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I grandi della
fotografia
A cura di
Maria Grazia Dainelli
Ferdinando Scianna
La passione per l’immagine, l’ossessione per la scrittura,
la Sicilia sempre in fondo all’anima
Il maestro della fotografia come prosa visiva si racconta, ripercorrendo luoghi,
incontri ed esperienze di una vita trascorsa dietro l’obbiettivo
di Maria Grazia Dainelli / foto Ferdinando Scianna
È
stato difficile iniziare a fotografare negli anni Sessanta
a Bagheria?
Sono nato e vissuto fino a 24 anni in questo paese, in una realtà
contadina del dopoguerra molto difficile. Ho iniziato a fotografare
all’età di 17 anni. Mio padre mi regalò una macchina
fotografica e capii immediatamente che con questo strumento
avrei potuto mettermi in relazione con gli altri. È stato proprio
grazie a questi scatti, rimasti in una cassetta di legno per circa
trent’anni, che è nata la mia vocazione di fotografo. Mio padre
voleva che diventassi ingegnere o medico, ero per lui uno
strumento di riscatto sociale e non ha mai accettato la mia
professione di fotografo. Mi trasferii a Milano e iniziai a fare il
giornalista per il settimanale L’Europeo diventando in seguito
inviato speciale e corrispondente da Parigi. Ero fuggito per interrogare
ed esplorare il mondo, scoprendo poi che mi portavo
dentro il mio sguardo siciliano. Penso infatti di aver fotografato
la Sicilia ovunque io sia andato nella mia vita.
Kami (1986)
Quant’è stato determinante l’incontro con Henri Cartier-Bresson?
Sono andato a trovarlo a Parigi e tra di noi è nata un’amicizia
durata vent’anni e caratterizzata da un’affinità intellettuale ed
umana molto speciale. Cartier-Bresson è stato un riferimento
fondamentale per la mia carriera: non parlavamo di fotografia
ma di musica, letteratura e molto altro. Secondo la sua visione,
il fotografo deve ambire ad essere testimone invisibile e non intervenire
per modificare gli istanti della realtà che invece deve
saper leggere ed interpretare. Con la morte di mio padre nel
1982, dentro di me si ruppe qualcosa di profondo e capii che
dovevo licenziarmi da L’Europeo per fare il fotografo indipendente.
Cartier-Bresson mi invitò a presentare un mio portfolio
all’agenzia fotografica Magnum, che fu accettato consentendomi
così di entrare a far parte di questa prestigiosa organizzazione
internazionale: fu l’inizio di un nuovo periodo della mia vita.
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Leonardo Sciascia (Racalmuto, 1964)
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FERDINANDO SCIANNA