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Paolo Cucchiarelli - Misteri d'Italia

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extraparlamentare perché i primi tentativi di eliminare il Dc veneto risalgono a ben prima della<br />

sentenza di primo grado che permise a Taviani - Rumor e Moro contrari - di decretare<br />

l’applicazione della legge sul divieto di ricostituzione del disciolto partito fascista (legge Scelba).<br />

Nonostante questo doppio giudizio d’assoluzione per i componenti del gruppo ordinovista<br />

l’inchiesta Salvini rappresenta ancora oggi una solida “costruzione” documentale e fattuale per<br />

avere uno spaccato dall’interno della presenza dei servizi Usa in Italia in quegli anni e anche per<br />

capire il “legame” che, in sede di attese politiche, legava On e alcuni politici.<br />

Salvini ha scoperto un importante elemento nel corso di queste due inchieste: la presenza di una rete<br />

informativa americana che infiltrava Ordine Nuovo e lo controllava passo passo. Una rete che si<br />

alimentava e connetteva con gli apparati militari di sicurezza che operano attorno alle basi Nato in<br />

Veneto. Di questa scoperta - che spiega le affermazioni di Giovanni Ventura, uno degli storici<br />

imputati del passato che si vantava di essere stato lasciato in pace, perché ritenuto in questura un<br />

“agente della Cia” - si è molto parlato facendo nascere due italianissime e classiche fazioni: quella<br />

guidata dal magistrato Gerardo D'Ambrosio (pista tutta italiana), che in passato ha indagato con<br />

Emilio Alessandrini sulla strage e sulla morte di Pinelli, e chi, come Salvini, si rimette a quello che<br />

emerge dall'inchiesta e cioè la presenza di una struttura info-operativa americana che attraversava e<br />

manovrava il gruppo neofascista che sceglie la via delle stragi in un contesto di interessi<br />

internazionali ben definiti.<br />

Dalle due ordinanze di Salvini risulta che in Italia era attivo nel dopoguerra un servizio segreto<br />

militare americano, il Cic (Counter Intelligence Corp, lo stesso servizio con cui entrò in contatto<br />

Licio Gelli subito dopo il conflitto), poi evoluto in altre sigle, che oltre a seguire e controllare gli<br />

estremisti di destra tramite persone che avevano un doppio ruolo (informatori degli americani e<br />

militanti di On) fornì loro un apporto tecnico al fine di far crescere le cellule che avrebbero dovuto<br />

compiere gli attentati; quindi c’è qualcosa di diretto, di concreto, nel senso che non solo questo<br />

servizio militare non informava le nostre autorità, i servizi italiani (strettamente dipendenti da<br />

Washington) o la magistratura di quanto venivano man mano a sapere, ma lasciava fare e in più<br />

sollecitava l’operatività della cellula con questo tipo di aiuti tecnici. Cioè armi, esplosivo,<br />

istruttori.<br />

Salvini è stato chiaro su questo: “La strage fu assistita, per non dire ispirata dalla Nato”. E ancora:<br />

“La posta in gioco era la difesa degli equilibri politici esistenti in Italia e il mantenimento del nostro<br />

paese nel campo occidentale ed atlantico, obiettivo strategico ampio e che univa un arco di forze<br />

ben più vasto dei vari gruppi fascisti. A tale obiettivo risale la fonte di quella strategia di controllo<br />

indiretto che è stata la ‘strategia della tensione’ e al raggiungimento della stessa (…) potevano<br />

essere offerti, come male minore o prezzo eventuale che il paese poteva pagare, anche lutti e<br />

sangue”<br />

Tra le carte dell’inchiesta vi sono diversi rapporti del Ros dei carabinieri che illustrano<br />

dettagliatamente l’attività svolta dai militari americani in contatto con diversi Ordinovisti di primo<br />

piano tra cui quel Carlo Digilio, “armiere” della cellula veneta , che con il suo pentimento ha<br />

spalancato la porta sulla struttura segreta di un gruppo fino a qualche anno fa ritenuto blindato e<br />

adeguatamente tutelato in Italia e all’estero. Digilio, come anche il padre, è un agente informativo<br />

americano e al contempo prepara, secondo l’ipotesi accusatoria poi smentita dal processo,<br />

l’esplosivo che è in dotazione al gruppo. Ecco cosa racconta a verbale: “Quando nel 1963 il<br />

generale Westmoreland emanò una direttiva secondo la quale il comunismo doveva essere fermato<br />

ad ogni costo, in Italia furono formate le Legioni dei Nuclei di Difesa dello Stato e la scelta fu di<br />

contattare ed avvicinare, per opera delle rete informativa americana, tutti gli elementi di destra che<br />

fossero in qualche modo disponibili a questa lotta e coordinarli’’.<br />

Analisi non distante da quella maturata da Carlo Mastelloni, il magistrato veneziano che a lungo si è<br />

interessato di terrorismo. “I servizi di sicurezza di Ftase (la Nato) solo in caso di emergenza,<br />

invasione, secondo i piani operativi ovviamente segreti degli Stati maggiori americani e nostri, della<br />

III Armata, avrebbero potuto utilizzare Ordine Nuovo nel Triveneto”.<br />

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