Michelangelo e Dante : e altri brevi saggi : Michelangelo poeta, La ...

178 MICHELANGELO E DANTEsopra, vibrando il coltello alKalto, pronto a recidere ilcapo alrivale.Fortemente appoggiavasi a Dante invece — immaginail sapientissimo nostro critico — dipingendo lascena del serpente di bronzo, un dramma di lotta e ditorture, di punizione e di salvamento, che la Bibbiaappena poteva suggerire, e che l'artista sovrano rinnovacon foga indomita negli schizzi, lo non nego chel'avvinghiare, l'avvolgersi, l'aggrupparsi, il distendersi,il pungere, il trafiggere violento e truce dei serpi e serpentellinell'Inferno dantesco colpisse Michelangelo, elo spronasse a immaginare nuove scene di orrore e distrazio. Pare raccolga il poeta le ire, e condensi la voluttàferoce, per dannare le triste genti, (( nude e spa^ventate», al morso e alle strette delle fiere orribili; lacrudezza del verso seconda la crudezza del supplizio;e nulla più rivela l'odio implacabile, che a tratti siannidava nel cuore di Dante, e il suo ruggir vendetta,che quel chiamar le serpi « amiche )) . Il dramma diLaocoonte è ancor mite in confronto; e Michelangelocorre con la fantasia a scene di dolore maggiore; annodae avvinghia acerbamente i nudi corpi e le serpi; ideail suo inferno, diciam pure dietro l'Inferno dantesco,senza per altro infiacchire e tradire la sua arte, offrendoun commento o una illustrazione ai singoli episodi delsuo poeta, come pretende il B.Gli schizzi, tra cui uno famoso e animatissimo diOxford (Frey, tav. 51), avvierebbero al quadro finaledella Sistina. Ma io non comprendo l'ostinazione deipiù che ci vedono raffigurata la scena biblica del ser-