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Qui ecco Lelia che mi viene incontro: un sorriso, una stretta
di mano di gentile cortesia. E così la ricordo, dolce e soffusa
come i suoi incantevoli lavori, specchio di un sensibile mondo
interiore, dove la natura si decolora nel sogno.
(Anna Maria Maremmi)
Cara Lelia ti ho conosciuto e mi hai preso subito per la gola con
i tuoi dolci e dopo con i tuoi quadri hai profuso la tua sensibilità
conquistando l’affetto e la stima di tutti.
(Giovanni Giusti)
Tratto da L’avventura pittorica di Lelia
Secci di Barbara Santoro
Con la tecnica del pastello Rembrandt, che arriva a gradazioni
di colore infinite, Lelia riesce ad ottenere un delicato mélange
che fa sì che il quadro assuma tonalità cromatiche soffuse e
velate come uscite da una nebbia leggera. Dai primi fiori, animali,
donne e nature morte, si passa poi a soggetti unici con il
quadro, che diventa contenitore di un’espressione più nuova e
dinamica. Gli stessi soggetti in primo piano vengono a far parte
di architetture di metafisica bellezza sullo sfondo che rivelano
l’anima dell’artista […]. L’ abilità della Secci sta proprio nella
resa pittorica di grande respiro, si percepisce quasi il profumo
dei suoi fiori, ed anche i volti vengono fuori da antiche architetture
e catturano l’osservatore per quel silenzio che le circonda
quasi un’aureola sfumata, che anzi ne delinea la psicologia
del personaggio […]. Due anni fa Lelia se n'è andata lasciando
un grande vuoto intorno a noi. La penso oggi indaffarata a dipingere
in paradiso e forse anche gli angeli rimarranno incantati
davanti i loro magnifici ritratti. Ogni mattina quando arrivo
nel mio studio saluto Lelia che mi ha donato un mio bel ritratto.
Quando lo guardo, fra le architetture accennate della mia casa,
mi sembra di vederla, sorridente come sempre e con quei meravigliosi
occhi che scrutano ogni particolare.
Cara Lelia, ti ricordo con molto affetto nella tua ingannevole
semplicità apparente, ricca al contrario di insondabili labirinti di
percezioni e sentimenti, e spero che là, dove ora tu sei, abbiano
fabbricato apposta per te sfumature speciali ed ineffabili di quei
portentosi “pastelli Rembrandt” di cui eri la più strenua e al contempo
felice ed orgogliosa sostenitrice…
(Gianni Oliveti)