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Secondo rapporto sulle imprese cooperative - Unioncamere

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Lazio ha visto crescere il tessuto di impresa del 16,7% passando dalle 4.153 <strong>cooperative</strong>attive nel 2001 alle 4.846 di fine 2005, grazie soprattutto al contributo di Roma (var’.05/’01:+ 22,1%).A livello provinciale, le località che hanno registrato la maggiore crescita nel periodoconsiderato sono, oltre a Roma, Reggio Calabria (+21,6%), Rieti (+17,4%) e Sassari (+16,5%).Al contrario una decisa flessione della numerosità di impresa si è avuta, nell’ordine, aTrieste (‐21,5%), Matera (‐18,3%), Livorno (‐13,2%) e Massa Carrara (‐12,9%).Se si considera poi la diffusione delle <strong>cooperative</strong> all’interno del quadro socioimprenditorialedi ciascun territorio si possono scorgere situazioni alquanto differenziate.Considerando dapprima il <strong>rapporto</strong> tra <strong>cooperative</strong> e universo imprenditoriale (misuratodalla numerosità delle <strong>cooperative</strong> per 1.000 <strong>imprese</strong> attive), si nota come a livello locale leprovince che presentano una più spiccata presenza di forme <strong>cooperative</strong> all’interno delproprio tessuto di impresa sono nell’ordine: Caltanissetta (29,5 <strong>cooperative</strong> per 1.000<strong>imprese</strong>), Oristano (28,4), Palermo (28,2), Catania (27,9) e Rieti (27,4), che presentano unadiffusione circa doppia rispetto alla media nazionale (Italia: 13,8). All’opposto i contestiterritoriali dove si registra la più bassa incidenza di <strong>imprese</strong> <strong>cooperative</strong> nell’universoimprenditoriale locale sono nell’ordine: Treviso (5,2 <strong>cooperative</strong> per 1.000 <strong>imprese</strong>),Padova (5,4), Vicenza (5,6), Pistoia (6,6) e Pordenone (7). La mappatura provincialeconferma, quindi, come la diffusione delle <strong>cooperative</strong>, in relazione all’intero sistemaimprenditoriale locale, è mediamente più marcata nel Mezzogiorno (in particolare inSicilia) rispetto alle province del Nord‐Est.Un ulteriore elemento di analisi scaturisce dalla presenza a livello locale delle <strong>cooperative</strong>rispetto alla popo lazione residente (ott enuta rapportando la num erosità delle <strong>cooperative</strong>per 10.000 abitanti). Anche in questo caso l’esame della graduatoria provinciale confermacome in particolare nel Mezzogiorno si riscontr a la presenza di un maggior numero di<strong>cooperative</strong> rispetto alla popolazi one (cfr. Tav. A1 Appendice Statistica).Va comunqueosservato come per una corretta va lutazione dell’impattodella forma cooperativaall’interno del tessuto sociale loca le sia utile affiancare all’analisi relativaalle dinamicheimprenditoriali anche una disamina della sfera occupaziona le. Al riguardo nel paragrafo1.2 si focalizz erà l’attenzione sui movimenti occupazionali in entrata e uscita dalle <strong>imprese</strong><strong>cooperative</strong>, esplorando altresì dinamiche settoriali, territoriali e dimensionali delle nuoveassunzioni.1.2.1 La distribuzione settoriale delle <strong>cooperative</strong>Il fenomeno della cooperazione risulta particolarmente diffuso in alcuni settori produttiviche, probabilmente, più di altri per struttura e suddivisione del lavoro si prestanomaggiormente alla forma cooperativa. Gli ultimi dati disponibili, relativi al 2005, indicanoche la maggiore concentrazione di <strong>imprese</strong> <strong>cooperative</strong> interessa il comparto dellecostruzioni e delle <strong>cooperative</strong> abitative, con 14.755 <strong>imprese</strong> ed un’incidenza del 21% sul14

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