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Arcipelago Itaca 8

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La poesia di Claudia Ruggeri: fuoco, vetta e cadutaPensiamo che la vicenda di Inferno minore possa chiudersi qui, con questo vero e proprio canto che esalta le credenzialiculturali di una poetessa che sa muoversi sia sotto l’egida di influssi danteschi e provenzali, sia in modo molto piùautonomo, affidandosi al dono naturale di una ricchezza di lingua che appare un dato oggettivo e inconfutabile. Quantoalle Pagine del travaso, l’ulteriore cerebralità di questo progetto pindarico e limaccioso, unita al suo stato praticamentedi abbozzo, non permettono riscontri credibili né analisi commisurate all’ampiezza e all’ambizione dell’autrice. La solacosa che si può notare è una certa continuità con le pagine più sperimentali delle ultime poesie di Inferno minore. Per ilresto, non posso che associarmi alle parole di Desiati quando afferma che nelle Pagine del travaso «i barocchismivengono esasperati, il citazionismo abbraccia i testi sacri e la Divina Commedia, ma risulta una raccolta incompleta,provvisoriamente chiusa da un testo su Napoli, uno dei due luoghi geografici, assieme a Lecce, della poesia (La Ruggerivisse a Lecce ma la sua famiglia era di Napoli)» [19].La poesia della Ruggeri va calata nella temperie culturale in cui è nata, ossia tra la fine degli anni ’80 e la seconda metàdegli anni ’90 del Novecento. Erano gli anni di un diffuso simbolismo postmoderno, laccato e livellato sul modello fortedi De Angelis, di una rinnovata spinta espressionista, dell’ondata dei cosiddetti “poeti neometrici” e dell’esaurirsi delleultime esperienze avanguardiste del Gruppo ’93. Non che l’attualità poetica abbia avuto una particolare influenza suuna poetessa così potentemente autoreferenziale come la scrittrice salentina. Di certo, essa “auscultava” ciò cheaccadeva intorno a lei, sebbene fosse ben lontana da ipotesi di avvicinamento e compromessi.Proprio per questo, anche la sua marginalità geografica rispetto ai grossi centri culturali ed editoriali ha fatto sì che lasua ricerca poetica in rapidissima evoluzione si svolgesse senza condizionamenti. Indubbiamente, va detto che la sualirica, barocca e insieme «corrotta», secondo una sua definizione, fa impallidire i modesti neoespressionisti da salotto,laminati e taglienti ma di corto respiro, frenati ancora oggi da rigurgiti strutturali risalenti alla Neoavanguardia, insiemea tanti esaltati metricisti e sperimentalisti ritardatari, mentre la Ruggeri ha restituito alla poesia quell’anelito violento divitalità e trasgressione di cui l’esangue produzione italiana in versi ha più che mai bisogno, oggi come vent’anni fa, senon vuole rimanere definitivamente confinata alle poche mensolette che i bookstores dedicano ai libri di poesia.Il presente saggio è già apparso in La sposa barocca - Sette saggi su Claudia Ruggeri, Lietocolle, Faloppio (Como) 2010,pagg. 39-64 e poi ripreso in http://puntocritico.eu/?p=2005, 7 maggio 2011.ClaudiaRuggeri[19] M.Desiati, ClaudiaRuggeri, poetessadella meraviglia,introduz. a C.Ruggeri, cit, p. 14.16La scelta dei testi che segue è stata curata da Danilo Mandolini ed è interamente tratta da Inferno minore (peQuod,Ancona, 2006)

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