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Arcipelago Itaca 8

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Su Bitume d’intorno* * *[…] Gian Ruggero Manzoni, firmando la prefazione, scrive di una «rottamazione della società e della civiltà». Viene alla luce, con queste seccheparole, che Ariano ha cercato di riscoprire una poesia civile dura, rappresentativa, molto poco immaginifica. Dentro il panorama in versi sistagliano le stagioni, la solitudine, l’interrogativo esistenziale di giorni consumati nella stanze della memoria («Quando la notte è tutta un vocio/ imperlato di sudore ripensa agli amici / salpati lontano…»). Ma soprattutto s’affaccia un dolore profondo, una ferita aperta dell’umanità. Unalettera filiale proveniente dal passato (da una trincea e da un fronte), confronta l’oggi con l’eredità di una battaglia tra sangue e fango. E ilbitume è il marcio di un mondo degradato. Il presente attanaglia nella sua consumazione, nel dislivello di gente senza appartenenze («Idioti,imprenditori falliti si oblomovizzano / stringendo un telecomando»). La cattiva educazione, ammonisce Ariano, è di chi stringe un paradisofallace. L’epilogo, titolo di una poesia, può essere anche l’inizio di una nuova era, idealmente, quella di chi si ferma a guardare la rugiada di unultimo temporale, una chiazza di verde che macula l’aria o un lume d’estate. Sembra che Luca Ariano voglia dire, sottilmente, che la fuoriuscitada una negatività perenne, possa avvenire solo salendo su di un traghetto che porti l’uomo in un’altra percezione conoscitiva, a strettocontatto con la natura e i sentimenti. Se così fosse, anche il ricordo tremendo delle preghiere e dei sospiri della seconda guerra mondialepotranno scivolare nel nulla, acquietarsi. Ma il cambiamento dovrà avvenire con un investimento totale sull’individuo, come farebbe una madrecon il figlio, permeata, di un amore totale. […]Alessandro Moscè, in “L’azione”, n. 29, luglio 2005* * *[…] In primo luogo: Bitume d’intorno è costellato di citazioni, varie come il mondo (da Pavese a Corto Maltese - con la normalità che è propriadei giovani più giovani di me: per i quali, giustamente, TUTTO È PASSATO. Perciò: tutto è storia e cultura; e, se serve, è valido: ogni testo avrà ilsuo esergo magistrale, che può essere tanto De Gregori quanto Rutilio Namaziano. Né il primo è troppo basso né il secondo è troppo alto; e seTeresio Olivelli dice meglio di Platone, sarà citato Teresio, non Platone). Solo vent’anni fa il citazionismo sarebbe stato un espediente estetico,in nome del post-modern e dell’antilirismo: ci fu Voce e ci fu Baino (e c’è Biagio Cepollaro: che poi fu ferito dalla realtà, nel suo stesso corpo; emutò la maniera). Oggi Luca Ariano cammina sulla via di una conoscenza naturale, senza enfasi da sudate carte e maledizioni febbrili allaNatura: come un bravo studente che ha le sue auctoritates e le divora, e come il lettore dei libri allegati ai quotidiani. Così esiste un percorsoscritto e vario, che traduce una formazione onnivora - e non dogmatica. Dunque non posso aggredire con i miei dogmi ciò che vedo, ora:questo libro è un ragazzo. Non è il libro DI un ragazzo: QUESTO LIBRO È - ripeto - UN RAGAZZO.In secondo luogo: compaiono molti personaggi. «Duroy questa mattina / davanti alla sua macchina per scrivere / batte moduli di vite, di vanità/ al nero profumo del caffè»; «Caro padre / vi scrivo - forse per l’ultima volta - / da questa trincea e da questo fronte / dove l’orizzonte è undeposito di cenere»; «Ted gioca coi suoi versi di lego / componendo castelli / sotto un cielo di vescica di seppia»; «Nosferatu posa i suoi caninisu aliquote / mentre Sallustio - nella Trinacria - dopo essersi rimpinzato di sesterzi / si dedica all’Otium». E tra i personaggi: il soldato Ariano(nomen omen) - che scrive fingendosi il Caronte di un Lager e data «27 gennaio 1945» - o lo studente Ariano che l’appello nomina dopo Albini eAlessandrini e un giorno si laurea, malinconicamente.E in terzo luogo: che cosa bisogna capire?[…] … nessuna tradizione, ma la somma delle tradizioni. Tutte recenti o recentissime, ma contemplate dal libro-ragazzo come una casa/cosacompatta (che ha molte porte - e da cui si esce per molte finestre). […] …il lettore meno giovane (o più dogmatico) che arriva ad Ariano dallasola tradizione lombarda resta deluso; il lettore che ci arriva da esperienze ‘sperimentali’ vedrà uno stile incomprensibile…: né la solita prosa néi vecchiLucaAriano105

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