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La Toscana nuova Giugno

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A tavola

con...

A cura di

Elena Maria Petrini

Alessandro Cecchi Paone

Un viaggio attraverso l’amore per la scienza e i futuri scenari del “mangiar

bene” nell’intervista al noto giornalista e divulgatore scientifico

di Elena Maria Petrini / foto courtesy Alessandro Cecchi Paone

Nostro ospite questo mese è il professor Alessandro

Cecchi Paone, giornalista, conduttore televisivo, divulgatore

scientifico, saggista e accademico. Noto

al grande pubblico per la conduzione di programmi televisivi

di successo come Il bello della diretta, Time House - Il tempo

della scienza e La macchina del tempo, è autore di numerosi

libri di divulgazione scientifica, tra cui Scienza e pace e Una

vita per la scienza, scritti con il professor Umberto Veronesi,

ma anche Le frontiere dello spazio, Un saggio mi ha detto

e I graffiti e Internet: l’avventura della comunicazione, solo

per citarne alcuni. Attualmente è docente di Teoria e tecnica

del documentario turistico all’Università di Milano-Bicocca e

di Scrittura per la produzione documentaristica all’Università

Benincasa di Napoli. Insegna, inoltre, Documentazione scientifica

all’Università dell’Insubria di Como e presso la Facoltà

di Scienze della Comunicazione all’Università di Cassino e

del Lazio meridionale. Molto impegnato per il riconoscimento

delle unioni civili e del diritto all’eutanasia, è anche un fervente

ambientalista.

Com’è nata la sua passione per la comunicazione e la divulgazione

scientifica?

Lo debbo a mia nonna paterna Jole, una delle primissime

donne in Italia laureate in Biologia, Chimica e Fisica; faceva

parte, come dottoranda, del gruppo che lavorava con Enrico

Fermi a via Panisperna quando spezzarono l’atomo. Questa

nonna fu importantissima per i suoi racconti e per l’atmosfera

che c’era in famiglia e per i libri che giravano per casa:

da lei è arrivata la spinta e l’amore per le scienze nuove,

le scienze dell’avvenire e del futuro. Quindi da lì è nato tutto

perché lei faceva scienza e mi ha lasciato in casa il profumo

della voglia di parlare di scienza. Infatti poi mi sono

dedicato allo studio della scienza intesa come filosofia, epistemologia

e divulgazione scientifica.

Ci sono delle tematiche scientifiche che la coinvolgono

particolarmente?

Sono stato educato all’amore verso il futuro ed il progresso e

ad avere fiducia nel fatto che gli esseri umani possano cambiare

in meglio il proprio destino e quello degli altri. Anche

questo vuol dire amore per la scienza, la cultura, la razionalità

e l’innovazione, tutte cose che nel corso della mia vita e

della mia attività ho sempre coltivato: sono quarantasei anni

di televisione, di radio, di giornalismo, di attività editoriali

e di insegnamento universitario, sempre improntati a questo

tipo di contenuti.

Alessandro Cecchi Paone

A suo parere come si è evoluta la psicologia alimentare e come

è cambiata nei secoli la percezione antropologica del cibo?

Secondo me il vero cambiamento è dovuto al passaggio dalla

fame al benessere: nel nostro paese, durante la seconda guerra

mondiale, si mangiava male con gravissime carenze estese

a larghe fasce della popolazione, per cui eravamo più brutti, più

bassi e meno sani, dato lo scarso apporto di proteine animali.

Questo provocava problemi ad esempio per quanto riguarda

l’altezza, l’ossatura e le dimensioni degli italiani; inoltre vi era

mancanza di igiene e problemi per la conservazione dei cibi, e

sovente vi erano epidemie di tifo, epatite, colera e un alto tasso

di mortalità infantile. Dopo la fine del secondo conflitto mondiale,

con il coinvolgimento dell’Italia nel mondo occidentale e

americano, abbiamo iniziato ad avere una ricchissima dieta in

termini di proteine, che nel giro di poche generazioni ci ha alzati

di 10 cm. I nostri figli e nipoti sono alti, belli, forti e sani come

mai si erano visti nella storia italiana, e non esiste praticamente

più la mortalità infantile; abbiamo ottenuto in cinquant’anni,

grazie allo stile di vita nord europeo ed americano, dei risultati

che prima non avevamo, e in un solo secolo, grazie anche

al maggior livello di igiene, abbiamo raddoppiato la nostra

aspettativa di vita. Siamo stati fortunati anche per aver saputo

sopperire alle carenze precedenti con le nostre tradizioni della

dieta mediterranea che, integrata con una maggiore quantità

di proteine animali, ci ha portati a diventare i testimoni del

miglior regime alimentare secondo l’Unesco.

Come saranno i cibi del futuro?

Bisogna vedere chi vince, ossia se riusciremo a mantenere

questa mediazione tra tutto quello che serve in termini di ci-

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ALESSANDRO CECCHI PAONE

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