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Arcipelago Itaca 8

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La poesia di Claudia Ruggeri: fuoco, vetta e cadutaQuesto testo, scritto tra i quindici e i ventidue anni, potrebbe rappresentare la prima tappa immaginaria del percorsodella Ruggeri. In esso si possono sentire, quasi fisicamente, i rumori, la durezza della terra, l’incipiente urgenza delcorpo a darsi come fattore disturbante. Eppure, questo testo già ipnotico e internamente necessitato, sembrerebbeappartenere a uno dei tanti epigoni ermetici (parlo qui dell’Ermetismo storico) che hanno imperversato, soprattutto alSud, ben oltre la fine dell’originario movimento fiorentino. Non mancano, nella prima produzione dell’autrice, altriesempi di questa tipologia. Ma essi non sono altro che la prima fase di una totale scomposizione dei valori omologantidel testo poetico tradizionale, a favore di una sorta di scrittura rabdomantica che ingloba,linguisticamente, praticamente di tutto. Accanto al testo riportato sopra, sempre nell’arco di tempo che va dai quindiciai ventidue anni dell’autrice, ecco una prima sedimentazione testuale che rasenta i limiti dell’informale, già pregna ditutta la convivenza linguistica di cui parleremo più diffusamente quando sarà il momento, il momento di Infernominore:l’elemento innerva corpo datoerrore di tempo probabile di casopercepito ipotesi) qualche stellascoppia in silenzio la chiamanoUna volta quando si dice una voltae lo si dice adesso - oggi persinoesiste un bosco acuto a nozze attintoal volo persino ha dato il suoloal passo che si spolpa al solespopolato verde fino alla soglial’ipotesi d’immagina checollassaspauritadentro il cuore [3]La propensione a centrifugare elementi stilistici diversi è già in atto: nasce con l’autrice e si perfezionerà sempre di piùman mano che non solo la sintassi, ma anche le più minuscole ipotesi di senso compiuto scompariranno, lasciando aitesti la loro sola esistenza fàtica. Tuttavia, proprio per la “medianità” di questo testo, possiamo cogliere alcuni aspettiche sembrano già attuativi del prosciugamento sintattico e semantico delle poesie successive: la non ravvisabilità delClaudiaRuggeri[3] Ivi, p. 27.5

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