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Arcipelago Itaca 8

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La poesia di Claudia Ruggeri: fuoco, vetta e cadutaclamore, una gran velocità - oppure l’occasione di sventarla…la Vecchia. (E CHE TIPO DI DOMANDA CERCHERETE DIINTERROMPERE?) il Tratteggio orizzontale la nostra solitudine[grammatica ilGreco del trauma qui pousse à côté prove tecniche diTrasmissione (AL MIO MIGLIOR TRADITO) l’elenco storditol’elenco parlante il fantino del parlante il giullaredell’elenco il giullare faccia bianca il giullare bianco facciafaccia il Giallo di ogni vocale faccia entrare proprio tuttodeve entrare la pedana allestirsi la ribalta deve risciogliersil’elastico al morto che torna del fabbro Locativo se purseguita a Splendere per oscula per basia e per auguglia milia(SE PER BOLOGNA I GOTICI, SE PUR I VISCERI, NONREPLICAVO TE, IO DENTRO I PORTICI?) [17]Non sarebbe particolarmente proficuo descrivere le anomalie e le infrazioni di un testo come questo. Ciò che colpisceparticolarmente è la mutazione in chiave onirica o mitica delle forme verbali, in verità già presente, seppure in quantitàminore e non così eversiva, nella serie del Matto. Ma se le declinazioni verbali tendono a oscurarsi, è l’intera sferasemantica del testo a essere eliminata. La Ruggeri sa bene che se la poesia chiude ogni possibile varco verso unadimensione anche blandamente comunicativa, essa non può che chiudersi sterilmente in se stessa, finoall’autoconsunzione. Per cui, anche in questo accumulo di materiali tutt’altro che inerti, frutto di una sensitivitàesasperata, fuoriescono due lacerti causticamente lirici: «(AL MIO MIGLIOR TRADITO)» e, poco prima, «(E CHE TIPO DIDOMANDA CERCHERETE DI INTERROMPERE?)».Soprattutto quest’ultima macchinazione poetica tende a ristabilire un momentaneo ritorno alla trasmissioneinformativa tra un io che annega nell’accumulo casuale di verbosità inarrestabili e una “mondialità” alla quale si chiedespiegazione di questo evidente stato di disfatta. Più o meno sulla stessa corda rizomatica, suonano testi come lamentodell’Uccello colpito, insieme all’omonimo testo immediatamente successivo, mentre negli altri componimenti, doveabbandonano simboli, neologismi, soprassalti sintattici al limite dell’illeggibilità, il piano simbolico si riduce a deisemantemi, quasi sempre frammentati, che si aggregano secondo modalità manieristiche, sfruttando le già collaudateeffrazioni delle liriche precedenti. Proprio per questo motivo, tutt’altro che secondario, non ci sentiamo di avvicinarel’abolizione semantica di queste liriche a orizzonti dadaisti, neostrutturalisti o neoavanguardisti. I materiali che laClaudiaRuggeri[17] lamento informa di ElencoIografico, in C.Ruggeri, cit., p. 110.14

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