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“Lavorare con le emozioni” – Il volume raccoglie i contributi originali

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nel<strong>le</strong> settimane e mesi successivi, un perdurante stato ansioso Di quel periodo<br />

Roberta ricorda che chiedeva spesso al padre e ai nonni perché la madre non ci<br />

fosse e perché l’avesse abbandonata e loro <strong>le</strong> rispondevano: “perché era una poco<br />

di buono”.<br />

All’età di 12 anni, in relazione allo scarso rendimento scolastico, viene inviata da<br />

uno psicologo <strong>con</strong> cui farà poche sedute.<br />

Inizia a bere alcolici all’età di 32 anni e pochi mesi dopo sviluppa ingravescenti<br />

<strong>con</strong>dotte d’abuso fino ad un vero e proprio quadro di dipendenza. A 33 anni<br />

effettua un primo ricovero per una disintossicazione, successivamente al qua<strong>le</strong><br />

viene presa in carico da un Ser.T ed inizia un trattamento ambulatoria<strong>le</strong> <strong>con</strong> anche<br />

farmaci antidepressivi. Segue un periodo caratterizzato da fasi di tota<strong>le</strong> remissione<br />

dal<strong>le</strong> <strong>con</strong>dotte di potus alternate a fasi di ricaduta (nel corso di una del<strong>le</strong> quali<br />

necessita di un se<strong>con</strong>do ricovero ospedaliero).<br />

A 34 anni decide di lasciare la sua città nata<strong>le</strong> e di trasferirsi in un’altra regione<br />

“per chiudere <strong>con</strong> il suo passato e rifarsi una vita”. Mantiene comunque <strong>con</strong>tatti<br />

<strong>con</strong> il suo Ser.T, i cui operatori decidono di appoggiarla ad altra analoga struttura<br />

per proseguire un programma finalizzato alla prevenzione del<strong>le</strong> ricadute<br />

(prescrizione del farmaco avversativo disulfiram). Di fatto Roberta <strong>con</strong>tinua ad<br />

avere periodi circoscritti di abuso etilico. L’ultimo episodio si è verificato, come<br />

spesso accade, dopo un’ennesima lite te<strong>le</strong>fonica <strong>con</strong> il padre (Roberta per anni ha<br />

avuto il dubbio ed oggi ha maturato la certezza che né <strong>le</strong>i né suo fratello sono figli<br />

di suo padre).<br />

Questa sintetica biografia è stata raccolta nel corso di un’unica seduta, la prima,<br />

<strong>con</strong> una modalità di <strong>con</strong>durre la <strong>con</strong>versazione tipicamente improntata al modello<br />

post-razionalista.<br />

Adottando una prospettiva più tradizionalmente descrittiva e oggettiva del quadro<br />

psicopatologico di Roberta si sarebbe potuto enfatizzare l’importanza<br />

dell’alcolismo materno come un fattore di predisposizione genetica familiare e<br />

quindi l’azione terapeutica si sarebbe focalizzata soprattutto sull’astensione<br />

dall’uso di bevande alcoliche (non a caso Roberta ha imparato a <strong>con</strong>oscere il ruolo<br />

protettivo del disulfiram). Anche rispetto al Disturbo Depressivo, si poteva<br />

individuare un fattore di predisposizione familiare (il fratello è da anni in cura per<br />

lo stesso prob<strong>le</strong>ma) e comunque Roberta è stata tratta <strong>con</strong> farmaci serotoninergici,<br />

ma mai <strong>con</strong> un intervento psicoterapeutico.<br />

Viceversa, da una prospettiva post-razionalista, i tre momenti cardine di un<br />

intervento psicoterapeutico di questo tipo - la ricostruzione della storia di sviluppo<br />

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