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“Lavorare con le emozioni” – Il volume raccoglie i contributi originali

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autoreferenziali, durante lo sviluppo diventano in grado di trasformare <strong>le</strong><br />

perturbazioni emotive provenienti dall’interazione <strong>con</strong> l’ambiente in informazioni<br />

che <strong>con</strong>tribuis<strong>con</strong>o a <strong>con</strong>fermare il proprio senso di identità persona<strong>le</strong> nel rispetto<br />

e <strong>con</strong> la <strong>con</strong>ferma del proprio senso di unicità persona<strong>le</strong> (differenziazione).<br />

Ecco perché come sostiene Mahoney “il nostro entrare in relazione <strong>con</strong> <strong>le</strong> nostre<br />

emozioni è spesso almeno così importante come lo sono <strong>le</strong> emozioni di per sé” e,<br />

aggiunge sempre Mahoney, che “provare emozioni non è negativo o pericoloso o<br />

patologico”. Gli “scompensi emotivi”, i sintomi e <strong>le</strong> sindromi psicopatologiche<br />

sono proprio la <strong>con</strong>seguenza della difficoltà a ri<strong>con</strong>oscere e a far proprie,<br />

regolando<strong>le</strong> attraverso i cosiddetti significati personali, cogliendo il senso che<br />

hanno per ciascuno di noi, <strong>le</strong> sensazioni emergenti dal<strong>le</strong> interazioni <strong>con</strong><br />

l’ambiente e <strong>con</strong> altri individui: “bloccare <strong>le</strong> emozioni e tentare di combattere <strong>con</strong><br />

quello che stiamo provando rappresenta il maggior pericolo per la nostra salute e<br />

il nostro senso di benessere psicologico” (Mahoney, 2003).<br />

<strong>Il</strong> senso di identità è col<strong>le</strong>gato al fatto che ognuno <strong>le</strong> emozioni <strong>le</strong> “sente” in modo<br />

qualitativamente e quantitativamente diversificato.<br />

Cioè ad esempio la paura si attiva in chi ha una Organizzazione Cognitiva (O. C.)<br />

di tipo fobico o <strong>con</strong>trollante in situazioni in cui si teme di perdere il <strong>con</strong>trollo<br />

fisico su figure di riferimento. Inoltre la qualità del<strong>le</strong> emozioni è di tipo inward<br />

(Bertolino, 2005; Nardi et al., 2008) cioè verranno sentite preva<strong>le</strong>ntemente a<br />

livello neurovegetativo col proprio corpo. Sempre la paura verrà elicitata da<br />

situazioni di perdita anche nel<strong>le</strong> altre O. C. Ma, per esempio, nella O. C.<br />

depressiva o distaccata sarà col<strong>le</strong>gata a sensazioni fisiche di peso e fatica nella<br />

<strong>con</strong>ferma di essere solo ad affrontare la vita. Nella O. C. dap o <strong>con</strong>testualizzata<br />

l’emozione di paura e solitudine è col<strong>le</strong>gata alla mancanza di comprensione di<br />

persone a cui è necessario adeguarsi per “sentirsi” e per essere giudicati<br />

positivamente e viene vissuto <strong>con</strong> un senso di vuoto più menta<strong>le</strong> che fisico<br />

(outward). Nella O. C. ossessiva o normativa la paura viene attivata al momento<br />

di trovarsi nell’imprevedibilità per chi è abituato a pianificare sempre tutto.<br />

Anche in questo caso i vissuti sono preva<strong>le</strong>ntemente mentali come se ci si<br />

sforzasse a trovare una soluzione raziona<strong>le</strong> <strong>con</strong>trollando il fisico. In questo senso<br />

<strong>le</strong> emozioni sono e<strong>le</strong>menti di <strong>con</strong>oscenza. Sono alla base del modo di sentirsi<br />

<strong>con</strong>fermando un proprio senso di identità e di coerenza e sono forme di<br />

<strong>con</strong>oscenza tacita. La capacità di soffermarsi sui propri segnali emotivi e di<br />

capirne il persona<strong>le</strong> senso e significato facendolo comunicare a se stessi e agli altri<br />

attraverso i processi di dialogo interno (rumination) e di <strong>con</strong>divisione socia<strong>le</strong><br />

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