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coverstory - Aidp

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storie psicologia positiva<br />

NON SEI FELICE?<br />

È anche COLPA TUA<br />

Secondo il professor Tal Ben-Shahar la felicità dipende<br />

in larga parte dal nostro atteggiamento. Il segreto?<br />

Concentrarsi di più su ciò che sappiamo fare bene<br />

di Alessio De Santa<br />

{<br />

alessio.desanta@atm.it<br />

Specialista<br />

Comunicazione<br />

Interna di ATM<br />

Se non sei felice è tutta colpa tua”, recitava un famoso detto tibetano<br />

che ci lascia doppiamente sconfortati: oltre a non essere felici, abbiamo<br />

anche il peso della colpa da portare. Ma come funziona la felicità?<br />

Perché alcuni sembrano sempre placidamente baciati dal buonumore, mentre altri<br />

sempre preoccupati e tesi? Il professor Tal Ben-Shahar dell’università di Harvard ha<br />

studiato per diversi anni questo tema, nell’ambito<br />

di quella che viene chiamata psicologia positiva.<br />

In questo campo si è cercato di capire innanzitutto<br />

come mai ci sono luoghi dove i livelli di<br />

felicità e soddisfazione della vita sono alti nonostante<br />

l’evidente mancanza di risorse, e da qui si<br />

è proceduto ad analizzare come le persone vivono<br />

momenti difficili, scoprendo importanti differenze.<br />

Ho avuto occasione di parlare con il professor<br />

Shahar durante un incontro svoltosi nell’ambito<br />

di un progetto di The European House Ambrosetti<br />

al Campus ATM di Milano, in cui il professore<br />

ha incontrato alcuni giovani del gruppo Leader<br />

del Futuro, oltre che dipendenti ATM scelti tra le<br />

nuove leve.<br />

«Siamo abituati all’idea che per fare andare<br />

bene le cose dobbiamo concentrarci su quali siano<br />

i problemi, per cercare di risolverli – sostiene Shahar<br />

–. Spesso otteniamo l’opposto, li ingigantiamo<br />

e ci lasciamo abbattere. In campo accademico<br />

succede lo stesso: per ogni articolo che tratti il<br />

tema della felicità se ne trovano ben ventuno su<br />

temi opposti come ansia, depressione, problemi<br />

sul posto di lavoro». Dobbiamo ricordarci che «le<br />

domande creano la realtà, poiché la definiscono»,<br />

e se non vogliamo trovarci a vivere in una realtà<br />

fatta di sole preoccupazioni, è bene che cominciamo<br />

col chiedere a noi stessi in cosa siamo bravi<br />

e di cosa dobbiamo essere riconoscenti. Non si<br />

tratta di ignorare i problemi, semplicemente di<br />

lavorare su due versanti: quello dei problemi da<br />

risolvere e quello di “ciò che funziona”, che ha<br />

il potere di darci energia e forza ottimistica per<br />

andare avanti.<br />

Nel corso dell’incontro, Shahar ha esposto diverse<br />

ricerche, tra cui una in particolare, condotta<br />

su bambini capaci di risultati sopra la media in<br />

diversi campi. «Questi bambini – racconta – non<br />

hanno abilità speciali, ma semplicemente riescono<br />

a produrre da caratteristiche ordinarie risultati<br />

straordinari». La caratteristica fondante per il<br />

successo è la resilienza, la capacità di adattarsi.<br />

Essa si basa, secondo questi studi, su accorgimenti<br />

pratici: la capacità di porsi obiettivi, uno sguardo<br />

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