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Michelangelo e Dante : e altri brevi saggi : Michelangelo poeta, La ...

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308 LEONARDO DA VINCI E LA NATURAconoscere la cosa amata, doversi ritenere sempre esserel'amore tanto più fervido quanto più certa era lacognizione. Per eccezionale virtù, il godimento ingenuodella natura, la partecipazione diretta de' sensi alle bellezzenaturali, l'emozione del cuore erano in Leonardosimultanee collo stimolo puramente intellettuale di scopriree chiarire l'intreccio di ragioni intime d'ogni cosacreata. L'ammirazione non sapeva scompagnarsi maidal bisogno d'indagine e di studio. Arte e scienza sicompenetrano quindi a vicenda. Né mai l'artista smentiscelo scienziato ;l'artista.né lo scienziato similmente smentisceHt Hi «Noi non ci illuderemo più di trovare solo nei moderni,negli eredi dello spirito infermiccio e sensibilissimodi Giangiacomo Rousseau, il sentimento dellanatura esteriore, concessione provvida del cielo pertante doti venute a mancare. È nel Petrarca già granparte della grande sinfonia alla natura, che i WerthefiorentinaLeonardo filosofo (p. 227 sgg. del voi. ind., riprodotta neiSaggi filosofici, in, Bari, 1913) insiste sulle osservazioni leonardescherivolte al mondo esteriore, estranee al mondo interiore, e consideraLeonardo come naturalista, esploratore, della famiglia del Galilei e delNewton, e non di quella di Socrate, di Platone e di Aristotile, « tuttochiuso nella meccanica, nella fisica e nella cosmografia, nell'anatomia,con la più completa indifferenza verso problemi di altra sorta » , e perciòincapace di elevare alla vera filosofia. Il Croce, che avverte le imperfezionie gli errori delle dottrine di Leonardo, non esagera, ma deliberatamentesommette il grande all'impero della estetica sua e dei modernissimi.— Alla cieca ammirazione per Leonardo, impostasi ormaicome moda, si oppone B. BERENSON, The study and criticism ofItalian art, IH s., London, 1916, pp. l sgg.

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