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Arcipelago Itaca 8

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OPERA PRIMAProntain bilicodiNataliaPaci46lettore con un’intensità che va - comunque modificandosi - come manifestandosi attraverso uno sguardo che muovedal più al meno evidente, dal dettaglio al campo allargato. Il soggetto cardine di Pronta in bilico viene cioè trasposto,dopo la prima in cui viene affrontato nella sua disarmante e brutale essenza, nelle altre e successive sezioni enell’ambito di situazioni di vissuto più routinario, fin anche alla vita di coppia, all’amore e, lievemente, fin dentro glihaiku e le illustrazioni di Cristina Maria Ferrara, rispettivamente della penultima e dell’ultima parte del lavoro.Intendiamoci: la dinamica evidenziata non toglie forza al grido di denuncia dell’autrice, al suo sdegno; tutt’altro.Questo trasferire la visione della “provvisorietà” da un contesto in cui la stessa è oggi angosciosamente esplicita adaltri in cui la sua presenza è meno palese, più “diluita” e forse per questo più accettata, concorre proprio a risaltarel’“anima” subdola di quella che è da ritenersi, di fatto, come una componente imprescindibile del nostro stessoessere uomini: la fugacità, la caducità del nostro divenire.Per enfatizzare ora altri due aspetti davvero peculiari del linguaggio utilizzato ed afferenti l’opera prima di cui si staqui disquisendo, trascrivo integralmente due brani tratti, il primo, da una breve annotazione di Luigi Socci (il cui“eco” si riconosce forte in alcune parti del volume) riportata nel risvolto di copertina e, il secondo, dalla nota diapertura di Renata Morresi. Luigi Socci afferma: «Natalia Paci scopre, con malizioso candore da Lolita del verso, lerelazioni quasi sensuali che le parole intrattengono fra di loro (e tra sé e sé e con le cose di fuori)». Renata Morresi,chiamando in causa l’epigrafe di avvio del libro tratta da Szymborska, dichiara invece: «La disarmante semplicità diPronta in bilico porta il linguaggio della comunicazione alle sue conseguenze estreme: lo tira fino all’osso, fino alcontrario di se stesso. Così rovescia il principio del messaggio pubblicitario: invece che compiacere e plagiare perindurre a consumare di più, ci punzecchia col suo batti e ribatti, ci smaschera come cosa consumata tra le cose…».L’autrice dell’introduzione al volume, nel passaggio appena citato, mette direttamente in relazione proprio il modellodella precarietà tipica del lavoro contemporaneo, estesa ed amplificata all’idea più universale di fugacità e caducitàdel divenire umano come in precedenza sostenuto, con un carattere distintivo della pronuncia poetica di NataliaPaci. Pare quindi rivelarsi, in Pronta in bilico, una strategia espressiva che amalgama contenuti vicini all’attualità piùstringente, stile ed accenti autentici e che rende questa raccolta di versi inequivocabilmente riconoscibile nellestesse aspirazioni che l’hanno determinata e, per questo, fruibilissima e davvero godibile da parte di ogni attentolettore.Pronta in bilico, Natalia Paci, nota introduttiva di Renata Morresi, Sigismundus, Ascoli Piceno, 2012La scelta dei testi che segue è stata curata da Danilo Mandolini

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