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coverstory - Aidp

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strumenti COACHING INTEGRATIVO<br />

le differenze<br />

che ci rendono uguali<br />

I contrasti sono una ricchezza per tutti. Qualcosa<br />

che ci unisce c'è sempre: una sorta di alfabeto<br />

comune che è alla base di ogni organizzazione<br />

la psichiatria a essere cura e non segregazione,<br />

partiva sempre da una sola considerazione: «Visto<br />

da vicino, nessuno è normale». Voleva porre<br />

in evidenza che ciascuno di noi dimostra la sua<br />

anormalità, intesa come non riducibilità a uno<br />

standard, la sua specificità e, soprattutto, che<br />

questo nostro essere ciascuno specifico rispetto<br />

agli altri ci rende tutti uguali.<br />

La forma di conoscenza più autentica è il riconoscimento<br />

di questo nostro essere tutti uguali<br />

e tutti specifici.<br />

E il riconoscimento avviene sempre "a priori".<br />

È come dirsi tra sé e sé: «Io penso che tu sei come<br />

me indipendentemente da quello che pensi, da<br />

quello che vuoi, dal ruolo che occupi, dal contesto<br />

in cui siamo, da quello che succederà».<br />

Niente di diverso, in fondo, da quello che avviene<br />

tra i tuareg.<br />

Quante volte succede questo nelle nostre organizzazioni?<br />

Quante volte invece, anziché unirsi, ci si didi<br />

Duilio Cau<br />

{<br />

cau@duiliocau.com<br />

Comunicatore<br />

e formatore<br />

Quando un Tuareg nel deserto incontra un altro Tuareg, lo saluta.<br />

I Tuareg partono dal presupposto che è di gran lunga più difficile<br />

uccidere una persona con la quale hai già stretto conoscenza. È<br />

più difficile uccidere e, conseguentemente, è più difficile essere uccisi. In termini<br />

sistemici si tratta di un tipico approccio strategico.<br />

L’approccio tattico considererebbe quale è la<br />

mia forza rispetto a quella della persona che incontro.<br />

Se sono apparentemente più forte, non<br />

accetterò il saluto per essere libero di prevalere<br />

sul mio interlocutore. Se sono apparentemente più<br />

debole cercherò il saluto per evitare di soccombere.<br />

I Tuareg scommettono sul fatto che una relazione<br />

nella quale nessuno rischia di essere ucciso<br />

può portare benefici a entrambe le parti. E per loro<br />

non ha nessuna importanza se chi incontrano è<br />

una persona o un gruppo di persone, se è un capo<br />

tuareg o meno, se non è un tuareg o un membro<br />

della stessa tribù.<br />

Poi litigano, se è il caso, e anche tanto. Per<br />

certi aspetti sono più litigiosi perché sanno che,<br />

a qualunque livello arrivi, la loro divergenza non<br />

avrà mai conseguenze disgregative, sarà pura dialettica<br />

senza rischi.<br />

Nelle nostre organizzazioni, nelle aziende, il<br />

saluto ha ormai perso questa funzione scivolando<br />

progressivamente verso una ritualità fine a<br />

se stessa.<br />

Ma la reciproca conoscenza può ancora fare<br />

miracoli.<br />

Franco Basaglia, lo psichiatra che ha riportato<br />

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