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Paolo Cucchiarelli - Misteri d'Italia

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ordinanza - che l’On. Moro abbia voluto inviare un messaggio criptico”. Un messaggio che va<br />

interpretato, come vedremo.<br />

Alla fine Salvini consegna un quadro convincente e incrociato delle ragioni del golpe e delle sue<br />

motivazioni. Rimangono dei “buchi” rilevanti ma non più i fitti misteri del passato. La strage ha un<br />

contesto, obiettivi, mani diverse che intervengono. Prima e dopo. Ma non basta, giustamente, per<br />

condannare definitivamente tre esponenti del gruppo ritenuto in ogni caso il responsabile.<br />

Ed ecco la condanna in primo grado e poi l’assoluzione in appello rispettando una “regola” aurea<br />

della giustizia italiana quando affronta certi temi. La Cassazione conferma. “E’ la decisione di una<br />

Corte di legittimità che ha agito secondo il diritto: ed è l’ultima parola su Piazza Fontana” ha detto<br />

nell’aula della Cassazione il Pg Enrico Delehaye. Sarà così “a meno che non emergano altre prove,<br />

cosa che mi pare difficile”, ha aggiunto subito dopo la sentenza, quasi a scusarsi per il valore storico<br />

della decisione di confermare le assoluzioni, legittime certamente, del gruppo ordinovista veneto.<br />

Perché a questo punto la domanda che circola da qualche decennio – senza risposta - torna con tutta<br />

la sua forza: Chi è stato? E ci sono tante ragioni per scrivere: “Chi è Stato?”.<br />

Anche l’ultimo treno giudiziario per la strage di Piazza Fontana non fermerà più. Non ci sono più<br />

stazioni.<br />

II) I dubbi e le certezze dei politici sulla strage<br />

“Non aver impedito la strage di Piazza Fontana è stato il cruccio della sua vita”. Partì<br />

all’improvviso, nel primo pomeriggio del 12 dicembre 1969 dall’aeroporto militare di Ciampino.<br />

Era un “rautiano di ferro”, antidemocristiano e “visceralmente anticomunista”. Era una missione<br />

sul filo dei minuti: impedire l’esplosione della bomba alla Banca dell’Agricoltura, a Milano. Una<br />

missione che poteva avergli affidato solo qualcuno del Sid, o quantomeno di una parte del Sid, visto<br />

che l’avvocato Matteo Fusco di Ravello, già aderente alla Rsi, era un agente del servizio segreto<br />

militare: l’uomo che non fece in tempo ad arrivare a Milano. Desistette quando apprese della strage.<br />

A rivelare di quell’estremo tentativo dello Stato di impedire quello che i magistrati milanesi hanno<br />

definito “ il golpe dello Stato contro lo Stato”, adombrando in questa definizione una dura lotta<br />

sotterranea tra più cordate impegnate nel raggiungimento di un obiettivo comune, il golpe, con<br />

mezzi e modalità anche drammaticamente concorrenziali, è stato <strong>Paolo</strong> Emilio Taviani, tra i<br />

fondatori di Gladio, esponente storico della destra Dc, l’uomo che mise fuori legge Ordine Nuovo,<br />

le ‘testa’ operativa della strategia politica che precede la strage nel 1969. Un uomo che ha sempre<br />

insistito su una tesi senza mai spiegarla fino in fondo, perché – ha sostenuto - “c’è un punto<br />

fondamentale per capire la strage di Milano ed è che la bomba, nell’intenzione degli attentatori, non<br />

avrebbe dovuto provocare alcun morto, avrebbe dovuto essere un atto intimidatorio come lo furono<br />

quelli contemporanei di Roma. Se non si accetta questa interpretazione, molto resta<br />

inintelligibile” 15 . Taviani aggiunge un elemento rilevante di questa lotta tra ‘fronti’ interni allo<br />

stesso mondo dell’eversione e dei servizi segreti: Fusco doveva recare a Milano “l’ordine di<br />

impedire attentati terroristici”. ‘Ordine’ è un termine militare che quindi deve far riflettere<br />

sull’esistenza di una vera e propria ‘catena di comando’ che qualcuno non rispetta.<br />

Lo Stato cercò di bloccare chi attentava allo Stato in nome di una divergenza di logiche, di strategie<br />

politico-militari, di scelte di tempi e modi. Taviani aggiunse un elemento rilevante della strategia<br />

post–strage messa in atto dallo Stato: “Da Padova a Milano si mosse, per depistare le colpe verso la<br />

sinistra, un ufficiale del Sid, il Tenente Colonnello Del Gaudio” 16 . La figlia di Fusco, morto nel<br />

1985, ha confermato quella missione disperata per impedire la strage, i morti. Quel giorno lei era a<br />

Milano e prima di partire il padre le aveva chiesto se era proprio necessario quel viaggio,<br />

15 Interrogatorio di <strong>Paolo</strong> Emilio Taviani, del 7 settembre 2000 da parte del Ros. Taviani disse di aver<br />

appreso la notizia da un religioso e che questa venne confermata nel 1973, all’atto di divenire ministro<br />

dell’Interno, dal questore Emilio Santillo e dal generale Vito Miceli<br />

16 Ibidem<br />

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