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Paolo Cucchiarelli - Misteri d'Italia

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da un “agente nordamericano” che proveniva dalla centrale tedesca e apparteneva al servizio<br />

segreto dell’esercito (il Cic che abbiamo più volte incontrato? NdA), che è “ struttura “assai più<br />

efficiente della Cia”. Taviani quando entra in possesso di questa informazione?<br />

Colui che indicò a Maletti il traffico di esplosivo ed armi dalla Germania è la ‘Fonte Turco’, cioè<br />

Gianni Casalini, un informatore del Sid infiltrato in On che aveva fornito al centro Cs di Padova<br />

notizie importanti sul gruppo che non erano mai state trasmesse ai magistrati, come abbiamo già<br />

visto. Casalini era fortemente turbato da quello che era successo e cercò il contatto. Fornisce<br />

riscontri, indicazioni concrete, nomi. Gianni Casalini è legato al gruppo Freda e partecipa ad alcune<br />

delle azioni che precedono la strage.<br />

Dopo la fuga in Sudafrica, dove ancora vive, nella casa romana del generale Maletti fu trovato un<br />

fascicolo dal titolo “Caso Padova” nel quale era descritto il progetto, poi divenuto realtà di<br />

“chiudere” la fonte Gianni Casalini affinché non rivelasse particolari sulla responsabilità del gruppo<br />

di On negli attentati del 1969. L’estremista aveva partecipato con Freda alla collocazione degli<br />

ordigni alla Fiera di Milano nell’aprile del 1969 e poi entrò a far parte del gruppo che attuò la<br />

campagna d’attentati ai treni nell’agosto dello stesso anno. 73<br />

“L’impressione che ho avuto – dice Maletti - è che dietro la strage ci fosse una matrice d’Oltralpe.<br />

Quando dico questo non intendo la Germania. In Germania c’erano truppe di presidio”. Per essere<br />

chiaro che il riferimento fosse agli Usa. Il generale ha aggiunto qualcosa di più indicativo e diretto<br />

nell’aula del Tribunale di Milano, il 20 marzo 2001, “D’altra parte negli Usa gruppi neonazisti ci<br />

sono anche oggi”. “Quell’esplosivo credo provenisse da una delle forze d’occupazione in<br />

Germania”. Maletti ha confermato, per conoscenza diretta, che le basi degli agenti Cia coinvolti<br />

nell’infiltrazione tra i gruppi della destra estrema erano nelle sedi della Ftase e Setaf di Verona e<br />

Vicenza. “Io so che le cose stanno così anche perché ho fatto un corso di 2 anni negli Usa. Lo so per<br />

esperienza, lo so perché sapere quelle cose era il mio mestiere”. Quell’esplosivo era quindi di tipo<br />

militare e non polvere da mina. Arrivò nascosto in alcuni Tir e consegnato nei pressi di Padova a un<br />

“esponente dell’estremismo nero di Mestre. All’autorità giudiziaria però non lo dicemmo”, ha<br />

aggiunto Maletti. Perché? Solo per coprire il gruppo di On che all’epoca, nel 1971-’72 era già stato<br />

chiamato pesantemente in causa? Già nel ‘71-’72 On chiede a Vinciguerra di far fuori Rumor .<br />

Quell’esplosivo può essere importante anche per altre ragioni contingenti, successive alla strage?<br />

L’indicazione di Maletti si lega ad altri elementi, come ad esempio il coinvolgimento di molti<br />

uomini della destra estrema nel traffico di armi ed anche alle vicende che precedono la morte del<br />

Commissario Luigi Calabresi che nelle ultime settimane della sua vita indagava proprio su un<br />

traffico di armi ed esplosivi verso Veneto e Friuli che proveniva dalla Germania e aveva come<br />

terminale i gruppi di destra che preparavano il golpe.<br />

Dunque Maletti sa dell’esplosivo sul finire del 1971. Nel 1972 gira la notizia ai “livelli più alti” ma<br />

non accade nulla. Taviani arriva nel 1973 al Viminale e scioglie On, divenuto dal 21 dicembre 1969<br />

Movimento politico Ordine nuovo (MpOn). Calabresi è ucciso il 17 maggio del 1972.<br />

Probabilmente Taviani e Maletti condividono la stessa informazione che per loro è divenuta nel<br />

tempo una certezza personale. Tanto da sciogliere l’uno On, e da spingere l’altro – autore di gran<br />

parte dei favoreggiamenti attuati dal Sid nei confronti dei singoli componenti del gruppo di On e<br />

della cellula veneta su input politico - a “chiudere” la fonte dell’informazione e poi a fuggire in<br />

Sudafrica, dove oggi vive.<br />

La presenza tedesca è una costante anche dopo Piazza Fontana. Carlo Fumagalli, il capo del Mar, il<br />

Movimento di Azione Rivoluzionaria che si attiva già prima della strage riferì a Giorgio Zicari,<br />

giornalista del Corriere della sera dei suoi incontri in Germania.<br />

Zicari a verbale disse in proposito: “Mi indicò anche, con nomi e cognomi dei suoi accompagnatori,<br />

le date dei viaggi fatti in Germania, a Monaco, per incontrarsi con esponenti della destra bavarese di<br />

Strauss. A suo dire, in qualunque momento erano pronti a venire in Italia per compiere azioni<br />

terroristiche e portare materiale (…). In un’altra occasione mi disse che doveva incontrarsi a Roma<br />

73 Camillo Arcuri, Colpo di Stato. Storia vera di una inchiesta censurata. Il racconto del golpe Borghese,<br />

il caso Mattei e la morte di De Mauro,Milano, Bur,2004, p.118<br />

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