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“Lavorare con le emozioni” – Il volume raccoglie i contributi originali

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Quando viene meno l’integrazione ideo-affettiva (ciò che sentiamo e ciò che<br />

pensiamo non sono <strong>con</strong>gruenti) insorgono prob<strong>le</strong>mi psicopatologici, ma al fine di<br />

un efficace assessment non tutte <strong>le</strong> espressioni emozionali rivestono una funzione<br />

terapeutica. All’uopo, ma solo per uno scopo di assessment clinico, abbiamo<br />

distinto tre tipi di espressione affettiva in terapia: <strong>le</strong> emozioni primarie, <strong>le</strong><br />

emozioni reattive se<strong>con</strong>darie e <strong>le</strong> emozioni strumentali. Ciascuno di questi tre tipi<br />

di espressione emoziona<strong>le</strong> ha un differente ruolo in psicoterapia e nel<br />

cambiamento.<br />

Le emozioni primarie sono risposte adattive a specifiche situazioni (rabbia,<br />

tristezza, paura) e possiedono componenti sensoriali <strong>con</strong> risposte fisiche<br />

incorporate (mi ferisce così profondamente, mi sento così insicuro … instabi<strong>le</strong>, mi<br />

sento al<strong>le</strong>viato, mi sento disgustato … come se vo<strong>le</strong>ssi vomitare). Sono<br />

accompagnate-da o evocano immagini e, normalmente, non sono pienamente<br />

<strong>con</strong>sapevoli all’inizio della terapia. È di fondamenta<strong>le</strong> importanza entrare in<br />

<strong>con</strong>tatto e ri<strong>con</strong>oscere questi stati emozionali giacché essi <strong>con</strong>sentono l’accesso a<br />

nuove esperienze affettive e a esperienze affettive evitate e permettono il<br />

cambiamento del proprio punto di vista e la costruzione di nuovi significati<br />

personali.<br />

Le emozioni primarie hanno un ruolo crucia<strong>le</strong> nel cambiamento; essere<br />

in<strong>con</strong>sapevoli del<strong>le</strong> emozioni primarie significa avere meno informazioni utili sui<br />

propri vissuti <strong>con</strong> <strong>con</strong>seguente disorganizzazione, funzionamento difettoso e<br />

patologia. Esse servono a informare un individuo sui pattern d’azione<br />

potenzialmente utili in risposta all’ambiente e facilitano adattativamente il<br />

cambiamento accompagnando e favorendo i comportamenti diretti all’azione.<br />

Le emozioni se<strong>con</strong>darie sono di solito accessibili alla coscienza e spesso sono<br />

presentate dal paziente come il “prob<strong>le</strong>ma clinico”; sono espresse come risposta a<br />

emozioni primarie o cognizioni (per esempio: una persona può esprimere rabbia<br />

quando ha paura) e sono spesso alla base dei meccanismi di autoinganno. Trattare<br />

queste emozioni come se fossero primarie o <strong>con</strong>fonder<strong>le</strong> <strong>con</strong> esse può<br />

rappresentare un errore terapeutico; esse possono essere prese in <strong>con</strong>siderazione<br />

come strategia terapeutica di relazione e possono rappresentare la corsia<br />

preferenzia<strong>le</strong> per identificare rapidamente <strong>le</strong> strutture affettivo-cognitivo non<br />

<strong>con</strong>sapevoli sottostanti.<br />

Le emozioni strumentali sono pattern di comportamento emoziona<strong>le</strong> appresi per<br />

influenzare o manipolare gli altri, normalmente generano un guadagno se<strong>con</strong>dario<br />

sia in termini di benefici interpersonali sia fornendo un sentimento di persona<strong>le</strong><br />

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