NUTSPAPER pitaya cocco

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è distribuito ad un altezza di 15-30cm dal suolo, l’irrigazione è fondamentalmente per garantire il giusto livello di umidità. Il fabbisogno di precipitazioni è pari a 500-1.500 mm: una distribuzione temporale costante di precipitazioni piovose nel corso del tempo può ovviare alla necessità di un impianto di irrigazione. Al contrario, periodi di siccità vanno compensati artificialmente, al fine di permettere una buona crescita. È fondamentale trovare un buon equilibrio: un’eccessiva irrigazione non è consigliata perché potrebbe favorire l’insorgere di malattie batteriche e fungine, una troppo carente invece potrebbe portare una produzione scarsa e a frutti di dimensioni inferiori rispetto al normale. Fa eccezione il periodo di pre-fioritura, quando la coltura dovrebbe essere sottoposta ad una temporanea fase di siccità in modo da poter produrre più fiori. Molto utili sono i sistemi di micro-irrigazione, per il controllo dell’umidità nel suolo, e la pacciamatura, necessaria per ridurne la perdita e mantenerne costante il livello. La regola generale vuole che una piccola quantità d’acqua somministrata giornalmente sia più vantaggiosa per queste piante rispetto una maggior quantità distribuita sporadicamente. Fertilizzanti La pitaya richiede un’applicazione giudiziosa di fertilizzanti per ottenere rese più elevate e le raccomandazioni in materia possono variare notevolmente, tuttavia può essere coltivata facilmente e senza l’utilizzo di fertilizzanti chimici e pesticidi. Prodotti di questo tipo acquisiscono il potenziale di mercato della frutta biologica, coltivata ricorrendo esclusivamente a concimi naturali come il letame. L’attuale tendenza riscontrata in molti Paesi produttori si orienta in direzione di una produzione che non coinvolga prodotti inorganici ma che, al contrario, opti per quelli organici, facendo fronte alla crescente domanda internazionale di frutta biologica. Detto questo, per iniziare ad adoperare fertilizzanti è consigliato attendere circa un mese dopo l’impianto, se non addirittura fino al momento in cui le piante iniziano a crescere. L’utilizzo nel primo anno dovrebbe essere frequente (ogni 2 mesi) con applicazioni di 118 g per pianta, a cui eventualmente aggiungere 1,2 kg di letame ben decomposto o compost attorno alla base ma senza toccare lo stelo. Qualora la piantagione sorgesse su un suolo calcareo ad alto contenuto di acido solfidrico, è consigliato inondare ogni impianto con 7-15 g di ferro chelato, in caso di suolo neutro e a pH basso, invece, è buona norma applicare piccola quantità di solfato ferroso alla base delle piante. Durante il secondo e terzo anno, la quantità di fertilizzante va gradualmente aumentata ogni due mesi, fino ad arrivare a 135-182 g per pianta, contemporaneamente al compost e al letame, che devono arrivare a circa 2,7 kg per pianta. Anche il ferro chelato necessita di essere gradualmente aumentato, fino a un dosaggio di 22-29 g per pianta. Le quantità degli elementi secondari, invece, vanno mantenute costanti. Durante il quarto anno e successivamente, sono da applicare 227-341 g di fertilizzante per pianta, per un massimo di 3 o 4 applicazioni all’anno, assieme alla stessa quantità di elementi minori e seguendo le stesse raccomandazioni per il ferro chelato. Per quanto riguarda il letame o il compost, due volte l’anno vanno utilizzati 2,2 kg di materia per pianta. Impollinazione La fase dell’impollinazione è cruciale per la produzione di pitaya: data la peculiarità dei fiori, che schiudono durante le ore notturne, i naturali impollinatori sono falene e pipistrelli, che sopperiscono alla mancanza di attività delle api. Lo Sri Lanka, rappresenta invece un’eccezione. Qui le api da miele (Apis cerana), le piccole api mellifere (Apis florae) e le api giganti (Apis dorsata) svolgono la loro naturale funzione nelle prime ore del mattino. Laddove invece questo non accada o dove gli impollinatori naturali non siano presenti, per mantenere alti i livelli di produzione e garantire lo sviluppo dei germogli è stata suggerita l’impollinazione manuale. VARIETÀ E CLASSIFICAZIONE La classificazione delle diverse specie di cactus (edibili) è: Specie Hylocereus undatus Hylocereus triangularis Hylocereus costaricensis Hylocereus polyrhizus Hylocereus megalanthus Buccia Rossa Rossa Gialla Rossa Rossa Gialla Colore Polpa Bianca Rossa Bianca Rossa Rossa Bianca Ci sono molte varietà di piante di pitaya: basta pensare che solo in California ne sono state identificate più di 60, che si caratterizzano per quantità di frutta prodotta, nonché dimensione e forma dei frutti stessi. Le principali varietà sono: American Beauty: originaria del Guatemala, questa varietà produce frutti di circa 230-455 g dalla buccia rosa e squame verde chiaro. La polpa si presenta rosa scuro e con un sapore gradevole. La specie è Hylocereus guatemalensis. Cosmic Charlie: originaria della California e appartenente alla
Le principali varietà American Beauty Cosmic Charlie Dark Star David Bowie Delight Guyute Halleys Comet Makisupa Neitzl Physical Graffiti Purple Haze Seoul Kitchen Thompson Vietnam Jaina Yellow Dragon Zamorano specie Hylocereus undatus, genera frutti rosa sia internamente che esternamente, ricoperti da squame verde chiaro. Il peso varia dai 340 g ai 570 g con un sapore tenue che richiama l’uva o il kiwi. Dark Star: appartiene alla specie Hylocereus undatus, è originaria della California. Il frutto pesa tra i 340 g e i 570 g, con buccia rosa e squame verde chiaro. Il sapore della polpa rosata ricorda quello dell’uva. David Bowie: varietà appartenente alle Hylocereus undatus e di origine californiana, presenta un frutto esternamente rosa brillante, con la presenza di verde sul margine delle squame e polpa bianca, dal sapore dolce. Il peso è di 230‐ 455 g. Delight: di origine Californiana, questa varietà appartiene alle Hylocereus polyrhizus e alle Hylocereus undatus. Il peso del frutto è di circa 230‐455 g, il colore della buccia è rosa brillante con squame verdi. La polpa, dal sapore dolce, è bianca. Guyute: varietà originaria dell’America Centrale, appartenente alla specie Hylocereus undatus. Il frutto pesa circa 230-455 g e ha una buccia rosa con squame verdi. La polpa si presenta bianca, il sapore è dolce. Halleys Comet: appartenente alla specie Hylocereus undatus, Hylocereus polyrhizus, di origine Californiana, produce un frutto che pesa tra i 680 e i 910 g. La buccia è rosa con squame verdi e polpa rosa scuro. Il sapore è dolce e piacevole. Makisupa: originaria dell’America Centrale e appartenente alla specie Hylocereus undatus e Hylocereus polyrhizus, ha frutti di colore rosa e squame verdi, il peso oscilla tra i 340 g e i 455 g. La polpa è rosa scuro, il sapore dolce e leggermente astringente. Neitzl: della specie Hylocereus undatus, è una varietà californiana. Il peso del frutto è di circa 340-455 g, presenta una colorazione esterna rosata e scaglie verdi. La polpa è bianca e dal sapore dolce. Physical Graffiti: varietà californiana della specie Hylocereus polyrhizus e Hylocereus undatus, ha frutti rosa scuro con squame verdi e polpa anch’essa rosa. Il sapore è dolce e piacevole, il peso si attesta a 340-680 g. Purple Haze: originaria della California, appartenente alla specie Hylocereus undatus. Il frutto pesa 455-910 g circa e presenta una colorazione esterna rosa brillante con squame verde chiaro. La polpa è rosa scuro, dal sapore che ricorda l’uva e il kiwi, dolce. Seoul Kitchen: della specie Hylocereus undatus, è originaria della Florida. Il peso oscilla tra i 340 g e i 455 g, la buccia è rosa brillante, con squame verdi e polpa rosa, dolce. Thompson: varietà originaria della California della specie Hylocereus undatus, produce frutti dal peso di circa 340-680 g. La buccia è rosa brillante con squame verdi, mentre la polpa è bianca, dal sapore dolce e piacevole. N/23
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