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Paolo Cucchiarelli - Misteri d'Italia

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Certamente entra nei depistaggi attuati per far ricadere le responsabilità sugli anarchici. “L’Anello”<br />

ha uomini coinvolti nella vicenda e basi in prossimità di Piazza Fontana. Ed era specializzato in<br />

omicidi mascherati da morte naturale e da finti incidenti stradali. Più in grande, si occupava<br />

dell’economia parallela del petrolio, che serviva a finanziare le forze politiche più “affidabili” e<br />

sinceramente anticomuniste. Tra il 1975 e il 1976 “l’Anello” si dà da fare addirittura per far nascere<br />

una nuova Dc, in grado di contrastare l’apertura a sinistra preparata da Aldo Moro: è la breve<br />

avventura del Nuovo Partito Popolare (Npp), che divenne poi l’oggetto principale, con riferimenti<br />

alle forniture militari alla Libia, di un famoso dossier segreto, chiamato “Mi.Fo.Biali”, oggetto di<br />

ricatti trasversali che coinvolsero anche il direttore di Op Mino Pecorelli e che è costato una dura<br />

condanna al capo del reparto ‘D’ del Sid, Gianadelio Maletti. “L’Anello”, nella sua lunga storia, ha<br />

avuto una diretta forma di dipendenza dalle istituzioni politiche, a cominciare dalla presidenza del<br />

Consiglio. 9<br />

I) L’ ‘inutile’ inchiesta di Guido Salvini<br />

La storia di questo complesso percorso verso una verità giudiziaria a lungo cercata ma alla fine<br />

inutile, disattesa, in sede processuale si è snodata dal gennaio 1986 al giugno del 2001, attraverso le<br />

due tranche dell’inchiesta del magistrato milanese Guido Salvini, condotte con il vecchio rito, e<br />

quella sviluppata con il nuovo rito da Grazia Pradella e da Massimo.<br />

Una storia intessuta di scontri molto duri, intuizioni, invidie, piccoli trucchi, grandi polemiche e<br />

vere e proprie intimidazioni. Fax degli investigatori intercettati dall’ambasciata Usa, progetti<br />

d’attentato verso gli stessi, polemiche artificiose sui giornali.<br />

Se si tiene conto dei soli risultati documentali e di analisi raggiunti - visto il vero e proprio<br />

‘percorso di guerra’ attraversato per giungere al deposito delle due sentenze-ordinanze - la più<br />

rilevante novità delle inchieste condotte da Salvini sulla eversione di destra in Lombardia negli<br />

anni della strategia del golpe (1969-1974), è quella di averle concluse dopo oltre 10 anni di lavoro,<br />

aprendo la strada non a delle condanne penali ma certamente ad una visione più realistica,<br />

complessa e completa di quanto avvenne in quegli anni.<br />

Alla fine è stato assolto anche il gruppo di Ordine Nuovo accusato dai Pm di aver ‘pilotato’ il<br />

sedicente anarchico Gianfranco Bertoli, cioè colui che attentò nel 1973 a Mariano Rumor,<br />

Presidente del Consiglio nel dicembre del 1969, giusto un anno dopo l'uccisione del commissario<br />

Luigi Calabresi nel corso di una cerimonia commemorativa alla questura di Milano. On rimane<br />

l’esecutore della strage ma sono stati assolti i militanti indicati nell’inchiesta. I giudici affermano<br />

che “è ragionevole e corrispondente ad una valutazione logica dei dati di fatto accertati” ritenere<br />

“probabile” che la strage sia stata decisa e organizzata proprio “dal gruppo ordinovista facente capo<br />

a Maggi”. 10 Come Piazza Fontana dove la matrice di On non è stata smentita dal giudizio della<br />

Cassazione.<br />

Bertoli, secondo l’accusa, doveva uccidere Mariano Rumor per vendicare il mancato appoggio<br />

politico, la non proclamazione dello stato di emergenza subito dopo il 12 dicembre, che avrebbe<br />

innescato la svolta autoritaria e per cementare in un patto di connivenza tutta un’ala della Dc, del<br />

Msi, del Psdi, gruppi industriali e dei servizi segreti che avevano promesso appoggi e coperture alla<br />

operazione politico-militare. Aver ribaltato quell’iniziale condanna, ha fatto venir meno la<br />

spiegazione logica del perché On odiasse la Dc veneta e soprattutto il suo maggior leader all’epoca,<br />

Mariano Rumor. L’assoluzione per chi ‘manipolò’ Bertoli - sul banco c’erano Carlo Maria Maggi,<br />

Francesco Neami e Giorgio Boffelli, del gruppo ordinovista veneto – dopo la strage del dicembre<br />

del 1969 rende ancor più monca, assolutamente inspiegabile, tutta la questione. Né si può sostenere<br />

che On odiasse Rumor per aver avallato la proposta di <strong>Paolo</strong> Emilio Taviani di sciogliere il gruppo<br />

9 Sulla questione vedi in particolare l’inchiesta comparsa su Diario, “Aldo Moro e il signore dell’Anello”, di <strong>Paolo</strong><br />

<strong>Cucchiarelli</strong>, 29 maggio 2003,n.20.<br />

10 “Strage Questura: giudici, assolti ma matrice fascista”, Ansa del 9 maggio 2005.<br />

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