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Arcipelago Itaca 8

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La poesia di Claudia Ruggeri: fuoco, vetta e caduta[…] ma sei in un balzo (ma appena)o nella capriola che prima t’agganciòdi passi; o c’è chi ti dà un Regno - una parolad’Ordine almeno - insomma un esito una ribalta, comesi dice, un tuffo; e forse una Cittàdove rivolge l’ennesimo esododove s’apre per dita bendate per gli esuligrandi, o per la fase nuova del terreno:(leviamole la femmina, diamo l’idiota a questa lesione.oppure ‘cosa’ resta vecchia l’insensazione) [14]Il Matto capovolto - Palestina, penultimo testo intitolato al Matto, porta allo spasimo la tensione conoscitiva centratasull’inizio. Ma di cosa? Di ogni cosa, vera o immaginaria, collocata in un universo tentacolare, che va dalla più minuscolaparticella elementare fino alla sfera del divino. Ma l’intento della Ruggeri non è quello di definire né di svelare ointerpretare. L’inizio del turbinio delle cose coincide con l’attacco frenetico della sua scrittura. In forza di questo inizio,quasi sempre violento e scardinante quanto a lessico e sintassi, tutto ciò che è viene pronunciato. Ma per essereautentica e fedele questa pronuncia può vivere solo in forza di un abbandono e di un distacco da tutto l’umano, da ognicosa vivente e non, perfino da Dio. Le cose esistono in quanto movimento. È da scartare ogni ipotesi di staticità eriposo. Vivono e si muovono su un fondale scenico sul quale il Matto incide i suoi diagrammi. La Ruggeri, nella solennerimarcazione e ripetizione dei titoli (Matto I, Matto II, lettera al Matto, etc.) vuole rendere ancora più provocatorial’oscurità e l’aporia della propria azione poetica: anzi, nel suggellare testo dopo testo l’appartenenza dei suoi versi aldominio e al dispotismo del Matto, non fa che chiarirci, paradossalmente, le idee. Il culmine di questa ricerca poeticanon può essere che l’inizio in sé considerato. Una volta messe in moto, le cose avranno le stesse abrasioni, anomalie,deficienze, mostruosità retoriche della sua poesia, perché il cosmo è scrittura, e la scrittura non può che fargli eco:«Dimmi se di uno Stagno / snidi l’Imperfezione, oppure le maiuscole / rimangono incredibili» [15]. Il sogno di ognipoeta, una poesia totale che realizza ciò che dice senza dire ciò che è reale, per questa giovane scrittrice salentina si èincredibilmente avverato.ClaudiaRuggeri[14] il Mattocapovolto -Palestina, in C.Ruggeri, cit., pp. 92-3.Il testo è precedutodalla seguentecitazione da P.Neruda: “Y no echeréde meno ni de masno l’impurtamcia sila circumstancia”.[15] Ivi, p. 92.123. La chiusura di Inferno minore e le Pagine del travaso.Dopo un breve Interludio di due sole poesie, che anticipano la cifra espressiva della terza sezione di Inferno minore, la

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