Fotografare - Novembre 2014

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LIBRO A PARTE PICASSO Dora Maar Sarebbe stata apprezzata se non fosse stata l’amante di Picasso? Le sue fotografie sarebbero passate alla storia? Sì, non c’è dubbio. Ma Dora Maar è stata una vittima di Picasso, potendo accedere allo studio dell'artista solo su invito. di Giovanni Di Miceli In quel momento mi accorsi che Dora Maar mi stava osservando. Il suo sguardo possedeva una radiosità straordinaria, ma poteva essere anche molto duro. Mi resi conto che era bella, con un naso dritto e pronunciato, labbra scarlatte perfette, mento fermo, mascella un po’ prominente che le conferiva un piglio più energico, capelli castani e folti, pettinati morbidi all’indietro, e ciglia come le spesse antenne delle lucciole. Così scrisse James Lord, in Picasso e Dora. Per troppo tempo Henriette Theodora Markovitch, meglio nota come Dora Maar (Parigi, 19071997), è stata relegata nell’immaginario e nel ricordo dei posteri al ruolo di amante e musa, tragicamente abbandonata, del grande Picasso. Dora Maar, la fotografa franco croata, legata al circolo dei surrealisti di Parigi e compagna di Picasso dal 1936 al 1943. Un legame difficile che segnò pesantemente la Maar, che trascorse gli ultimi cinquant’anni della sua vita lontano da tutti, trovando nella psicanalisi e nella religione la forza di superare il dramma. Fu in realtà una donna acuta, intelligente, politicamente e socialmente impegnata, amica di Georges Bataille, André Breton, Paul Éluard, Man Ray, Henri CartierBresson. Fu soprattutto una straordinaria artista, una sensibile e pungente fotografa già affermata quando conobbe il pittore spagnolo. Le sue fotografie “di strada”, così attente e sinceramente partecipi della disperazione dei diseredati, i fotocollage, i ritratti, le sperimentazioni nei lavori artistici SCHEDA LIBRO Titolo: Dora Maar. Nonostante Picasso Curatore: Victoria Combalìa Pagine: 144 Fotografie: 103 Contenuti: D. Maar fotografa Lingua: italiano Editore: Skira Anno di pubblicazione: 2014 Prezzo: € 37,00 84 fotografare | novembre 2014
Sopra, due fotografie di Dora Maar. A sinistra, Lise Deharme (1936 circa). A destra, il poeta Paul Eluard con la moglie Musch a Mougins (1936-1937 circa). Sotto, un ritratto di Dora Maar opera di Israel Bidermanas (Izis), dal titolo Ritratto di Dora Maar di tre quarti con bocchino, 1946. come in quelli commerciali, l’ironia surrealista che connota molti suoi scatti ci fanno scoprire il grande talento di un’artista enigmatica e visionaria . Pubblica le sue prime foto nel 1930 e l’anno seguente lavora con il fotografo ungherese Brassaï. Nel 1931, in società con Pierre Kéfer, apre uno studio fotografico, operando nel settore della moda e della pubblicità, firmando le sue foto KéferDora Maar. Legata ideologicamente all’estrema sinistra, diviene famosa, con la sua costosa Rolleiflex, per le istantanee che ritraggono la mondanità francese del tempo. Le sue foto vengono pubblicate su riviste prestigiose come Madame Figaro. Diviene prima la compagna del cineasta Louis Chavance, e in seguito del poeta Georges Bataille. Espone all’Internazionale della fotografia di Bruxelles ed alla mostra dello studio SaintJacques per la "Constitution des Artistes Photographes". Georges Bataille la introduce nella cerchia dei surrealisti, dove conosce Breton, Eluard, Leiris, Man Ray. Prende parte all’attività del gruppo con alcune foto e fotomontaggi; ritocca i negativi, utilizza solarizzazioni, collage, fotomontaggi e sovrapposizioni. Maar era già conosciuta come fotografa prima di incontrare Picasso. Il primo incontro avvenne a Parigi nel 1935 sul set del film Le crime de Monsieur Lange di Jean Renoir quando lei aveva 28 anni e lui 54. Il secondo sulla terrazza del caffè Les Deux Magots a SaintGermaindesPrés dove Dora, seduta da sola a un tavolino, colpiva con un coltellino lo spazio tra un dito e l'altro della mano, inguantata di bianco, non fermandosi se si feriva. Li presentò il famoso poeta Paul Éluard, che accompagnava Picasso. Il pittore si fece dare i suoi guanti insanguinati e li espose su una mensola del suo appartamento. Picasso era affascinato dalla bellezza e dallo spagnolo fluente di Dora, che era cresciuta in Argentina. Poco dopo quest'incontro trovò a Picasso un nuovo appartamento in affitto, in Rue des GrandsAugustins, mentre lei restò nella casa dietro l'angolo, potendo accedere allo studio dell'artista solo su invito. Picasso adorava umiliare Dora, tanto da convincerla ad abbandonare la fotografia per la pittura, campo in cui non poteva competere con l'artista. La faceva ingelosire, essendo ancora legato a MarieThérèse Walter, che gli aveva dato anche una figlia, Maya. L'ormai exfotografa fu sopraffatta dalla personalità del pittore: divenne la sua musa privata e la ritrasse in numerosissimi dipinti, ma era vista anche come l'incarnazione stessa del dolore. Picasso iniziò a dipingere Guernica usando il volto di Dora per ritrarre la figura che sorregge la lampada al centro, e lei, affascinata dalla potenza figurativa del dipinto, riprese in mano la macchina fotografica e cominciò a scattare. Gli scatti fotografici che la resero famosa al mondo artistico testimoniano ancora oggi l'evoluzione dell'opera e furono pubblicati nel numero 45 della rivista Cahiers d'art del 1937. Insieme, lei e Picasso studiarono diversi tipi di stampe con Man Ray. La loro relazione durò quasi nove anni. Dora Maar fu lasciata da Picasso, che nel 1943 aveva appena incontrato la giovanissima Françoise Gilot, e cadde in una profonda depressione, che la costrinse a farsi ricoverare in una clinica psichiatrica. Fu presa in cura dallo psicanalista Jacques Lacan, il più importante guru della psicanalisi francese. ■ novembre 2014 | fotografare 85
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