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“Lavorare con le emozioni” – Il volume raccoglie i contributi originali

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terapeuta come perturbatore strategicamente orientato occorrerà che la ricerca<br />

psicoterapeutica sia sempre più diretta all’elaborazione di modelli che evidenzino<br />

in che modo l’oscillazione emotiva che si verifica nel corso della comprensione di<br />

dati critici possa facilitare l’acquisizione di dati nuovi e/o il riordinamento di dati<br />

già esistenti”.<br />

Le emozioni vanno dunque indagate e ricostruite in moviola (“slow motion<br />

setting”). La moviola è la messa a fuoco di un episodio nel tempo (prima, durante<br />

e dopo) lavorando sull’esperienza immediata, sul cosa accade (“zooming out/in”<br />

fuori e dentro il soggetto), sul come accade (effetto dell’esperienza) fino a<br />

giungere al perché accade (spiegazioni dell’esperienza). Ma la moviola non è una<br />

tecnica meccanica né tanto meno un rito ripetitivo o una formula fissa. Essa<br />

<strong>con</strong>siste invece in un processo ogni volta unico e non riproducibi<strong>le</strong>, che possiamo<br />

utilizzare adeguatamente se siamo finalizzati al cambiamento, quindi se siamo<br />

aperti e attenti a co-esplorare l’unicità dell’altro (Nardi, 2007).<br />

LE ATTIVAZIONI EMOZIONALI<br />

Come è noto, <strong>le</strong> attivazioni emozionali presentano varie componenti, dal colorito<br />

senso-percettivo soggettivo (piacevo<strong>le</strong>/spiacevo<strong>le</strong>) al coinvolgimento somatico<br />

(benessere/ma<strong>le</strong>ssere, angoscia), dalla rappresentazione interna dei “fotogrammi”<br />

(“cosa”, “come”, “quando” accade fuori/dentro) al<strong>le</strong> spiegazioni auto-riferite,<br />

<strong>con</strong>nesse <strong>con</strong> <strong>le</strong> attivazioni provate (“perché” si è provato qualcosa).<br />

Un nostro recente studio mediante risonanza magnetica funziona<strong>le</strong> (Nardi et al.,<br />

2008) ha messo in evidenza che, di fronte allo stesso tipo di stimoli, i soggetti <strong>con</strong><br />

organizzazione inward e quelli <strong>con</strong> organizzazione outward presentano attivazioni<br />

cerebrali diversificate. In particolare, se vengono presentati volti <strong>con</strong> espressioni<br />

emotive standard di paura o di rabbia, gli inward attivano preva<strong>le</strong>ntemente<br />

l’amigdala (specie quella destra), mentre gli outward attivano (meno) l’amigdala,<br />

ma attivano numerose aree, non solo libiche ma anche corticali.<br />

Pertanto, come ha <strong>con</strong>fermato lo studio sopra riferito, negli inward, essendo il<br />

cana<strong>le</strong> comunicativo preferenzia<strong>le</strong> centrato sulla reciprocità fisica, prevalgono <strong>le</strong><br />

emozioni di base (“basic feelings”). In queste organizzazioni, gli schemi cognitivi<br />

sono temporalmente se<strong>con</strong>dari, hanno quindi un ruolo esplicativo e integrativo,<br />

finalizzato al mantenimento della coerenza interna.<br />

Negli outward, invece, essendo il cana<strong>le</strong> comunicativo preferenzia<strong>le</strong> centrato sulla<br />

reciprocità semantica, prevalgono <strong>le</strong> emozioni se<strong>con</strong>darie auto-valutative<br />

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