Progetto internoweb
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altri tests quali la scintigrafia ossea, la TAC, la Risonanza Magnetica.<br />
La terapia del carcinoma mammario è basata su 3 pilastri:<br />
● la chirurgia<br />
● la radioterapia<br />
● la chemioterapia<br />
La chirurgia è diventata molto “rispettosa”.<br />
Sulla base dei riscontri istologici, la chirurgia può essere “conservativa” o, più raramente,<br />
“demolitiva”.<br />
Nel 1° caso (“Resezione Conservativa”) vengono asportati il tumore e l’area di<br />
tessuto circostante. Spesso, durante l’intervento, viene eseguita la radioterapia intraoperatoria.<br />
Nel 2° caso si asporta invece tutta la mammella (“Mastectomia”). In questo caso,<br />
spesso il chirurgo colloca già un espansore: un palloncino di gomma sgonfio che<br />
viene poi gradualmente riempito con soluzione fisiologica nell’arco di 3-4 mesi per<br />
espandere la cute e far posto all’alloggiamento successivo di una protesi estetica. Il<br />
chirurgo plastico che completerà la ricostruzione potrà anche ricostruire il capezzolo<br />
e modellare l’altra mammella, dimensionandola come la mammella ricostruita.<br />
Nel corso della chirurgia, vengono valutati anche i linfonodi ascellari.<br />
L’ascella contiene almeno una ventina di linfonodi che possono essere la prima<br />
sede di metastasi del tumore. Il chirurgo inietta una sostanza colorante o radiotracciante<br />
nella massa tumorale e individua il linfonodo dove la sostanza va ad accumularsi<br />
(“linfonodo sentinella”). A volte è sufficiente asportare il solo linfonodo sentinella.<br />
(vedi figura seguente)<br />
i tumori femminili maligni<br />
Nella mastectomia si asportano tutti i linfonodi ascellari; a distanza di tempo può<br />
quindi verificarsi un linfedema, cioè un gonfiore del braccio dovuto al ristagno della<br />
linfa. In questi casi è molto utile il linfodrenaggio manuale eseguito dal fisioterapista.<br />
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