coverstory - Aidp
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lavoratori, mentre per le aziende con meno di<br />
quindici si applicherà la tutela obbligatoria di<br />
cui alla legge n. 604/1966.<br />
Altre ipotesi di riforma che alimentano la discussione<br />
riguardano il contratto a tempo determinato:<br />
quest’ultimo potrebbe, infatti, essere<br />
stipulato solo per i dipendenti con una retribuzione<br />
annua superiore ai 25mila euro lordi (o<br />
proporzionalmente inferiore se il contratto ha<br />
una durata inferiore di dodici mesi), fatta salva<br />
l’eccezione dei lavori stagionali.<br />
Inoltre è stata proposta la modifica dell’articolo<br />
18 dello Statuto dei lavoratori, rendendolo<br />
applicabile soltanto ad aziende che occupino più<br />
di 50/100 dipendenti o comunque sempre inapplicabile<br />
(Ichino) ai licenziamenti per giustificato<br />
motivo oggettivo.<br />
Conclusioni<br />
Il contesto normativo sopra descritto evidenzia<br />
innanzitutto che il nostro ordinamento dispone<br />
già di strumenti giuridici idonei ad accompagnare<br />
l’ingresso di giovani e non nel mercato del lavoro.<br />
La soluzione all’attuale crisi del mercato<br />
e dell’occupazione non può certamente essere<br />
individuata nell’introduzione di un contratto<br />
che, di fatto, non comporta alcun beneficio per le<br />
aziende. Il licenziamento per giustificato motivo<br />
oggettivo, se correttamente eseguito, può essere<br />
effettuato già oggi a costo più basso.<br />
Se si vuole veramente intervenire, forse, non<br />
resta che modificare l’articolo 18 dello Statuto dei<br />
lavoratori, aumentando la soglia di applicazione<br />
a 100 dipendenti e consentendo il recesso, con<br />
le sole garanzie economiche dell’articolo 8 della<br />
legge n. 604 del 1966 (da 2,5 a 6 mesi di risarcimento<br />
del danno) in ogni caso di licenziamento,<br />
durante i primi tre anni, anche senza motivazione.<br />
Esclusi sempre i licenziamenti discriminatori.<br />
In realtà, quello di cui hanno veramente bisogno<br />
le aziende è di poter selezionare i propri dipendenti<br />
su un tempo più lungo rispetto all’attuale<br />
periodo di prova, e poter recedere dal contratto<br />
nel caso di lavoratori che non svolgono la prestazione<br />
come richiesto. Ma sarà ben difficile<br />
ottenere questo risultato. Certo è che il rimedio<br />
della reintegrazione esiste soltanto in pochissimi<br />
paesi in Europa. Oltre alla Germania, seppure<br />
con qualche differenza, solo Italia, Portogallo,<br />
Austria e Lettonia hanno la reintegrazione come<br />
unico rimedio a un licenziamento non motivato.<br />
Forse bisognerebbe chiedersi perché. n<br />
Un occhio ai licenziamenti<br />
come si comportano i paesi europei?<br />
Anno<br />
AUSTRIA<br />
BELGIO<br />
Bulgaria<br />
Cipro<br />
Danimarca<br />
Estonia<br />
Finlandia<br />
francia<br />
germania<br />
grecia<br />
Irlanda<br />
italia<br />
Lettonia<br />
lituania<br />
LUSSEMBURGO<br />
malta<br />
olanda<br />
polonia<br />
portogallo<br />
Regno Unito<br />
rep. ceca<br />
rep. slovacca<br />
romania<br />
slovenia<br />
spagna<br />
SVEzia<br />
UNGHERIA<br />
Periodo<br />
di prova<br />
1 mese<br />
6-12 mesi per<br />
Ral>33.677 c<br />
-<br />
2 anni<br />
-<br />
4 mesi<br />
4 mesi<br />
-<br />
6 mesi<br />
-<br />
-<br />
6 mesi<br />
3 mesi<br />
3-6 mesi<br />
-<br />
6 mesi<br />
2 mesi<br />
3 mesi<br />
240 giorni<br />
-<br />
3 mesi<br />
3 mesi<br />
30 giorni<br />
3 mesi<br />
2-6 mesi<br />
6 mesi<br />
3 mesi<br />
Reintegrazione<br />
Si<br />
No<br />
Si, su richiesta del lavoratore<br />
No<br />
No<br />
Si, su richiesta<br />
del lavoratore<br />
No<br />
No<br />
Si, ma il giudice su<br />
richiesta può non disporla<br />
No<br />
No<br />
Si<br />
Si<br />
Si, il giudice può condannare<br />
al solo risarcimento<br />
No<br />
Si, solo su richiesta<br />
del dipendente<br />
Si, su richiesta del<br />
lavoratore ma<br />
raramente disposta<br />
Si, il giudice può condannare<br />
al solo risarcimento<br />
Si<br />
Si, ma il datore di lavoro può<br />
rifiutare la reintegrazione<br />
pagando un compenso<br />
Si, su richiesta del lavoratore<br />
Si, ma il giudice può<br />
ritenerla non opportuna<br />
Su richiesta del lavoratore<br />
Si, ma il giudice può<br />
ritenerla non opportuna<br />
No<br />
No, ma sospensione<br />
del licenziamento<br />
Si, il giudice può condannare<br />
al solo risarcimento<br />
Risarcimento<br />
alternativo alla<br />
reintegrazione<br />
-<br />
6 mesi<br />
-<br />
24 mesi<br />
1-6 mesi<br />
6 mesi<br />
3-24 mesi<br />
6 mesi + 1/10 o 2/10 della<br />
retribuzione mensile per ogni<br />
anno + 1/15 o 2/15 oltre<br />
il decimo anno<br />
-<br />
-<br />
2 anni<br />
15 mesi alternativi alla<br />
reintegrazione a scelta<br />
del solo dipendente<br />
-<br />
-<br />
5-25 mesi, danno non<br />
patrimoniale 500-12.500 c<br />
34.940 c ma non vi è<br />
un limite di legge<br />
Formula Cantonal Court: anzianità<br />
x retribuzione mensile<br />
lorda x fattore di correzione<br />
3 mesi<br />
15-45 giorni di retribuzione<br />
per ciascun anno di servizio<br />
Indennità per le ipotesi di esubero<br />
e un’indennità risarcitoria pari nel<br />
massimo a circa 90mila c<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
1-45 giorni per ciascun anno<br />
di anzianità. Massimo 42 mesi<br />
16-32 mesi o 24-48 mesi<br />
se il lavoratore ha 60 anni<br />
o più. In aggiunta danno non<br />
patrimoniale di importo<br />
da 5.400 e 10.800 c<br />
2-12 mesi<br />
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