Paolo Cucchiarelli - Misteri d'Italia
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inviato a Saragat un telegramma informandolo dell’iniziativa di ‘Italia Unita’ e sollecitando<br />
un’udienza”. 79 Quando nasce il Fronte nazionale di Valerio Borghese tra i tanti vi è anche Filippo<br />
De Jorio, ben introdotto negli ambienti reazionari Dc. L’avvocato è tra i più stretti consiglieri di<br />
Mariano Rumor. Ecco come rievocherà, con notazioni molto calzanti, quel periodo della sua vita<br />
quando frequentava Rumor: “A quel tempo ero deputato regionale per la Dc nel Lazio, ero<br />
consigliere politico dell’On. Rumor, allora presidente del Consiglio. Godevo della stima e della<br />
fiducia della classe dirigente del mio partito e partecipavo a riunioni del massimo livello. Possono<br />
attestarlo, fra i tanti, gli onorevoli Rumor, Piccoli e Giulio Orlando. A 37 anni, tanti ne avevo, ero in<br />
una posizione di rilevante prestigio, sia in ambienti governativi, sia nell’organizzazione del partito.<br />
Oggi si afferma che cospiravo e addirittura organizzavo un’insurrezione armata. Cospirazione e<br />
insurrezione contro chi? Contro il potere di cui facevo parte?” 80<br />
Picella, abbiamo visto, era l’uomo a cui Moro si rivolge per avere lumi sulla strage quando si trova<br />
a Parigi.<br />
Ecco divenire parzialmente palesi le due linee di cui abbiamo più volte parlato in questa inchiesta.<br />
Due linee che puntavano l’una a dilazionare gli attentati con una logica più politica e l’altra a<br />
forzare la mano ai referenti politici con una ‘disobbedienza’ che imponesse quello di cui si parlava<br />
tanto senza però che l’azione eclatante venisse mai in effetti realizzata. Uno stop ad go che<br />
qualcuno alla fine interrompe forzando la mano con una sofisticata operazione che probabilmente<br />
ha spiazzato anche alcuni degli uomini della destra coinvolti. Ma chi è che ha ‘fregato’ la cordata<br />
avversaria: il Sid o gli Affari Riservati, la cordata filo-Usa o quella degli italiani? Sono cordate e<br />
logiche che si mischiano, raccordano, spesso si sommano, si compongono e scompongono<br />
seguendo vie spesso indecifrabili. Ma che qualcuno sia andato oltre o che si sia predisposta una<br />
trappola in cui sono caduti anche esponenti della destra, magari per avviare un “ripulisti” di tipo<br />
gollista senza remora alcuna né a destra, né a sinistra, il risultato è stato lo stesso. La strage arrivò,<br />
puntuale come un temporale di pomeriggio in montagna. Saragat disse di non aver mai saputo prima<br />
delle rivelazioni ufficiali dei preparativi del golpe Borghese. Disse questo difendendosi dalle accuse<br />
reiterate da Londra di un suo ‘patronage’ politico al ‘partito americano’ anche se, come abbiamo<br />
visto il Presidente della Repubblica pensava più a un modello gollista, caro anche a una larga fetta<br />
della Dc dell’epoca, a cominciare da Fanfani, che però alla vigilia della strage si sposta a sinistra,<br />
cercando una maggiore vicinanza con Moro, così come fece del dicembre del 1977 quando<br />
appoggiò l’apertura al Pci che Moro stava attuando tra mille resistenze interne ed internazionali.<br />
Saragat seppe molto prima che arrivasse il 7 dicembre quello che bolliva in pentola. Lo seppe anche<br />
Mario Tanassi che aveva preso la poltrona che era stata del moroteo Luigi Gui, alla Difesa, proprio<br />
grazia all’intesa Moro-Saragat..<br />
Nel maggio del 1970, quando ormai la pista nera è delineata e soprattutto lo scontro politico sulla<br />
sua gestione è emerso, Franco Freda trasferirà il proprio domicilio a Regensburg,<br />
Kaiserwilhelmstrasse 69, presso Adolf von Thadden, che è il capo del neonazista Partito<br />
Nazionaldemocratico (Npd). La presenza di certi gruppi e referenti politici dietro i gruppi<br />
autonomisti che rivendicano l’indipendenza dell’Alto Adige – una delle prime ipotesi per la bomba<br />
del 12 dicembre – è grande. Sullo sfondo la figura di Franz Josef Strauss. Taviani diede ordine ad<br />
Angelo Vicari, ad esempio, di recarsi a Monaco di Baviera per proporre all’ex colonnello delle Ss<br />
Eugen Dollman di intervenire presso Strauss per arginare il clima “particolarmente aggressivo” che<br />
si era venuto a determinare in Alto Adige. In un congresso della Csu bavarese viene approvata una<br />
risoluzione che chiede l’autodeterminazione dell’Alto Adige e l’intervento “ per obblighi umani e<br />
germanici” del governo di Bonn presso quello di Roma. Nel ‘laboratorio’ dell’Alto Adige hanno<br />
fatto il loro esordio quasi tutti i protagonisti della nostra vicenda a cominciare da Franco Freda .<br />
79 ibidem<br />
80 Il Secolo d’Italia, 29 agosto 1975<br />
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