coverstory - Aidp
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Le aziende multinazionali possono utilizzare le stesse procedure<br />
in tutti i Paesi? Gli strumenti di valutazione professionale<br />
presenti online sono affidabili? Due domande a cui è importante<br />
dare una risposta. Perché un errore può costare caro<br />
SIBILE<br />
“Sono da tenere<br />
in considerazione<br />
i valori culturali<br />
caratteristici<br />
di uno specifico<br />
Paese e come questi<br />
possano determinare,<br />
nei candidati,<br />
l’accettazione dell’iter<br />
selettivo al quale sono<br />
sottoposti”<br />
etnia o di genere; una sensibilità, questa, che<br />
ha contribuito a sviluppare procedure obiettive<br />
di assessment come ad esempio, nel campo<br />
delle interviste di selezione, quelle strutturate.<br />
In altri Paesi, invece, le attività di selezione e<br />
assessment risentono di minori vincoli normativi:<br />
ad esempio in Giappone o in molti Paesi<br />
europei dove, anche se sono presenti degli standard<br />
“professionali”, questi non rappresentano<br />
obbligo di legge e, dunque, spesso non vengono<br />
adeguatamente osservati.<br />
Un secondo aspetto riguarda il grado di familiarità<br />
con i diversi metodi di selezione: la<br />
conoscenza di determinate procedure può determinarne<br />
l’utilizzo, a sfavore di strumenti<br />
alternativi e magari più rilevanti nel nuovo<br />
contesto. Naturalmente l’utilizzo di una metodologia<br />
poco familiare in un certo Paese implica<br />
una maggiore attenzione nella formazione di chi<br />
deve impiegarla.<br />
Inoltre, sono da tenere in considerazione i valori<br />
culturali caratteristici di uno specifico Paese<br />
e come questi possano determinare, nei candidati,<br />
l’accettazione dell’iter selettivo al quale<br />
sono sottoposti. Nei Paesi in cui è presente una<br />
mentalità individualistica e orientata al successo<br />
personale, è possibile impiegare procedure di<br />
selezione altamente competitive e focalizzate<br />
sui risultati individuali, che non apparirebbero<br />
giustificate in altri Paesi in cui sia presente<br />
una cultura collettivistica volta a privilegiare<br />
comportamenti più cooperativi e collaborativi.<br />
Infine, l’utilizzo in Paesi diversi di strumenti<br />
sviluppati all’interno di un contesto specifico<br />
pone il doppio problema del contenuto di ciò che<br />
viene valutato e delle modalità di valutazione<br />
utilizzate. Mentre è ormai assodato che le seconde<br />
debbano subire un processo di adattamento<br />
locale, non è ancora del tutto noto se i costrutti<br />
misurati nei candidati di un certo paese possano<br />
anche essere ricercati e valutati in soggetti di<br />
Paesi culturalmente e socialmente molto diversi.<br />
Quando si fa riferimento in un certo ambito<br />
ad aspetti quali, ad esempio, l’”estroversione” o<br />
la “coscienziosità”, occorre essere consapevoli<br />
del rischio di darne una definizione particolare,<br />
“nazionale”, culturalmente determinata, e che<br />
per Paesi diversi può rendersi necessaria una<br />
sua ridefinizione, quanto meno in riferimento<br />
agli indicatori comportamentali che la contraddistinguono.<br />
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