lontanamente, una ripresa <strong>del</strong> precedente.<br />
Già nell’introduzione si avverte, negli autori, una specie di “orgoglio” per la<br />
esistenza di questo piatto nella nostra terra che lega in modo imprescindibile la<br />
polenta ed il baccalà, la struggente nostalgia <strong>del</strong> tempo che passa, visto attraverso<br />
le variazioni che il baccalà ha avuto dai tempi <strong>del</strong>la nonna che lo faceva nel<br />
tegame di coccio, <strong>del</strong>la mamma che lo faceva sul fornello a gas e <strong>del</strong>l’ultimo che<br />
(ma non ci credo) è acquistato in negozi di gastronomia e scaldato al microonde<br />
Il testo ha una storia, molto ben narrata, di come il baccalà e la polenta siano<br />
arrivati da noi, con riferimenti ad autori <strong>del</strong> ‘500. Fra tutti spicca quello su<br />
Pietro Andrea Mattioli che parte dal “formento turco” per dire che il mais in<br />
realtà non è venuto dall’Oriente ma dall’Occidente con Cristoforo Colombo.<br />
Interessante, nel parlare di veneti e bacalà, è la presenza, nel discorso, di<br />
piccoli interventi su quella che è definita la “pazzia generalizzata” <strong>del</strong>l’urbanesimo<br />
ad ogni costo, sulle forme di sviluppo di questa vita, <strong>del</strong>lo<br />
scadere di alcuni valori che erano alla base di rapporti interpersonali,<br />
sulla maggior violenza, sull’avvilimento <strong>del</strong>le istituzioni. Ma ben presto<br />
si torna a problemi tecnici quali come fare la polenta, quali vini bere<br />
con il bacalà. Ed ecco il ricettario che parte, onore al merito, con la<br />
ricetta approvata dalla Confraternita <strong>del</strong> Bacalà.<br />
Ma ne troverete altre, ben più datate: quella “grassa”, quella<br />
“magra”, la “Visentina a la vecchia maniera”. E troverete come si<br />
possano fare bigoli con il sugo “bacalaro” o polenta “pastisada”.<br />
Il volume termina con un 32 ricette regionali, alcune note in campo<br />
nazionale come il “brandacujun”, quello alla livornese o il messinese alla<br />
“ghiotta”. Ma vi è di più: qualche ricetta francese, inglese, norvegese, perfino<br />
inglese!<br />
Un volume che può stare in biblioteca ma è soprattutto da usare in cucina, per<br />
godere di un piatto che la creatività popolare ha costruito come espressione di una<br />
storia comune, condivisa e perciò indistruttibile.<br />
Amedeo Sandri e<br />
Maurizio Falloppi<br />
Polenta e “bacalà”<br />
Edizioni Vicentini 2006<br />
Prezzo: Euro 9