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“Lavorare con le emozioni” – Il volume raccoglie i contributi originali

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Ciascuno dunque ha percepito, elaborato, sentito, e messo in memoria il dato in<br />

modo peculiare e assolutamente unico. Come amava dire Vittorio Guidano ogni<br />

essere umano rappresenta un esperimento unico della natura.<br />

I SISTEMI DI MEMORIA<br />

Come potremmo rappresentarci noi cognitivisti queste diverse modalità di<br />

funzionamento e di elaborazione dell’informazione? Le scienze cognitive, com’è<br />

noto, ci <strong>con</strong>sentono di descrivere l’organizzazione del Sé nei termini di un<br />

insieme, più o meno integrato e armonico, di sistemi di memoria in cui la nostra<br />

esperienza di noi stessi e del mondo viene codificata ed elaborata (Fig.1):<br />

inizialmente un’impalcatura preva<strong>le</strong>ntemente tacita del Sé, articolata in: schemi<br />

senso-motori (memoria procedura<strong>le</strong>); e immagini sensoriali. Questa impalcatura<br />

percettivo-motoria di base, trova gradualmente espressione più differenziata e<br />

modulata in sistemi di memoria più espliciti, cioè mediati da rego<strong>le</strong> linguistiche,<br />

sotto forma di: linguaggio <strong>con</strong>notativo, va<strong>le</strong> a dire il linguaggio utilizzato per<br />

veicolare stati affettivi, (atto appunto ad esprimere immagini sensoriali:<br />

“evvvaii!!!”); e di memoria più propriamente semantica, va<strong>le</strong> a dire quella forma<br />

di linguaggio atto ad esprimere generalizzazioni <strong>con</strong>cettualizzate sul Sé (“bisogna<br />

ri<strong>con</strong>oscere che Caio è proprio un grande”; (ovviamente tra “evvaiii” e “bisogna<br />

ri<strong>con</strong>oscere che Caio è proprio un grande” ci possono stare modelli<br />

rappresentativi verbali su gradi diversi di astrazione).<br />

Tutto ciò va presto (intorno ai tre anni) a <strong>con</strong>fluire nel<strong>le</strong> prime forme di memoria<br />

autobiografica (di qualità già più spiccatamente integrativa), va<strong>le</strong> a dire la<br />

memoria episodica, la nostra capacità di rievocare in forma sequenzia<strong>le</strong> eventi,<br />

immagini organizzate in modalità sequenzia<strong>le</strong> e rievocate attraverso modalità<br />

sensoriali multip<strong>le</strong>. <strong>Il</strong> tutto armonizzato in una memoria integrativa che ha il<br />

compito, appunto, di se<strong>le</strong>zionare, <strong>con</strong>frontare, integrare <strong>le</strong> diverse<br />

rappresentazioni disposizionali provenienti dai vari sistemi (Fig. 1).<br />

Vo<strong>le</strong>ndo <strong>con</strong>dividere una semplice e immediata definizione di benessere o<br />

ma<strong>le</strong>ssere psicologico, ci sentiamo bene e sufficientemente in equilibrio, quando<br />

questi sistemi funzionano in modo sufficientemente integrato e armonico: tra i<br />

diversi sistemi c’è un adeguato livello di inter<strong>con</strong>nessione ed integrazione.<br />

Ciascun sistema si sente sufficientemente ben “tradotto” nel linguaggio dell’altro.<br />

In tal modo abbiamo l’impressione soggettiva di “rimettere insieme i pezzi”.<br />

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