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Paolo Cucchiarelli - Misteri d'Italia

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insistentemente a proposito di una prossima clamorosa svolta nelle indagini sulle bombe. […]<br />

Secondo queste voci, raccolte da fonte autorevolissima anche dai redattori di Panorama, negli<br />

attentati avrebbero avuto un ruolo anche individui o piccoli gruppi d’estrema destra (ma non<br />

collegati al Msi). Sempre secondo queste indiscrezioni le autorità inquirenti già conoscono i nomi e<br />

la parte giocata da ciascuno di essi. Ma l’opportunità di non turbare in questo momento delicato,<br />

date le trattative di governo, l’opinione pubblica, avrebbe consigliato di tenere per il momento<br />

riservate queste notizie, pur prendendo tutti i provvedimenti pratici necessari ad assicurare alla<br />

giustizia i presunti colpevoli”.<br />

De Poli altro non è che il legale, veneto, di Guido Lorenzon, l’amico Dc di Giovanni Ventura,<br />

l’editore di destra legato a Franco Freda e tramite, grazie alla sua immagine d’editore di sinistra,<br />

con i gruppi anarchici e della sinistra estraparlamentare. Lorenzon è colpito da rimorso subito dopo<br />

la strage per quanto gli racconta il suo stretto conoscente, Ventura, che fa rivelazioni sulla cellula<br />

veneta di Ordine nuovo e sulla scelta strategica delle bombe come arma per costringere il sistema a<br />

“forzarsi”, a piegarsi a una superiore esigenza di sicurezza nazionale contro la marea montante – in<br />

verità ormai scemata a dicembre – dell’autunno caldo, pericolo evocato, temuto ma anche atteso,<br />

per varare l’operazione. L’articolo del settimanale chiama in causa direttamente Presidenza del<br />

Consiglio (Rumor) e Viminale (Restivo).<br />

De Poli, nel 1972, rivelò che quando prese la parola “volle rammentare a Mariano Rumor, allora<br />

Presidente del Consiglio incaricato, che le forze democratiche, nerbo della Resistenza, e i sindacati<br />

avrebbero fatto una barriera insormontabile contro ogni tentativo reazionario. Rumor non rispose”.<br />

I servizi segreti stilarono una nota, in anticipo sull’uscita del pezzo, a proposito della tesi del<br />

settimanale e la Procura di Roma esaminò l’opportunità di denunciare Panorama per “diffusione di<br />

notizie false, tendenziose e atte a turbare l’ordine pubblico.”<br />

I passaggi,drammatici, di quella lunga crisi di governo successiva alla strage furono ancora molti.<br />

Rumor rinunciò all’incarico datogli da Saragat di formare un nuovo governo, così come Moro, dopo<br />

una vera e propria congiura in casa Dc giocata sul “segreto della Repubblica’’, un segreto che non è<br />

tale, almeno politicamente. L’Unità scrisse il 22 marzo 1970: “All’Italia che esce dall’esperienza<br />

dell’autunno caldo, si è cercato di rispondere con un quadripartito, con le minacce di soffocamento<br />

anticipato della legislatura, con le proposte di ‘direttorii’ ambigui e velleitari e con una serie di<br />

documenti meschini (‘preamboli’, ‘pacchetti’, eccetera)”. Uno scontro senza precedenti di cui si<br />

coglie in superficie solo l’allarmatissima preoccupazione del Pci. Quali erano e da chi avrebbero<br />

dovuto esser composti i “direttori ambigui” di cui parla il giornale del Pci? Più avanti troveremo<br />

un’ipotesi che potrebbe avere un suo fondamento.<br />

Alla fine, Rumor ricostituirà uno striminzito e traballante governo, frutto di una serie d’ aspri ricatti,<br />

sostanzialmente pubblici, come dimostrano i giornali di quelle settimane. E una affermazione fatta<br />

da Armando Cossutta nel novembre del 1998 può aiutare a capire il “sommerso” di quelle<br />

drammaticissime settimane quando i giornali di sinistra invitavano al “controllo democratico” visti i<br />

rischi che correva la democrazia. Cossutta dà una versione tutta in positivo di un incontro riservato<br />

con Saragat, impossibile in quel contesto politico, che induce a ‘leggerla’ in ben altro modo. In<br />

quelle settimane il Pci era pronto, con documenti falsi, imbarcazioni e travestimenti a mettere in<br />

salvo Saragat nel caso di tentativi eversivi. Cossutta era all’epoca coordinatore della segreteria del<br />

Pci e andò da Saragat per esporgli i timori del partito per lo “sferragliar di sciabole dei militari” che<br />

potevano portare ad un colpo di Stato. “Se gli avvenimenti prenderanno una piega irreparabile<br />

siamo pronti a metterti in salvo – gli dissi – e Saragat allora mi abbracciò”. Così nel nome della<br />

democrazia da salvare quell’abbraccio superò “anni di dura polemica che contrapponevano<br />

comunisti a socialdemocratici”. Cossutta ha spiegato che è probabile che quel colloquio si sia svolto<br />

tra il 3 e il 12 marzo a cavallo del pre-incarico dato a Moro da Saragat. “La data non la ricordo. Era<br />

comunque durante una crisi di governo….Potrebbe essere”. L’esponente dell’ex Pci ha aggiunto<br />

che il riferimento alle sciabole “fu usato pochi mesi dopo, quando si venne a conoscenza del Piano<br />

Solo e del tentativo del golpe Borghese” 51 . In effetti nel 1970 del ‘Piano Solo’ già si sapeva dato<br />

51 “Cossutta rivela, nel ’70 il Pci pronto a mettere in salvo Saragat”, Ansa del 12 novembre 1998<br />

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