Paolo Cucchiarelli - Misteri d'Italia
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l’omicidio) e poi con l’ambiguo attentato di Gianfranco Bertoli, sedicente anarchico, ma ricattato<br />
dal gruppo ordinovista veneto, secondo l’inchiesta Salvini.<br />
Guido Salvini afferma che Rumor si defilò non avallando le richieste che venivano dal Quirinale fin<br />
dalla stessa sera del 12 dicembre.<br />
Vedremo che c’è qualche traccia di tutto questo tra le carte.<br />
Il problema, come affermano i “pentiti” dell’inchiesta Salvini, era che Ordine Nuovo (e non solo<br />
lui) “si aspettava” la proclamazione dello stato d’emergenza nazionale con relative sospensioni di<br />
alcune garanzie costituzionali. Ma in politica le aspettative sono tante quante le delusioni.<br />
Due linee strategiche si intersecano e si ricompongono: anzi, cerchi concentrici che si ignorano ma<br />
si sostengono l’uno con l’altro, creando un accadimento, un fatto, una strage, con la forza dei<br />
singoli cerchi che puntano, richiudendosi politicamente ed operativamente, sempre più al centro; al<br />
punto zero. Una spiegazione che è stata avallata da uno dei più stretti collaboratori di Aldo Moro,<br />
Corrado Guerzoni, con le parole pronunciate, nel 1995, davanti alla Commissione stragi. Se si<br />
riflette su questa descrizione, a suo modo esemplare, tutto diventa politicamente intelligibile. “Al<br />
livello più alto si dice che il paese va alla deriva, che ha dei grossi problemi, che i comunisti<br />
finiranno per avere il potere anche a causa dei propri errori e che si deve fare qualcosa. Tra questo<br />
cerchio e il successivo apparentemente non c’è un collegamento, perché sono appunto cerchi<br />
concentrici, equidistanti l’uno dall’altro. Sappiamo però che c’è una forza sottostante, una sorta d’<br />
onda lunga che li fa tenere in sintonia e li sprigiona. Al cerchio successivo si dice: ‘Guarda che sono<br />
preoccupati, che cosa possiamo fare?’. Nel nostro ambito dobbiamo fare questo, questo ancora,<br />
dobbiamo vedere di influire sulla stampa, eccetera’. Così si va avanti fino all’ultimo livello, quello<br />
che dice: ‘Ho capito’. E succede quello che deve succedere. È la costruzione sistematica di un clima<br />
che, così come per il potere e il comando, chi lavora è sempre all’ultimo livello, così anche in<br />
questo caso. Ognuno non ha mai la responsabilità. Se lei va a chiedere a questo ipotetico onorevole<br />
se lui è la causa di piazza Fontana, le risponderà di no, ammesso che sia in buona fede. In realtà è<br />
avvenuto questo ed è accaduto sempre più sistematicamente, perché la Dc era un partito<br />
sostanzialmente moderato”. Così, almeno uno dei cerchi si sente “coperto” e “autorizzato” a<br />
muoversi, magari autonomamente, anticipando tempi e modi di un percorso d’innalzamento dello<br />
scontro che era stato ipotizzato come più lungo e con passaggi non segnati dal sangue ancora per<br />
molto tempo. Ecco perché probabilmente senza il “cerchio” che faceva riferimento a Rumor non ci<br />
sarebbe stato quello che faceva riferimento a Saragat, e viceversa. Senza On non ci sarebbe stata<br />
An, senza il Sid non ci sarebbe stato l’Ufficio Affari Riservati del Viminale.<br />
Il quotidiano inglese The Observer, il 6 dicembre, lo stesso giorno in cui diventa irreperibile a<br />
Milano Giangiacomo Feltrinelli, pubblica un articolo in cui si sostiene che la Grecia sta preparando<br />
un golpe in Italia. Nei giorni successivi, il giornale inglese attacca duramente Giuseppe Saragat<br />
denunciando la sua “strategia della tensione” che aveva indirettamente incoraggiato l’estrema destra<br />
a passare al terrorismo. Dopo la strage, Londra denuncia un piano “da paura”: “L’inaspettata<br />
moderazione dell’autunno caldo minacciava di liquidare la paura della rivoluzione sulla quale aveva<br />
puntato l’intero schieramento di destra, dai socialdemocratici ai neo-fascisti. Quelli che hanno fatto<br />
esplodere le bombe hanno riportato indietro quella paura”. Una spiegazione chiara e convincente.<br />
Il 14 dicembre il giornale inglese, “imbeccato” dai servizi di Londra, come vedremo, avanza una<br />
analisi della scissione socialista e dei suoi fini reali: Saragat “stava cercando più che influenzare i<br />
socialisti, di spostare la Dc verso la destra. Il calcolo era che il governo Rumor sarebbe caduto a<br />
causa delle agitazioni nel settore industriale, che elezioni di emergenza si sarebbero tenute nel<br />
nuovo anno e che la paura del comunismo avrebbe spazzato via alle elezioni la forte corrente di<br />
sinistra della Dc. Questo avrebbe eliminato la possibilità di una coalizione con i comunisti”.<br />
Gli attacchi da Londra si susseguono, tanto che si arriva a un passo ufficiale di protesta<br />
dell’ambasciatore italiano nella capitale inglese (non si capisce se effettivo o “mimato” per la<br />
stampa). Il 20 gennaio, l’Evening Standard scrive: “Al momento del panico, dopo la bomba, il<br />
Presidente italiano, sostenuto da potenti forze economiche, aveva progettato una strategia della<br />
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