Fotografare - Novembre 2014

Come ti sei avvicinato alla
fotografia?
La fotografia, questo
potente mezzo
comunicativo, è entrata a far parte
della mia vita sin dall’età
adolescenziale. Questa passione mi
è stata tramandata da mio padre,
anche lui un super appassionato di
fotografia.
uQual è stato il tuo primo
apparecchio fotografico?
Le mie prime esperienze
fotografiche le ho fatte con la
fantastica Nikon FM2 ed il classico
50 mm F1.8. Ho sempre preferito
scattare con pellicola diapositiva,
ritenendola molto più fedele dal
punto di vista cromatico rispetto
alla foto stampa su carta.
Proiettare le diapositive non era
solo un modo per vedere le
immagini ma un momento di festa
dove tutta la famiglia si riuniva per
vedere i risultati dell’uscita
fotografica. Con mio padre si
discuteva sulla bontà di ogni singola
immagine: qui il diaframma doveva
essere più chiuso, qui il tempo
doveva essere più rapido, questi
erano i commenti tipo di mio
padre. Passettino dopo passettino,
grazie alle sue continue lezioni di
tecnica fotografica e grazie alle
innumerevoli riviste fotografiche
che giravano in casa mia, le mie
immagini incominciavano sempre
di più a migliorare. Ho incominciato
a vedere la fotografia come una
forma d’arte quando il bagno di
casa mia si è trasformato in un vero
laboratorio fotografico di sviluppo
stampe BN. In quel bagno ho
trascorso migliaia di ore, ovvero
quasi cinque anni della mia vita,
stampato centinaia di fotografie e
tutto questo per trarre una
conclusione molto semplice che io
di fotografia non capivo nulla e che
le mie immagini non erano altro
che foto banali, più leggevo articoli
di Ansel Adams e più me ne
convincevo finché un bel giorno ho
tolto tutto da mezzo ed il mio
laboratorio fotografico divenne di
nuovo il bagno di casa mia. Dopo
qualche anno di pura inattività
fotografica mi sono accorto che il
mondo fotografico andava avanti e
comprai la mia prima fotocamera
digitale, la Nikon Colpix 5000 ma i
risultati erano ancora molto lontani
da quelli analogici ma comunque
questo mondo del digitale mi aveva
scosso e suscitato un interesse
pazzesco, interesse che tutt’ora è
ardente dentro di me.
uRaccontaci la tua evoluzione professionale.
Ho incominciato come molti a
fotografare paesaggi e fare
reportage finché nel 2011 quasi per
gioco ho fatto qualche scatto di
fashion, un genere che molto
rapidamente mi ha conquistato al
tal punto che adesso fotografo
esclusivamente Moda, fashion e
glamour. Di rado partecipo a
concorsi fotografici ma qualche
piccola soddisfazione è arrivata:
pubblicazione di una mia foto su
“Photo France le plus grande
concours photo du monde”, la foto
è arrivata in finale ed è stata
selezionata su 32mila foto
partecipanti, articolo su
NPhotography, pubblicazione sul
Nital Forum Contest, pubblicazione
su Illamasqua Makeup magazine
for beauty and fashion,
pubblicazioni su varie giornali locali
da 30mila copie.
uHai usato l'attrezzatura analogica,
e quale preferivi?
Sono sempre stato nikonista, sono
passato dalla FM2 alla F801 e con
quest’ultima fotocamera mi sono
sempre trovato bene, l’autofocus
comunque era un aiuto importante
specialmente nel reportage che
allora era il mio genere preferito.
Il parco ottico era abbastanza
completo, avevo tutte le ottiche
che andavano dal 17mm fino al
200mm. Ormai sono anni che
scatto in digitale ed onestamente la
pellicola non mi manca per niente.
uChe corredo utilizzi al momento
attuale?
Ho avuto la D70S, la D200, la D300
ed attualmente utilizzo la D700.
Le ottiche che più utilizzo per il
fashion sono il nikkor 24­70 F2.8 e
l’insuperabile Nikon 85 mm F1.8.
Nella borsa ho anche il Nikkor 70­
200 F2.8 ma lo utilizzo solo in
esterni e solo quando
effettivamente ne ho bisogno.
Quello che non deve mai mancare
nel mio corredo base sono i miei
flash SB800, ne ho tre ma
raramente li utilizzo
contemporaneamente. La mia
attrezzatura fotografica è ridotta
all’essenziale, preferisco armarmi
più di buone idee che di
innumerevoli obiettivi e corpi
macchina che servono a poco.
uSei più portato alle riprese in studio
o in esterni?
Io amo fotografare all’esterno, mi
piace cercare qualche scorcio
interessante per fotografare in
piena libertà; in esterno non si deve
costruire la scenografia sta già lì,
basta solo “vederla” e “catturarla”.
È chiaro che non sempre è possibile
fotografare dell’esterno sia per
quanto riguarda il meteo, che non è
sempre clemente, e sia per il
genere che uno decide di scattare:
non è semplice fare glamour q
“La cosa fondamentale da capire è che la sala di posa è priva di
anima, è un semplice locale con un fondale ed una serie di flash; la
vera sfida è quella di dare calore e vita a quei pochi metri quadrati
che si hanno a disposizione.”
novembre 2014 | fotografare 19