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“Lavorare con le emozioni” – Il volume raccoglie i contributi originali

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alla messa a fuoco dei propri e altrui meccanismi cognitivi ed emotivi, per<br />

sviluppare la capacità e la sensibilità nel comprendere cosa avviene dal punto di<br />

vista relaziona<strong>le</strong> durante <strong>le</strong> interazioni e ai relativi meccanismi e processi di<br />

integrazione tra piano del <strong>con</strong>tenuto e piano della relazione (Bani, Strepparava e<br />

Rezzonico, 2009).<br />

Nella formazione degli insegnanti della scuola dell’obbligo è percepita come<br />

centra<strong>le</strong> l’acquisizione dei <strong>con</strong>tenuti disciplinari e del sapere pedagogico, meno<br />

<strong>con</strong>divisa è la <strong>con</strong>vinzione che sia necessario anche formare alla competenza<br />

interpersona<strong>le</strong> per gestire al meglio <strong>le</strong> relazioni <strong>con</strong> i bambini e <strong>con</strong> gli adulti<br />

(genitori degli alunni e col<strong>le</strong>ghi). Normalmente nella formazione degli insegnanti<br />

gli aspetti relazionali sono presenti in modo periferico e la formazione nel<strong>le</strong><br />

discipline psicologiche si occupa preva<strong>le</strong>ntemente dello sviluppo emotivo dei<br />

bambini, della psicopatologia dello sviluppo e del<strong>le</strong> dinamiche del rapporto<br />

genitori-figli. Poco o nessuno spazio è dedicato all’approfondimento degli aspetti<br />

relazionali che coinvolgono in prima persona discenti e docenti. I processi<br />

emotivi dell’insegnante e la dimensione psicologica del suo lavoro, restano<br />

tristemente sullo sfondo. La dimensione dell’esperienza soggettiva di chi insegna<br />

è per lo più presa in <strong>con</strong>siderazione solo per pochi e settoriali aspetti, quali ad<br />

esempio il prob<strong>le</strong>ma del burn-out (Strepparava 2006). L’attenzione ad altri aspetti<br />

è rara (cfr. Lafortune et al., 2005). Tuttavia per lo sviluppo di un’adeguata<br />

professionalità negli insegnanti è invece necessario che i docenti siano formati<br />

anche alla sensibilità interpersona<strong>le</strong> ed alla relazione, perché da questo deriva una<br />

migliore efficacia didattica e formativa (Sutton et al., 2003). Un insegnante che<br />

abbia una difficoltà di base nel ri<strong>con</strong>oscimento o nella regolazione del<strong>le</strong> emozioni,<br />

ad esempio, crea un circolo di imprevedibilità che può complicare il clima della<br />

classe. Mentre gli alunni <strong>con</strong> un senso di se stessi sicuro e stabi<strong>le</strong> potranno<br />

tol<strong>le</strong>rare meglio <strong>le</strong> oscillazioni emotive e attribuir<strong>le</strong> all’insegnante, per gli altri si<br />

rischia di innescare un circolo prob<strong>le</strong>matico <strong>con</strong> l’attribuzione di quanto accade a<br />

caratteristiche negative proprie e l’emergere di un senso di inadeguatezza o<br />

incapacità (Strepparava, 2006).<br />

Quando si parla di sensibilità interpersona<strong>le</strong> è faci<strong>le</strong> assumere che tutto dipenda da<br />

una predisposizione natura<strong>le</strong> o da una sensibilità soggettiva più o meno spiccata,<br />

mentre si tratta di una competenza che può essere progressivamente costruita,<br />

lavorando sui vari aspetti che la compongono. La capacità di fare attenzione agli<br />

stati emotivi dell’interlocutore e ai propri, la <strong>con</strong>sapevo<strong>le</strong>zza della va<strong>le</strong>nza<br />

relaziona<strong>le</strong> di azioni e comportamenti, la capacità di notare gli aspetti della<br />

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