13.07.2015 Views

Secondo rapporto sulle imprese cooperative - Unioncamere

Secondo rapporto sulle imprese cooperative - Unioncamere

Secondo rapporto sulle imprese cooperative - Unioncamere

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

servizi connessi all’agricoltura e alla zootecnia, dall’altro, rappresentano in entrambi i casile principali attività. In terza posizione, quale settore prevalente si individua l’allevamentodegli animali nelle <strong>cooperative</strong> di lavoro agricolo e l’industria lattiero‐casearia e dei gelatinelle <strong>cooperative</strong> di conferimento dei prodotti agricoli e di allevamento.Le <strong>cooperative</strong> sociali sono state introdotte con la legge 381/1991, che individua nellesocietà <strong>cooperative</strong> lo strumento idoneo per il perseguimento di finalità sociali e dellapromozione umana (art. 1), da realizzare attraverso la gestione di servizi socio‐sanitari,educativi e di attività produttive, nella quale permettere l’integrazione di personesocialmente svantaggiate.Tramite la citata legge, si è assistito ad una sorta di privatizzazione di pubblici servizi, chesi contrappone, in un certo qual modo, alla privatizzazione del pubblico impiego. Lacooperativa sociale si configura come l’unico tipo di società commerciale prevista dalCodice Civile che non si proponga lo scopo di lucro, avendo come finalità preminente lapromozione umana e l’integrazione sociale dei cittadini. In tal senso, possiamo affermareche la cooperativa sociale si pone a metà strada tra una società commerciale, di cuicondivide la tipica struttura imprenditoriale, e le associazioni di volontariato, di cuicondivide la finalità sociale della promozione umana senza perseguire il profittoeconomico.Lo scopo particolare che tale categoria di cooperativa persegue deve essere segnalatoaddirittura nella ragione sociale della società e caratterizzare l’intera struttura sociale.Proprio al fine di evitare possibili confusioni, le <strong>cooperative</strong> sociali sono state suddivise indue grandi categorie:‣ le <strong>cooperative</strong> che svolgono attività di gestione di servizi socio‐sanitari ed educativinon finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate;‣ le <strong>cooperative</strong> che, attraverso lo svolgimento delle più disparate attività (agricole,industriali, commerciali o di servizi), mirano invece a tale inserimento.Il dibattito in merito alla necessità di specificare nello statuto della cooperativa in quale deidue ambiti operare (necessità legata alle diverse conseguenze che l’iscrizione separatanelle due sezioni ha soprattutto sul piano del trattamento contributivo previdenziale edassistenziale dei soci e delle relative agevolazioni), è stato definitivamente risolto concircolare del Ministero del Lavoro dell’8 novembre 1996, n. 153, che ha ammesso lapossibile coesistenza nello statuto e, quindi, il possibile contestuale svolgimento dientrambe le tipologie di attività sopra citate. Ciò, innanzitutto, per la constatazione dellatendenza manifestata dalle <strong>cooperative</strong> di formulare progetti complessi e finalizzati,contemporaneamente, al raggiungimento della promozione umana e all’integrazionesociale tramite l’inserimento lavorativo.Ulteriori motivazioni sono state, poi, ravvisate, ad esempio, nella necessità che molte areein stato di bisogno e di svantaggio hanno di individuare interventi funzionalmente49

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!