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Michelangelo e Dante : e altri brevi saggi : Michelangelo poeta, La ...

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246 MICHELANGELO E DANTEumane, nude, e lasse, fuga la natura, che non intendeil verbo divino e non ha storia e non ha cuore, condensae concentra ilgran prodigio della creazione svariatissimadell'universo nella creazione dell'uomo (I),così egli ha pur bandita ogni pace, ha spento ogniraggio di letizia, e gettato turbini di dolore in quelregno d'uomini su cui troneggia Iddio.Veramente, hail'impressione di un mondo colpito dal fulmine celesteche si fende e precipita. Della meravigliosa unità edarmonia dell'universo non è più traccia. Nell'empireostesso è lo scompiglio, la ribellione, il delirio. Dovunqueè sollevata la marea ruggente della passione.Questa mescolanza di cielo e di terra, di paradiso ed'inferno, costituisce l'originalità e grandezza vera,terribile, dell'audacissima concezione michelangiolescadi un giudizio che Iddio presiede, perchè sia rimossa(1) Può quindi apparir monotono l'affresco delle mille vite. F. RO-MANI osservava in una sua bella prolusione. L'opera diarie, Firenze,1907, pp. 34 sgg. : « Il Giudizio manca di quello sfondo grandiosoe lontano che il soggetto richiedeva » ; e rilevava « quella monotoniadi forme che si nota, a primo sguardo... <strong>La</strong> varietà... è prodottasolo dalla ricchezza e dalla varietà dei movimenti ». Ma non negavail Romani l'anima nei meravigliosi e giganteschi corpi michelangioleschi,come ancor fa, sedotto da una tradizione antica (Quatremère deQuincy, ecc.), quel critico e artista finissimo che è R. ROLLANO(Vie de Michel-Ange, 1» ediz., Paris, 1905, p. 90 : « on est étreintpar la force brutale. Elle règne seule. Point d'àme »). — « Dass er(<strong>Michelangelo</strong>) kein Maler des Seelenausdruckes im eigentlichen Sinnedes Worles ist... », così E. A. v. SCHADEN, Erinnerungen, Frankhirta. M.. 1853, p. 229.

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