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Progetto internoweb

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i tumori femminili maligni<br />

CANCRO DEL COLLO DELL’UTERO<br />

Idealmente proseguendo il capitolo delle Malattie a Trasmissione Sessuale, come appena<br />

rimarcato, il 100% dei tumori maligni del collo dell’utero è causato dal Virus del<br />

Papilloma Umano (HPV), in particolare dai tipi virali 16 e 18.<br />

Il tumore non si manifesta all’improvviso. Passano dapprima molti anni tra il momento<br />

in cui il virus infetta le cellule del collo dell’utero e il momento in cui si manifestano<br />

le prime alterazioni cellulari (“displasie”); successivamente passano almeno altri<br />

10 anni tra la comparsa delle displasie e il cancro vero e proprio.<br />

Le “displasie” non danno sintomi alla donna ma sono facilmente<br />

individuabili mediante il Pap-test.<br />

Il Pap-test va eseguito a distanza dal flusso mestruale e da terapie locali (lavande,<br />

ovuli, creme). Consiste nella raccolta mediante una spatolina di un po’ di cellule superficiali<br />

del collo dell’utero e del canale cervicale, nel corso di una normale visita ginecologica.<br />

Queste cellule vengono poi trattate e analizzate al microscopio. Se risultano<br />

anomale, verranno eseguiti tests di conferma: la visualizzazione del collo dell’utero<br />

con un ingrandimento ottico (colposcopia) e la biopsia mirata dei punti sospetti.<br />

Se anche i tests di conferma saranno positivi, la conizzazione (asportazione di un<br />

piccolo “cono” di tessuto dal collo dell’utero) o la distruzione delle cellule malate<br />

mediante laserterapia o diatermocoagulazione o crioterapia porterà alla guarigione<br />

nel 100% dei casi. Successivamente sarà necessario solo eseguire controlli periodici.<br />

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