"La giraffa bianca" di Emilio Salgari
"La giraffa bianca" di Emilio Salgari
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NELLA FORESTA<br />
Dopo il mezzodì del giorno seguente, mentre i negri erano<br />
occupati a rinforzare l'accampamento costruendo un kraal anche<br />
intorno al carro, William ed il dottore si incamminarono verso la<br />
foresta.<br />
Volevano fare una prima esplorazione per cercare le tracce<br />
delle giraffe e per procurarsi altresì della selvaggina e<br />
specialmente qualche volatile, avendo veduto immensi stormi <strong>di</strong><br />
ottarde.<br />
– Questi volatili sono più squisiti delle antilopi, – aveva<br />
detto William – e meritano un colpo <strong>di</strong> fucile. Dovremo però<br />
caricare le nostre armi con pallini.<br />
E così fecero, senza pensare che da un istante all'altro<br />
potevano trovarsi <strong>di</strong> fronte a qualche animale pericoloso invece<br />
che alle ottarde.<br />
Quella parte della foresta che si accingevano a visitare non<br />
era così folta come aveva dapprima creduto il dottore.<br />
Era essa formata da radure, ove pareva che la natura avesse<br />
accumulato tutte le ricchezze dell'Africa meri<strong>di</strong>onale, e da<br />
macchie colossali.<br />
Nelle prime si vedevano crescere fiori d'ogni specie: gigli<br />
<strong>di</strong> nivea bianchezza, tulipani dai vivi colori, giacinti e tuberose<br />
che rendevano l'aria olezzante e poi ananassi <strong>di</strong> quattro o cinque<br />
pollici e canne da zucchero selvatiche; le seconde invece erano<br />
formate da palmizi, da tamarin<strong>di</strong>, da baobab, da cedri<br />
grossissimi, sui cui rami volavano molti e svariati uccelli.<br />
– Che foresta splen<strong>di</strong>da! – esclamò il dottore.<br />
– Pensiamo alle nostre ottarde – <strong>di</strong>sse William. – Ne vedo<br />
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