NUTSPAPER pitaya cocco
PITAYA: una delizia tutta da scoprire • COCCO: storia e peculiarità del frutto esotico per eccellenza • Simplesmente Frutas: da Godo di Russi al Rio Grande do Sul • Indice Glicemico: un importante alleato per il controllo del livello degli zuccheri nel sangue • Alterazione degli alimenti: l’imbrunimento, a cosa è dovuto e come gestirlo • IRI Andamento delle vendite nella grande distribuzione (a febbraio 2018) • Nei dintorni: mangiare e bere • Le ricette creative, interpretate da chef della scuola Artusiana: 8 piatti da gustare e collezionare.
PITAYA: una delizia tutta da scoprire • COCCO: storia e peculiarità del frutto esotico per eccellenza • Simplesmente Frutas: da Godo di Russi al Rio Grande do Sul • Indice Glicemico: un importante alleato per il controllo del livello degli zuccheri nel sangue • Alterazione degli alimenti: l’imbrunimento, a cosa è dovuto e come gestirlo • IRI Andamento delle vendite nella grande distribuzione (a febbraio 2018) • Nei dintorni: mangiare e bere • Le ricette creative, interpretate da chef della scuola Artusiana: 8 piatti da gustare e collezionare.
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
L’insieme di questi composti è coinvolto durante le reazioni di<br />
imbrunimento enzimatico in quanto rappresentano il substrato<br />
dell’enzima.<br />
L’ossidazione dei polifenoli è un processo che avviene in<br />
più stadi ed è promosso dall’enzima PPO (polifenolossidasi) detta<br />
anche fenolasi di natura endogena.<br />
L’ossidazione avviene in tre fasi:<br />
• reazione iniziale: in presenza di ossigeno l’enzima catalizza<br />
la reazione di idrossilazione in posizione ORTO;<br />
• reazione di ossidazione: si verifica l’ossidazione degli o-<br />
difenoli a chinoni;<br />
• reazione di polimerizzazione: i chinoni formatisi per ossidazione<br />
hanno una struttura instabile, che tende a polimerizzare<br />
e formare composti ad alto peso molecolare dalla colorazione<br />
scura. Si tratta delle melanoidine o melanine.<br />
Le melamine possono poi reagire con i gruppi SH e NH di amminoacidi<br />
e proteine, causando un ulteriore aumento della colorazione,<br />
la quale può virare verso il blu o il nero a seconda del<br />
tipo di fenoli coinvolti nelle reazioni. All’imbrunimento enzimatico<br />
seguono altre alterazioni come lo sviluppo di odori e sapori indesiderati<br />
e perdita di valore nutritivo per degradazione di antiossidanti,<br />
vitamine, ecc.<br />
Anche i carotenoidi e la clorofilla, pigmenti naturali largamente<br />
presenti in frutta e verdura, sono responsabili insieme ai fenoli<br />
della colorazione di alimenti vegetali. In particolare, i carotenoidi<br />
sono suscettibili ai cambiamenti ossidativi durante la disidratazione,<br />
a causa dell’alto numero di insaturazioni presenti nella loro<br />
struttura chimica. In particolare il ß-carotene, noto come provitamina<br />
A, può essere degradato dalla termo-ossidazione portando<br />
alla formazione di prodotti a basso peso molecolare incolori, che<br />
generano perdite di livelli di colore e scadimento nutrizionale.<br />
Prevenzioni dell’imbrunimento enzimatico<br />
Il controllo dei processi di imbrunimento è uno dei temi principali<br />
nell’industria alimentare. Sono diversi i metodi da mettere in atto<br />
per evitare o limitare questo fenomeno e si basano sull’inattivazione<br />
dell’enzima o sulla rimozione di fattori fondamentali alla reazione<br />
come l’ossigeno.<br />
Blanching<br />
Il blanching, detto anche sbiancamento, è un trattamento termico<br />
rapido che ha lo scopo di uccidere o disattivare gli<br />
enzimi. Questa operazione è essenziale per tutti i vegetali che<br />
devono essere congelati e serve a bloccare l’azione degli enzimi<br />
che possono causare la perdita di sapore, colore e consistenza<br />
dei vegetali stessi. La temperature del trattamento termico dipende<br />
dal tipo di enzima che intendiamo disattivare ma generalmente<br />
sono comprese tra 70 e 100°C (o più alta se gli enzimi in<br />
questione sono molto resistenti).<br />
Freddo<br />
Le basse temperature esplicano la loro azione attraverso un progressivo<br />
rallentamento (refrigerazione), fino ad un blocco totale<br />
(congelamento, surgelazione) dell’attività di tutti gli enzimi<br />
presenti in una derrata alimentare.<br />
La refrigerazione è il metodo più diffuso per conservare a breve<br />
termine ogni tipo di alimento deperibile: a temperature inferiori<br />
a 7°C, l’attività della PPO è inibita ma l’enzima è ancora attivo.<br />
Questo vuol dire che, all’aumentare della temperatura, l’attività riprende.<br />
Il congelamento e la surgelazione sono metodi diffusi per<br />
garantire invece una conservazione del prodotto molto prolungata,<br />
provocando il blocco di tutte le reazioni metaboliche dovute<br />
anche a sottrazione di acqua dell’alimento, che passa allo stato<br />
solido e quindi non è più disponibile per le altre reazioni.<br />
OH<br />
OH<br />
O<br />
PPO<br />
OH<br />
PPO<br />
O<br />
+ H 2<br />
O<br />
Condensazione /<br />
polimerizzazione<br />
1/2 O 2<br />
1/2 O 2<br />
R R R<br />
Monophenol<br />
Diphenol<br />
Quinone<br />
Melanine<br />
Hydroxylation<br />
(V max<br />
= 1.8 µM min- 1 )<br />
Oxidation<br />
(V max<br />
= 24.5 µM min- 1 )<br />
N/13