NUTSPAPER pitaya cocco
PITAYA: una delizia tutta da scoprire • COCCO: storia e peculiarità del frutto esotico per eccellenza • Simplesmente Frutas: da Godo di Russi al Rio Grande do Sul • Indice Glicemico: un importante alleato per il controllo del livello degli zuccheri nel sangue • Alterazione degli alimenti: l’imbrunimento, a cosa è dovuto e come gestirlo • IRI Andamento delle vendite nella grande distribuzione (a febbraio 2018) • Nei dintorni: mangiare e bere • Le ricette creative, interpretate da chef della scuola Artusiana: 8 piatti da gustare e collezionare.
PITAYA: una delizia tutta da scoprire • COCCO: storia e peculiarità del frutto esotico per eccellenza • Simplesmente Frutas: da Godo di Russi al Rio Grande do Sul • Indice Glicemico: un importante alleato per il controllo del livello degli zuccheri nel sangue • Alterazione degli alimenti: l’imbrunimento, a cosa è dovuto e come gestirlo • IRI Andamento delle vendite nella grande distribuzione (a febbraio 2018) • Nei dintorni: mangiare e bere • Le ricette creative, interpretate da chef della scuola Artusiana: 8 piatti da gustare e collezionare.
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PAESI PRODUTTORI<br />
Nel 2016 sono stati coltivati 12.168.804 ettari di <strong>cocco</strong> nel<br />
mondo, con aumento superiore al 3% rispetto al 2010 (con<br />
11.756.224 ettari).<br />
L’Asia è il paese con la maggiore estensione di coltivazioni di <strong>cocco</strong><br />
(9.797.920 ettari), segue l’Africa (1.223.875 ettari). America e<br />
Oceania hanno rispettivamente 609.137 e 536.776 ettari, mentre<br />
l’Europa ha soltanto 1.095 ettari, tutti presenti in Francia.<br />
Nella tabella della pagina a fianco sono riportati gli ettari coltivati<br />
a <strong>cocco</strong> nel mondo, relativi all’anno 2016.<br />
La produzione mondiale di <strong>cocco</strong> nel 2016 è stata di 59.010.635<br />
tonnellate con una diminuzione superiore al 5% rispetto al<br />
2013 (62.069.399 tonnellate) e un aumento inferiore all’1% rispetto<br />
al 2011 (58.443.814 tonnellate).<br />
L’Asia è la regione con la maggior produzione di <strong>cocco</strong>, con<br />
49.016.693 tonnellate, seguita dall’America, con 5.226.536 tonnellate.<br />
Oceania e Africa hanno una produzione rispettiva di<br />
2.665.338 e 2.099.943 tonnellate. In ultima posizione resta ancora<br />
una volta l’Europa con 2.125 tonnellate.<br />
Nella tabella della pagina a fianco sono riportate le quantità di<br />
<strong>cocco</strong> prodotte nel mondo, nell’anno 2016:<br />
IMPORT E EXPORT<br />
L’esportazione del 2013 ha visto ben 639.178 tonnellate, con<br />
un aumento di esportazione superiore all’80% rispetto al<br />
2000 (con 222.293 tonnellate).<br />
L’importazione mondiale del 2013 (472.780 tonnellate) ha visto<br />
un incremento rispetto al 2000 (184.552 tonnellate), ma una<br />
riduzione rispetto al 2012 (486.670 tonnellate)<br />
Tra i maggiori esportatori troviamo l’Indonesia, con 231.040<br />
tonnellate, seguita da Vietnam (139.462 tonnellate), India (72.539<br />
tonnellate), Malesia (53.127 tonnellate), Thailandia (51.491 tonnellate),<br />
Sri Lanka (18.818 tonnellate), Messico (14.426 tonnellate),<br />
Guyana (10.332 tonnellate), Paesi Bassi (10.187 tonnellate)<br />
ed infine gli Stati Uniti d’America (con 3.744 tonnellate) [Dati<br />
2013].<br />
Invece, tra i maggiori importatori troviamo al primo posto la<br />
Cina con 199.155 tonnellate seguita dalla Cina Continentale<br />
con 187.693 tonnellate e gli Stati Uniti d’America con 43.951<br />
tonnellate. Quantità minori interessano paesi quali la Thailandia<br />
(38.902 tonnellate), Emirati Arabi (34.490 tonnellate), Malesia<br />
(25.045 tonnellate), Paesi Bassi (16.446 Tonnellate), Singapore<br />
(16.156 tonnellate), Australia (9.344 tonnellate) e Regno Unito<br />
(9.052 tonnellate) [Dati 2013].<br />
ESIGENZE CLIMATICHE<br />
E CICLO VEGETATIVO<br />
Il <strong>cocco</strong> è confinato tra il tropico del Cancro e il tropico del<br />
Capricorno, a una temperatura ottimale e costante di 27-28°C,<br />
comunque non superiore ai 34°C e non inferiore ai 22°C. Si è osservato<br />
che il frutto è direttamente influenzato dalle temperature<br />
minime mensili inferiori ai 23°C per un periodo di 4 mesi e nei 18<br />
mesi precedenti alla raccolta.<br />
Generalmente la palma da <strong>cocco</strong> richiede almeno 2.000 ore di<br />
sole l’anno per sfruttare completamente il suo potenziale di produzione<br />
ed è stato stimato che 120 ore di sole al mese sarebbero<br />
favorevoli per il <strong>cocco</strong>.<br />
Normalmente, una temperatura bassa pari a 0°C per un breve<br />
periodo non uccide la palma, ma le ondate di freddo al di sotto<br />
dei 10°C possono compromettere seriamente le palme da <strong>cocco</strong><br />
(l’entità del danno è determinata anche dalla lunghezza del periodo<br />
di freddo). Le basse temperature possono provocare un<br />
abbassamento della qualità dei frutti, se non addirittura bloccarne<br />
la produzione. Di solito i danni causati al frutto da un freddo<br />
lieve non sono esteriormente percettibili, ma possono essere visti<br />
nello sviluppo anormale o incompleto del frutto, che è formata in<br />
modo irregolare con molte rughe. Un altro dei fattori che influenzano<br />
la palma da <strong>cocco</strong> è l’umidità relativa, che determina la<br />
traspirazione e di conseguenza l’assorbimento di acqua e<br />
nutrienti. Anche se nel suolo sono presenti acqua e nutrienti in<br />
quantità sufficiente ma il livello di umidità è basso, si può giungere<br />
a una chiusura degli stomi della palma, riducendo così la<br />
sua capacità fotosintetica. Si è osservato che il <strong>cocco</strong> riduce la<br />
sua apertura degli stomi quando l’umidità relativa scende sotto<br />
il 60%.<br />
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