Fotografare - Novembre 2014
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Come visualizzare<br />
l'istogramma<br />
A ciascuno il suo... tasto!<br />
Per accedere alla<br />
visualizzazione<br />
dell'istogramma delle foto<br />
scattate sullo schermo della<br />
vostra fotocamera, dovrete<br />
premere un tasto o una<br />
combinazione di tasti<br />
apposita che varia a<br />
seconda del produttore e<br />
del modello. Nella maggior<br />
parte dei casi è sufficiente<br />
premere una o più volte il<br />
tasto INFO o DISP. Sulla<br />
quasi totalità delle reflex<br />
Nikon bisogna premere il<br />
tasto direzionale “su”.<br />
Canon EOS 60D<br />
Sony SLT A77<br />
Nikon D7000<br />
influenzabile da fattori esterni per individuare al<br />
volo una sovra o sottoesposizione e per capire<br />
se ci sono perdite di dettaglio nelle alte luci o<br />
nelle ombre. Una lettura sul campo<br />
dell'istogramma dà modo, quando possibile, di<br />
ripetere lo scatto modificando le impostazioni<br />
di ripresa per aggiustare il tiro e massimizzare la<br />
quantità di informazioni registrate. Nello<br />
specifico l'istogramma è in grado di fornirci<br />
informazioni sulla quantità di toni scuri, medi e<br />
chiari presenti nelle nostre fotografie, dandoci<br />
così anche un'idea del contrasto e della gamma<br />
dinamica della scena. Impariamo dunque a<br />
leggere questo “strano” grafico, che poi tanto<br />
strano o difficile da leggere non lo è affatto.<br />
Prima di cominciare c'è da fare però un<br />
doveroso avvertimento: l'istogramma non è un<br />
oracolo da cui pretendere una risposta univoca<br />
Istogramma equilibrato<br />
Una scena dal basso contrasto mostra un<br />
istogramma equilibrato e con gli estremi vuoti. Il<br />
picco nelle luci è determinato dalle grosse nuvole in<br />
cielo. Quasi assenti i toni scuri.<br />
sulla corretta esposizione di una foto, quanto<br />
piuttosto un'insieme di indicazioni che va<br />
interpretato in base al tipo di illuminazione<br />
della scena e al risultato che si intende<br />
ottenere. Imparare a leggere e interpretare<br />
l'istogramma è ancor più fondamentale durante<br />
la fase della postproduzione, perché è in grado<br />
di informarci se una nostra modifica<br />
comporterà o meno una perdita di dettaglio.<br />
Come si legge<br />
L'istogramma è un grafico che, sugli assi<br />
cartesiani, rappresenta la distribuzione di<br />
luminosità all'interno della scena, o meglio ci dà<br />
un’indicazione su quanti pixel di una<br />
determinata luminosità ci sono nell'immagine.<br />
Sull'asse orizzontale troviamo i vari livelli di<br />
luminosità, che spaziano tra un valore di 0,<br />
sull'estremo sinistro, che equivale al nero<br />
assoluto e 255, sull'estremo destro, che<br />
rappresenta il bianco assoluto. Tra questi due<br />
estremi troviamo tutti gli altri valori di<br />
luminosità intermedi. L'altezza del grafico in<br />
uno specifico punto ci dice invece quanti pixel<br />
di una determinata luminosità sono presenti<br />
nella scena. Immaginiamo, per semplificare,<br />
che la nostra immagine sia in scala di grigio a 8<br />
bit, cioè caratterizzata da un massimo di 256<br />
diverse tonalità di grigio, comprese tra 0 e 255.<br />
Immaginiamo ora l'istogramma come un abaco<br />
composto da 256 asticelle su cui i pixel<br />
dell'immagine vengono presi e disposti<br />
ordinatamente in base alla loro luminosità.<br />
È evidente che se l'istogramma è spostato verso<br />
il bordo sinistro l'immagine avrà una prevalenza<br />
di toni scuri, mentre se è spostato verso destra<br />
presenterà una maggioranza di toni chiari. I<br />
valori estremi dovrebbero essere vuoti. Se non<br />
lo sono significa che ci sono nell'immagine<br />
alcune aree (più o meno estese a seconda<br />
dell'altezza del grafico ai punti estremi) che<br />
q<br />
novembre <strong>2014</strong> | fotografare 37